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A Treviso hanno costruito un "quartiere fortino" con telecamere e mura di 3 metri

A qualche minuto dal centro storico della città veneta sta nascendo un vero e proprio "quartiere a modello americano" con mura altissime per "coniugare il concetto di sicurezza e di privacy".
Leonardo Bianchi
Rome, IT
Foto via Twitter

A qualche minuto dal centro storico di Treviso, nella zona di Santa Bona, sta nascendo un vero e proprio "quartiere a modello americano"—ossia una gated community.

Come lo descrive la brochure della società costruttrice, Borgo San Martino (questo il nome del nuovo quartiere) è un complesso residenziale "in contesto chiuso di residenze a schiera: nel villaggio hanno accesso solo residenti i quali godono quindi di viabilità interna e piscina privati, in poche parole comfort e sicurezza."

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Nella pratica—scrive Daniele Ferrazza sulla Tribuna di Treviso—il quartiere è delimitato da un muro di tre metri d'altezza, e l'unico ingresso è videosorvegliato e costituito da un portone automatizzato che ne impedisce la vista all'interno.

Un borgo fortino, nasce a Treviso il quartiere chiuso all'americana. Sulla — daniele ferrazza (@dferrazza)25 febbraio 2017

Le abitazioni previste dal progetto sono 55, destinate a ospitare almeno 150 persone. Le case hanno superfici che vanno dai 170 ai 220 metri quadrati, e i prezzi—per la zona—sono abbastanza alti: più di duemila euro al metro quadro. A oggi ne risultano costruite 21, di cui venti sono già state vendute e sedici abitate.

"Si tratta di un intervento urbanistico che ci sta dando molte soddisfazioni," spiega alla Tribuna Roberto Berno, titolare della società che ha realizzato il complesso. "Coniuga il concetto di sicurezza e di privacy, elementi che sono percepiti in questo momento in testa alle priorità."

Lo stesso aggiunge che "non c'è niente di nuovo: anche la storia delle nostre città è contrassegnata dalle fortificazioni. Parlerei di villaggio chiuso, con l'idea di creare un borgo protetto. Ci siamo un po' ispirati all'America."

Immagine via ville-treviso.com

In effetti, sull'ispirazione ci sono davvero pochi dubbi.

Secondo gli autori di Fortress Americaun saggio uscito nel 1997—le cosiddette gated community sarebbero "una delle forme più estreme di delimitazione dei confini residenziali," e dagli anni Ottanta a oggi si sono moltiplicate in tutti gli Stati Uniti.

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"In quest'epoca di di grandi cambiamenti demografici, economici e sociali," continuano Edward Blakely e Mary Snyder, "in America c'è una crescente paura per il futuro. A fronte di cambiamenti così repentini, molti si sentono vulnerabili, non più al sicuro nella propria abitazione o nel proprio quartiere. Questo si riflette anche nella paura della criminalità […] e nel ricorso sempre più massiccio a rimedi di sicurezza privata."

Insomma, sostengono gli autori, la crescita esponenziale delle gated community è la "manifestazione lampante di come una nuova 'mentalità da fortezza' stia prendendo piede in America."

Seppur in misura decisamente minore, questo tipo di mentalità inizia a vedersi anche in Italia. Oltre a Borgo San Martino, negli ultimi dieci anni sono sorti altri complessi "fortificati"—come Borgo di Vione (nell'hinterland milanese), Borgo Ronche a Fontanafredda (provincia di Pordenone), e altri.

Leggi anche: Com'è vivere in una gated community: siamo entrati in uno dei quartieri 'blindati' d'Italia

Secondo il sociologo Gianfranco Bettin, "la gente alza il muro per paura delle intrusioni in casa di chi vuole rubare"—e poco importa che l'anno scorso, nella provincia trevigiana, i furti in casa siano diminuiti del 5 per cento.

E infatti, dice sempre Bettin, "è un fenomeno più rilevante emotivamente di quanto non lo sia statisticamente, ma comunque non è meno impressionante per chi lo osserva rispetto a chi è vittima della criminalità di tipo predatorio, sia di piccola taglia che media, che negli ultimi 15 anni ha segnato la storia del Nordest."

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Sebbene gli episodi gravi siano pochi, prosegue il sociologo, "il loro impatto sociale è enorme, sembrano molti di più. E quindi anche chi non ne è stato toccato pensa che la prossima volta possa toccare a lui, perché è un vicino delle vittime o comunque ne ha sentito parlare."

Il fenomeno dei quartieri "blindati," dunque, sembra destinato a radicarsi anche da noi.

"Negli anni scorsi," conclude Bettin, "quando la produzione era tutta in calo per la crisi economica, comunque ciò che era in crescita era la produzione dei sistemi d'allarme per le singole case; ora invece si crea anche una organizzazione delle piccole aree, che vengono quasi militarizzate in funzione della difesa, e questo viene venduto dai costruttori come un optional importante, che valorizza il nuovo."


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Immagine d'apertura via Twitter