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Boris Postma fotografa la scena hardcore e gabber di tutto il mondo

Rimane una delle subculture più originali degli ultimi decenni e continua a stupirci con un'estetica unica: in mostra ad Amsterdam il lato internazionale dell'hardcore tra Italia, Olanda e Giappone.

Non so se siate mai stati a un festival di musica hardcore, ma vi consiglio di farlo il prima possibile. A questo tipo di eventi partecipano le persone più diverse, accomunate però da codici estetici immediatamente riconoscibili, che vengono poi rielaborati in modo personale da ognuno di loro. E non si tratta solo di Air Max e tute Australian, come vorrebbe lo stereotipo Gabber: colori caleidoscopici, tagli di capelli geniali, ragazze con makeup così complessi da non aver nulla da invidiare alle drag queen, elaborati tatuaggi e piercing, piercing ovunque. Al mio primo Masters of Hardcore—che si tiene ovviamente in Olanda, paese eletto a Mecca dei Gabber di tutto il mondo—ricordo di aver passato ore osservando la creatività con cui tutti avevano messo insieme il loro look per quella che sarebbe probabilmente stata la serata dell'anno, onestamente vergognandomi non poco per i miei jeans e t-shirt neri.

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