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Tecnologia

Elon Musk sta cercando sviluppatori di videogiochi e Zoe Quinn si è fatta avanti

Il CEO di Tesla sembra determinato a integrare i videogiochi alle macchine Tesla. Ok.
Giulia Trincardi
Milan, IT

A ben pensarci, questo momento doveva arrivare per forza, prima o poi. Elon Musk ha annunciato — ufficialmente? Un tweet è un annuncio ufficiale? — di voler incorporare videogiochi "super divertenti" alle auto Tesla, che integrino tra loro il touch screen principale del veicolo, il telefono dell'utente e la macchina stessa.

Lasciando per un attimo da parte la banale ma sicuramente fondamentale questione della sicurezza — i potenziali problemi di un'automobile con integrati videogiochi fanno impallidire il panico che si era scatenato ai tempi per Pokémon Go e fanno sembrare le auto a guida autonoma innocui tricicli —, il tweet del miliardario è stato accolto con giubilo da molti e con un certo sarcasmo da altri.

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Tra questi ultimi c'è anche la designer di videogiochi indipendenti Zoë Quinn, che ha risposto all'annuncio di Musk con una serie di tweet che rimandano con non troppo velata ironia alle recenti critiche rivolte al CEO — relative alle condizioni di lavoro che impone ai propri lavoratori e alla sua opposizione ai sindacati — e alla disputa creatasi tra Musk e uno dei sommozzatori che hanno salvato i ragazzini intrappolati nella grotta in Thailandia a metà luglio scorso, dopo che l'aiuto offerto da Musk era stato declinato dalle autorità del paese.

Nell'estate del 2015, Quinn era stata la vittima principale del GamerGate, una campagna sessista e profondamente reazionaria, che — nascondendosi sotto la bandiera dell' "etica nel giornalismo" —aveva attaccato con violenza chiunque nel settore del giornalismo e del design dei videogiochi dimostrasse posizioni "troppo" progressiste.

Mentre un certo numero di utenti ha risposto al sarcasmo di Quinn apostrofandola sul significato di "videogioco" e di "divertente" e sul fatto che non dovrebbe chiamare il CEO di Space X e Tesla "codardo" se davvero desidera essere assunta — non cogliendo il sottinteso disinteresse di Quinn a lavorare effettivamente per Musk —, il caso è, ancora una volta, un buon esempio di come il discorso sul personaggio sia ormai polarizzato: tra chi crede che i traguardi raggiunti da Musk e la visione del futuro che offre lo innalzino oltre qualsiasi critica, e chi ritiene ancora necessario far rispondere delle proprie azioni e posizioni uno degli uomini più potenti dei nostri tempi.