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televisione

'Secondo Costa' ha portato la Rai nel 2017

Se su temi come integrazione e sessualità la Rai non è esattamente al passo coi tempi, il nuovo programma di Costantino della Gherardesca è una speranza.
Vincenzo Ligresti
Milan, IT

"Stiamo facendo vedere un pene sulla televisione di stato, credo che questa sia la prima volta nella storia," dice dal lettino di un andrologo Costantino della Gherardesca nella seconda puntata di Secondo Costa. Si tratta di un momento abbastanza rappresentativo del programma per diversi aspetti: l'elemento di novità che rappresenta, l'ironia con la quale vengono trattati temi seri, il fatto che Costantino si metta in gioco in prima persona.

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Secondo Costa, che va in onda ogni mercoledì in seconda serata su Rai2, è composto da quattro puntate in cui Costantino cerca di dare di volta in volta una risposta a un quesito diverso—in ordine: Che cos'è l'integrazione? Che cos'è l'amore? Quando possiamo dirci in salute? Perché siamo ossessionati dal cibo? Per farlo, intraprende una sorta di viaggio immersivo parlando con specialisti del settore, con persone comuni delle loro esperienze private e con personaggi famosi che fanno un po' da opinionisti.

Le prime due puntate su integrazione e amore sono già andate in onda e tra il pubblico sembrano essere state accolte in modo prevalentemente positivo. Dato che non mi capita spesso di trovarmi d'accordo con l'entusiasmo pubblico per un programma Rai, ho deciso di contattare Costantino della Gherardesca—che al momento è chissà su quali coordinate geografiche per le riprese della sesta stagione di Pechino Express— per fargli qualche domanda sulla televisione italiana, sul programma e sulla sua realizzazione.

secondo costa costantino della gherardesca

Costantino nella puntata sull'integrazione.

Guardando i due primi episodi, la prima cosa che ho pensato è che si trattasse di un format che non avevo mai incrociato nella televisione italiana. Sebbene si presenti un po' come un documentario, non dà affatto la percezione di essere confezionato in modo imparziale alla Alberto Angela, ma neanche c'entra con l'infotainment.

Interrogato a riguardo, Costantino mi dice che si tratta di una scelta precisa, manifesta fin dal nome del programma: "Da adulti bisogna prendere delle posizioni, per questo ho voluto dichiarare la non-neutralità e chiamare il programma Secondo Costa. A prescindere dal fatto che una persona si occupi di giornalismo o di intrattenimento come me, credo che arrivati a un certo punto non sia più giustificabile fare i paraculi, i ruffiani, i cerchiobottisti."

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Anche se arginato da strap informative con dati oggettivi, Secondo Costa infatti è più che altro un punto di vista personale: quello dello stesso Costantino, conduttore, host, voce narrante e confessionale del programma. Questo fa sì che, benché si tratti di un format presente all'estero in forme simili (penso soprattutto a Chelsea Does) in Italia risulti difficile trovargli un'etichetta.

"Secondo Costa appartiene proprio a un genere di televisione che parte dall'intenzione di non seguire una formula. Nella televisione italiana è assolutamente qualcosa di nuovo, mentre negli Stati Uniti e in Gran Bretagna ci sono alcuni esempi, tra cui un capolavoro passato inosservato che era il reality sulla vita dell'attrice di Beverly Hills 90210 Tori Spelling [True Tori] quando non se la filava più nessuno," mi spiega Costantino.

"Detto in altre parole il programma è un vero e proprio 'unscripted'. Molta televisione non-fiction in realtà segue un copione, e spesso fanno bene, ma Secondo Costa evita qualsiasi vincolo che può essere imposto da un format."

Per Costantino si tratta quindi di un esperimento che, in un certo senso, cerca di allontanarci da un provincialismo televisivo che dura da un pezzo: "Io sono la persona meno filo-americana che conosco, ma Gianni Boncompagni aveva ragione quando diceva che noi della tv italiana negli Stati Uniti potremmo al massimo pulire le scale di uno studio televisivo."

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"Per quanto mi riguarda," aggiunge, "questa massima si addice in particolar modo allo scripted e soprattutto allo stand-up. Quando vedo i miei colleghi che vivono nel mito di Louis CK mi ricordo i giovani sovietici quando compravano i loro primi Levis. L'effetto non potrà mai essere James Dean, sarà sempre Gosha Rubchinskiy."

Al di là dei paragoni con la televisione oltreoceano e di come lo si voglia definire, Secondo Costa si segue quasi come fosse una serie tv. Un'altra cosa che ho particolarmente apprezzato, anche se per qualcuno è probabilmente proprio l'elemento che ha reso il programma buonista, è che non pretende mai di dare una risposta assoluta sul tema della puntata, piuttosto delle considerazioni sullo spaccato appena sperimentato dal conduttore.

"Trovo molto difficile emozionarmi, quindi per Secondo Costa ho dovuto trovare dei temi personali, tra cui il razzismo: mi disturba profondamente ed è il fantasma della società chiusa nonché il populismo," spiega Costantino. "Oramai stiamo rivivendo la Repubblica di Weimar, se una buona fetta di pubblico ti odia vuol dire che stai facendo qualcosa di giusto."

secondo costa costantino della gherardesca nina moric

Costantino e Nina Moric durante le riprese del primo episodio.

Un'altra particolarità del programma, poi, è l'inserimento di personaggi famosi nella forma di aiutanti o "antagonisti" a seconda dei casi, accostati a persone comuni che hanna la capacità di rimanere impresse. È il caso per esempio di Nina Moric che, abbracciate le istanze di Casa Pound, deve cercare di superare i suoi pregiudizi entrando in contatto con persone che frequentano un centro di preghiera islamico a Milano. Oppure di Lory Del Santo che, con il suo fare alla The Lady, alleggerisce l'incontro tra culture diverse. O ancora di Giancarlo Magalli che, nominato in un gran consiglio di pochi eletti, inizia a parlare di chat gay manco fosse Nina Moric ai tempi in cui frequentava il Plastic.

Questo mix di personaggi famosi e personaggi normali estremamente televisivi, mi assicura Costantino, si vedrà anche nelle prossime puntate, su cui acconsente a darmi qualche anticipazione. "Nella prossima puntata sulla salute si vedrà l'intervista a una freak totale 'scalzista', cioè che non indossa mai scarpe e ha i piedi che sono un unico callo nero," mi dice. "Non ho mai dovuto aprire la mia mente così tanto in tutta la mia vita: l'Italiano dentro di me voleva chiamare le guardie, ma sono stato cortese. Devo dire che quand'ero ragazzino e vivevo all'estero ero molto più spartano, dormivo addirittura nelle tende ai festival, ma adesso sono 100% italiano, di internazionale mi rimane solo l'amore per l'aria condizionata."

Tutti questi elementi fanno sì che nel suo insieme Secondo Costa riesca ad affrontare temi impegnativi con piglio ironico, ma non superficiale. Oltre a essere riuscito in un'impresa che personalmente considero quasi eroica: aver fatto mandare in onda una puntata sulla ricerca dell'anima gemella da parte di un uomo gay in un canale che ciclicamente si scandalizza per qualsiasi cosa si differenzi minimamente dall'ordinario.

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