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Come sono andati i primi 100 giorni di Trump alla Casa Bianca

Sembra una vita fa, ma sono solo cento giorni: abbiamo provato a fare un primo bilancio della presidenza Trump, tra promesse, leggi, politica internazionale e consenso interno.
Foto via The White House/Facebook

Anche se sembra una vita, sono passati esattamente 100 giorni da quando Donald Trump si è insediato alla Casa Bianca. Si tratta di un traguardo piuttosto irrisorio in termini numerici: poco più di tre mesi, in un mandato che dura quattro anni, non sono di certo un lasso di tempo adeguato per farne in sé un metro di giudizio utile a capire come se la sta cavando un presidente. Eppure, si tratta anche di un traguardo dal valore importante.

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I 100 giorni di presidenza si celebrano fin dai tempi di Franklin D. Roosevelt, che negli anni della Grande Depressione fissò questo traguardo per dare visibilità alla quantità di leggi che erano state approvate in tempo record per far ripartire l'economia. Da allora, è una scadenza rispettata da tutti i presidenti e attorno alla quale ruotano promesse, celebrazioni, e bilanci provvisori.

Se molti suoi predecessori, primi su tutti John F. Kennedy e Barak Obama, vedevano in questo traguardo una minaccia e tendevano a mettere le mani avanti su quello che sarebbero riusciti a fare, Donald Trump—in accordo con il suo stile—lo ha usato con sicurezza e spavalderia in campagna elettorale.

Arrivato però a un passo dai 100 giorni—dopo aver annunciato leggi e presentato piani per arrivare il più pronto possibile all'appuntamento—alla fine Trump ha sminuito la scadenza definendola una "barriera artificiale" piuttosto insignificante, e "uno standard ridicolo".

No matter how much I accomplish during the ridiculous standard of the first 100 days, & it has been a lot (including S.C.), media will kill!

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump)April 21, 2017

Qualunque sia il suo giudizio, tuttavia, è innegabile che la Casa Bianca viva questa giornata con grande pressione, presentandosi con una pagina internet dedicata e diversi eventi. Ma come sono stati questi primi 100 giorni di presidenza di Donald Trump? Abbiamo provato a fare un bilancio, tenendo in considerazione le leggi che sono state approvate, le promesse che sono o non sono state mantenute, la politica estera e il consenso interno.

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La squadra di governo e le leggi

Pur considerando quella dei 100 giorni "una barriera artificiale", pochi giorni fa Trump ha dichiarato che nessuna amministrazione nei primi 90 giorni ha ottenuto più risultati della sua. La stessa cosa si legge sul sito in cui la Casa Bianca celebra l'occasione, che si apre così: "In quanto a impedire al governo di interferire nella vita degli americani, il presidente Donald J. Trump ha fatto in questi primi 100 giorni più di qualsiasi altro presidente nella storia."

La sua attività politica, però, mostra una realtà ben diversa.

Trump è stato estremamente lento nel formare il suo governo, tanto che moltissime posizioni devono ancora essere assegnate—con un ritardo nettissimo rispetto ai presidenti che lo hanno preceduto. Non si tratta necessariamente di un fatto di incompetenza o di tempi: Trump ha più volte dichiarato che ritiene alcune di queste posizioni all'interno della Casa Bianca inutili, ed è quindi presumibile che non abbia alcuna intenzione di riempirle.

Allo tempo stesso, Trump ha fatto discutere per i collaboratori che ha scelto in alcune posizioni piuttosto importanti. Primo su tutti Steve Bannon, chief strategist della Casa Bianca e figura ricollegabile all'estrema destra americana. Su un altro piano, è stato molto discusso il ruolo di rilievo dato al genero Jared Kushner, marito di Ivanka Trump e diventato una figura onnipresente nell'attuale amministrazione.

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Rimanendo sull'argomento nomine, Trump ha dalla sua il fatto di esser riuscito a far eleggere alla Corte Suprema un giudice conservatore—cosa non semplicissima nel sistema politico americano, e che viene generalmente considerata una delle sue più importanti vittorie politiche ottenute finora.

Per quanto riguarda le leggi, il presidente in carica ne ha firmate 28. Si tratta—che lo si interpreti come fatto positivo o negativo—di un numero piuttosto alto rispetto ai suoi predecessori. Eppure entrando nel merito, nessuna di queste ha un peso politico particolarmente rilevante. Le più significative riguardano la cancellazione di alcune precedenti leggi approvate con Obama (come quella che inaspriva i parametri per ottenere il porto d'armi). Tra quelle che invece non sono passate, la sconfitta principale riguarda la riforma dell'Obamacare, su cui torneremo in seguito.

Gli ordini esecutivi

Se quindi le leggi firmate da Donald Trump non hanno avuto finora una particolare rilevanza politica, a far discutere e a essere incisivi—anche se più che altro temporaneamente—sono stati soprattutto gli ordini esecutivi.

Il più noto è sicuramente il cosiddetto Muslim Ban—l'ordine con il quale ha bloccato temporaneamente l'ingresso negli Stati Uniti alle persone di sette paesi a maggioranza musulmana. Dopo aver scatenato giorni di confusione e la protesta di gran parte della società civile americana, l'ordine è stato considerato incostituzionale e sospeso a pochi giorni dalla sua firma.

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.— Michael Skolnik (@MichaelSkolnik)April 28, 2017

Un discorso simile vale per l'ordine con il quale Trump aveva intenzione di bloccare fondi alle cosiddette Sanctuary City, ovvero le grandi metropoli come New York e Los Angeles che adottano alcune misure di tutela nei confronti degli immigrati illegali. Il decreto è stato bloccato e dichiarato incostituzionale, e oggi Trump non ha ancora dichiarato di volerne proporre uno nuovo.

Parlando invece di ordini esecutivi che sono andati a buon fine (a seconda dei punti di vista), Donald Trump ha cancellato attraverso uno di questi gran parte dei provvedimenti per l'ambiente che erano stati approvati sotto la presidenza di Obama—compresi gli storici accordi sul clima di Parigi del 2015.

Le promesse di Trump

Oltre alle leggi e agli ordini esecutivi, un modo utile per capire come sono andati questi 100 giorni di presidenza di Donald Trump è confrontare il suo operato con quanto aveva promesso in campagna elettorale.

Nello specifico, due settimane prima di essere eletto, Trump aveva rilasciato il suo contratto con gli elettori americani, che conteneva il "100-day action plan to Make America Great Again".

Oltre alle varie mosse per proteggere i lavoratori americani e ripulire Washington dalla corruzione, questo conteneva dieci leggi che Trump prometteva sarebbero state presentate al Congresso nei suoi primi 100 giorni di presidenza. Ad oggi, solo una di quelle dieci leggi è arrivata al Congresso, e ha registrato una sonora sconfitta.

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Leggi anche: 7 dichiarazioni di Trump da presidente talmente assurde da sembrare inventate

Si tratta infatti della legge con la quale intendeva sostituire l'Obamacare: dopo essersi scagliato contro la riforma sanitaria di Obama durante tutta la campagna elettorale e aver promesso che l'avrebbe stracciata, arrivato al momento di presentare la proposta Trump si è reso conto di non avere i voti sufficienti all'interno del partito, e ha ritirato il disegno di legge con un nulla di fatto.

Rispetto agli altri punti, se non sono arrivati né gli aumenti alla spesa militare, né gli investimenti sulle infrastrutture, né tantomeno le misure per migliorare il sistema scolastico promesse, il 25 aprile scorso—in extremis rispetto al traguardo dei 100 giorni—è arrivato un piano fiscale. Oltre ad essere stato accolto con numerose critiche, però, attualmente assomiglia più alla bozza di un piano fiscale—essendo composto da poche pagine.

Here are the campaign promises Trump actually kept in his first 100 days — VICE News (@vicenews)April 28, 2017

Per ultimo, un'altra promessa che si profila sempre di più come una sconfitta certa e clamorosa (per quanto scontata) riguarda il muro al confine con il Messico, con il quale il presidente degli Stati Uniti vuole proteggere il paese da "immigrati criminali e terroristi."

Come noto, Trump sosteneva che il Messico stesso avrebbe dovuto pagare una cifra che andava dagli 8 ai 25 milioni di dollari per il muro di più di 3mila chilometri. Dopo cento giorni e nonostante Trump non abbia completamente rinunciato all'idea, il Messico non ha pagato—e soprattutto il Congresso non sembra intenzionato a sbloccare i fondi da destinare al suo finanziamento.

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I rapporti internazionali

Durante la campagna elettorale, Trump aveva portato avanti una posizione isolazionista, attaccando più volte il ruolo che Obama aveva giocato nel Medio Oriente e sostenendo che gli Stati Uniti avrebbero dovuto tirarsi fuori da questioni che non li riguardavano direttamente.

Dopo cento giorni di presidenza, la situazione sembra radicalmente cambiata e Trump sembra essere tornato alle posizioni conservatrici più classiche. Se i problemi di comunicazione con gli altri leader sono stati evidenti fin dal primo momento, la situazione non sembra migliorare—dove non regnano imbarazzo e confusione sale la tensione.

President Trump says the US could have a 'conflict with North Korea.' This is the range of the country's missiles — CNN International (@cnni)April 28, 2017

Le azioni più significative fatte da Trump sul terreno internazionale sono state per adesso l'attacco contro la base aeronautica militare di al Sharyat in risposta al bombardamento chimico lanciato pochi giorni prima da Bashar al-Assad, e la "madre di tutte le bombe" sganciata poche settimane dopo sull'Afghanistan, in quello che sarebbe stato una dimostrazione di forza contro l'ISIS.

Per quanto non sia chiaro se questi attacchi facciano parte di strategie più a lungo termine, l'approccio mostrato da Trump in politica estera sembra essere molto più interventista del previsto, e soprattutto poco prevedibile, con posizioni che cambiano repentinamente. Tutto questo ha portato a una tensione inimmaginabile fino a pochi mesi fa con il presidente russo Vladimir Putin, oltre che a una situazione ancora peggiore con la Corea del Nord, per cui le minacce tra i due paesi sembrano ormai all'ordine del giorno.

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Il consenso politico

Tutto questo si traduce in un record negativo storico a livello di consensi: da mesi, il gradimento nei confronti di Trump si aggira attorno al 40 percento—il dato più basso della storia recente a questo punto della presidenza.

Tuttavia, la base di Trump sembra ancora sostenerlo, e questo fa sì che uno degli effetti maggiori dopo i primi 100 giorni di presidenza Trump è che l'America è più divisa che mai.

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Foto via The White House/Facebook