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Quando l'arte catturata da Google torna su tela

La mostra '(More) Google Art on Canvas' sarà inaugurata oggi a Milano allo spazio City Art.

Luca Leggero, Google Art on canvas (De slaapkamer di Vincent van Gogh)

(More) Google Art on Canvas” raccoglie una serie di opere create da Luca Leggero. La mostra, curata da Filippo Lorenzin, riflette sulle questioni connesse al riprodurre opere d’arte analogiche in formato digitale, del tipo: chi ha l’autorità di decidere quali pezzi sono maggiormente degni di essere scansionati? Quale livello di dettaglio possono raggiungere le copie "virtuali"? E infine, quali sono le conseguenze dello “spettacolarizzare” le riproduzioni ottenute? In vista dell'esposizione, The Creators Project ha discusso questi temi con il suo curatore.

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"Presupponendo che creare copie 2D in alta definizione di un quadro sia un modo per preservarlo, è inquietante pensare che la scelta di quali opere “salvare” venga affidata a un'azienda privata," spiega Lorenzin facendo riferimento al progetto Art Project, by Google. La società, infatti, è stata autorizzata dai musei più importanti del mondo a realizzare fotografie in HD dei pezzi ospitati al loro interno e queste riproduzioni digitali sono disponibili gratuitamente in rete.

Pochi altri soggetti oltre a Google stessa, avrebbero potuto mettere in atto un'operazione di questa portata. Solo chi dispone di grandi risorse economiche e burocratiche, infatti, ha accesso agli strumenti necessari per creare riproduzioni che raggiungano un livello di dettaglio tale da superare di gran lunga le nostre usuali capacità percettive. La possibilità di produrre un’enorme mole di dati si traduce, in definitiva, anche in una conseguente forma di potere.

Luca Leggero ha pensato di sfruttare al meglio questa moltitudine di dati, decidendo di ritagliare e ingrandire vari frammenti tratti dalle immagini in altissima definizione dei quadri scansionati da Google per stamparli su tela. Le opere prescelte sono state firmate da autori celebri come Botticelli, Canaletto e Van Gogh, una selezione che ricalca volutamente i gusti del grande pubblico appassionato di documentari in 3D dedicati alla storia dell'arte.

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Luca Leggero, Google Art on canvas (The birth of Venus di Sandro Botticelli)

Così arriviamo a sfiorare il tema della feticizzazione dell'HD o, per usare le parole di Lorenzin, della "spettacolarizzazione dell'arte attraverso copie degli originali che finiscono per essere iperrealiste.” Lorenzin ha spiegato alcune delle idee condivise con Leggero che hanno portato all’ideazione delle opere, “riprodurre e proiettare un quadro che nella sua forma originaria misura ad esempio 30x30 cm su uno schermo molto più grande ha delle conseguenze che spesso il pubblico non afferra completamente: è poco probabile che l’autore avesse realizzato la sua opera pensando un giorno sarebbe stata fruita anche in questo modo.” Attraverso processi del genere, “il quadro si trasforma in un altro testo che siamo chiamati ad indagare.”

Luca Leggero, Google Art on canvas (Paul Guillaume di Amedeo Modigliani)

“L’idea di osservare da vicino un'opera per scoprire qualcosa di nuovo che prima risultava inaccessibile, su cui si basano progetti come quello portato avanti da Google—oppure le scansioni in 3D di sculture e di intere città—affonda le sue radici nella cultura occidentale,” spiega Lorenzin, “negli ultimi mesi molti archeologi si sono recati nelle zone di guerra in Medio Oriente per scannerizzare in 3D gli edifici abbandonati delle città antiche. Molti esperti autoctoni—e non—hanno fatto notare come l'utilizzo di questi dispositivi, frutto di una ricerca nata da presupposti occidentali di osservazione, analisi e restituzione, finisca per essere in qualche modo un’altra forma di colonialismo.” Lo stesso si può dire del messaggio che sembrano inviare le grandi compagnie Google, che Filippo riassume così: "ti dò la possibilità di vedere queste opere in un modo migliore di quello a cui avresti accesso come spettatore comune, assumendo implicitamente il ruolo di gatekeeper tra te e (in questo caso) la cultura."

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Luca Leggero, Google Art on canvas (A Sunday on La Grande Jatte 1884 di Georges Seurat)

Tuttavia, il progetto artistico di Leggero non è per forza critico nei confronti di Google. “L’accesso libero a queste riproduzioni significa che tecnicamente chiunque può prenderle e farne quello che preferisce,” continua Lorenzin, “non che l’azienda lo dica esplicitamente, ma il fatto stesso che i file siano diffusi liberamente, sottintende che sono aperti al remix e per noi è quasi un dovere indagare questa problematica.” Ad ogni modo, conclude Lorenzin, per chiudere il cerchio, “una cosa è vedere i lavori di Luca sul computer dove possono sembrare molto decorativi, un’altra è vederli dal vivo, quando rivelano aspetti sorprendenti.”

Luca Leggero, Google Art on canvas (Dance at Le Moulin de la Galette di Auguste Renoir)

(More) Google Art on Canvas” viene inaugurata oggi a Milano dalle 18:30 nello spazio City Art. Sabato 12 marzo, invece, sempre dalle 18:30 verrà presentato l’ebook che accompagna il progetto, contenente varie riflessioni ad opera di Luca Leggero e del curatore, oltre ai testi firmati da Mike Stubbs, Gretta Louw, Klaus Fruchtnis, Helena Acosta e Nadine Roestenburg.