Radio Radicale era nata nel 1976, in piena fioritura delle radio libere, e sin dagli inizi aveva scelto di fare da megafono alle istituzioni, trasmettendo le sedute del parlamento e i congressi di tutti i partiti. I primi a rispondere all’appello e a lasciare messaggi in segreteria contro la chiusura della radio sono i militanti e simpatizzanti radicali, e il tono è sempre lo stesso: senza di voi la democrazia è in pericolo, in bocca al lupo, tenete duro. Ogni tanto però insieme alle chiamate di sostegno arrivano anche messaggi di insulti o scherzi telefonici che i redattori incaricati di vagliare le chiamate escludono dalla messa in onda.Buongiorno Radio Radicale, chiamo da Siena. Vorrei dire: lottate, lottate contro le ingiustizie! Vi faccio tanto coraggio, sarò sempre al vostro fianco.
Vorrei lasciare un messaggio. Mi sono innamorato di una ragazza di quarta, spero che sia in ascolto, si chiama Claudia. Ho mangiato con lei una pizza al ristorante Porta Portese. Chiunque la conoscesse è pregato di avvertire a Gianluca. Grazie.
Messaggi folli, dichiarazioni d’amore, pubblicità, gente che canta, annunci vari. Ogni telefonata ne chiama altre dieci. La gente risponde agli sfottò e rilancia, in un botta e risposta senza fine. Il filo della solidarietà a Radio Radicale si perde, travolto da mille voci di ragazzini, anziani, donne sole, repressi, esponenti della curva, gente che chiama dalla cabina telefonica: le segreterie scoppiano (una si rompe) e Radio Parolaccia diventa un caso.Loquenzi ricorda: "Non mi era mai capitato di camminare per strada e sentire la gente che ascoltava Radio Radicale, a Ostia la domenica c’erano gruppetti che ascoltavano Radio Radicale sotto l’ombrellone, in autobus, al bar il barista diceva, 'Zitti, zitti, sentite questo!' Era un fenomeno che non avevo mai visto."Qui Radio Drogati del 2000. Oroscopo dei drogati. Ariete: con Venere vi giungerà eroina, serata colorata. Gemelli: Mercurio vi porterà al fresco, serata in casa. La Luna consiglia: fatevi una pera. Qui Radio Drogati del 2000.
[su "Faccetta nera"] A tutte le troione del nord: Bella biondina, apri le cosce, sarai travolta dalle furie giallorosse, quando verremo dentro di te, noi canteremo tutti in coro Roma Alè.
Buongiorno. Vorrei dire che i politici che sono al governo ci stanno sommergendo di tasse e prendono le bustarelle e sono tutti dei ladri.
Oggi conosciamo bene la geometrica potenza delle campagne d’odio che si propagano sui social network. Fa quindi sorridere, nella sua ingenuità ruspante, il giovanotto che chiamava Radio Radicale, si sfoga e poi ringrazia la radio per avergli concesso un minuto di attenzione. “In quelle telefonate mi colpisce nostalgicamente la presenza del corpo e della voce,” mi dice Vittorio Lingiardi, docente di psicologia dinamica all’Università La Sapienza di Roma, che ha contribuito alla realizzazione della Mappa dell’intolleranza su Twitter per Vox - Osservatorio italiano sui diritti. “La radio richiedeva la voce, mentre ora si può anche scegliere di nascondersi in rete dietro profili anonimi, ma l’insulto passa ancora per il corpo e la sua umiliazione. Le categorie sociali sono rimaste più o meno le stesse, ma è cambiato quel che avviene dopo. In rete l'odio, al contrario di quanto avveniva in radio, può trovare risonanza e amplificarsi”.Buongiorno, mi chiamo Fabio. Vorrei dire che ho un pisello abbastanza grosso e mi piacciono le signore di una certa età, anche anziane. Se qualcuna vuole godere con me può telefonarmi al numero [dà il numero]. Vi aspetto.
Buongiorno. Sono un ufficiale superiore della dogana. Invito tutti gli italiani civili a denunciare alla magistratura Radio Radicale, per le parole oscene e offensive nei confronti del capo dello stato e delle istituzioni. Sollecito gli organi dello stato a rilevare i telefoni da cui partono queste chiamate, che sono la vergogna del nostro paese…
L’intuizione di Pannella, però, salva la radio. Nell’autunno di quell'anno il parlamento estende il finanziamento pubblico per l’editoria di partito alle stazioni radiofoniche, e Radio Radicale può continuare a esistere.L’Italia che odia, invece, torna a ribollire sottotraccia. “Adesso che il turpiloquio è stato messo a tacere possiamo serenamente tornare a immaginarci un paese popolato di intellettuali, yuppies, donne-manager, gentiluomini di campagna, vip, amanti della vela e delle passeggiate in montagna”, commentò a caldo la giornalista Miriam Mafai suRepubblica. E qualcuno lo immaginò davvero che le cose stessero così, convinto che l’ondata di sordo rancore popolare che usciva dalla radio fosse solo una carnevalata fuori stagione, e non ci pensò più.Di lì a pochi anni il sistema politico italiano che aveva retto per quarant'anni sarebbe improvvisamente crollato di schianto.Le citazioni di questo articolo sono tratte da telefonate arrivate a Radio Radicale tra il 30 giugno e il 14 agosto 1986. L’esperimento è stato ripetuto nel 1991 e nel 1993. Si ringraziano Guido Mesiti e l’Archivio sonoro di Radio Radicale, che conserva gran parte degli audio originali.O Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno. Cosa aspettate a levare questi messaggi schifosi, sono arrivati persino a offendere il Santo Padre, ma che radio è questa.