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La Lega ha organizzato un convegno dal titolo: 'L'erba della morte: la cannabis'

L'appuntamento è a Piacenza. Forse è una sottile conferma del fatto che questo governo non legalizzerà MAI l'erba?

Se per caso lunedì 23 luglio sarete nei pressi di Piacenza, intenzionati a sperimentare un forte travaso di bile sul vostro fegato, vi consigliamo di partecipare al convegno: 'L'erba della morte: la cannabis' — un incontro organizzato dagli assessori alla sicurezza e alla famiglia della giunta di Patrizia Barbieri, sindaco della città emiliana sostenuto dalla Lega. "Il comune è in prima linea contro le droghe sia leggere sia pesanti," hanno dichiarato i promotori a una testata locale in occasione del lancio dell'evento.

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Al convegno interverranno il senatore leghista Simone Pillon, strenuo sostenitore dei diritti della famiglia e tra gli organizzatori di tre Family Day, il Presidente della Commissione servizi sociali di Piacenza, Dott. Carlo Segalini, sempre della Lega, e una mamma di cui non è dato conoscere niente oltre il ruolo genitoriale. L'unica cosa che sappiamo per certo di lei è che non porterà la drammatica testimonianza di un figlio morto per intossicazione da cannabinoidi — visto che la letteratura scientifica non ha mai registrato casi di overdose da cannabis da quando esiste la medicina. Non è dunque molto chiaro in che senso si parlerà di cannabis come 'erba della morte'.

La grafica della locandina dimostra l'intento avanguardistico dell'incontro.

Mentre decine di associazioni stanno combattendo per facilitare l'accesso alla cannabis terapeutica per persone affette da patologie molto serie, e mentre nel resto del mondo si registra un atteggiamento di progressiva apertura, in Italia la sostanza viene sempre più strumentalizzata per fini politici. Il caso di Piacenza dimostra che questo succede anche e soprattutto a livello locale, nell'ambito di incontri di cui è difficile venire a conoscenza su scala nazionale, ma che un poco alla volta forgiano la coscienza critica di alcune categorie di cittadini.

Che le posizioni della Lega non siano progressiste in fatto di droghe non è una novità, e purtroppo ce ne stiamo facendo una ragione perché sappiamo che non possiamo essere tutti egualmente intelligenti. Il grosso problema, in questo caso, è far passare per mortale una sostanza praticamente atossica con il chiaro intento di spaventare i cittadini piuttosto che informarli su eventuali rischi da un punto di vista scientifico. La tendenza a deformare la realtà a sua volta è sempre più diffusa sulla nostra scena politica, e in questo caso ci fornisce un presagio non da poco: nell'attuale governo giallo-verde, in fatto di droghe, saranno i verdi a decidere.