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Attualità

Cos'era 'Vento Ribelle', la pagina che ha condiviso il meme con Salvini ostaggio delle BR

Potrebbe essere il primo esempio di buongiornismo di estrema sinistra dell'internet italiano.
Un grab da Vento Ribelle. Foto via

Domenica sera, la pagina che tutti seguiamo senza metterci like per stare aggiornati sulla pancia del paese si è illuminata. "Incredibile. Questa è VIOLENZA. Non mi fanno paura, mi danno ancora più forza: andiamo a governare!!!" ha scritto Matteo Salvini, condividendo un photoshop fatto abbastanza male in cui lo si vedeva imbavagliato davanti a una tenda col logo della Brigate Rosse, con un palese riferimento alla famosa foto diffusa durante il rapimento di Aldo Moro.

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Chiaramente la "violenza" subita da Salvini (come qualsiasi cosa faccia o subisca Salvini) è finita subito su tutti i giornali e i siti di news. Il segretario della Lega ha annunciato l'intenzione di denunciare l'autore dell'immagine, approfittandone per augurarsi che "di fronte a tante inaccettabili minacce si aprirà anche un serio dibattito sulla violenza vera e non presunta" (il riferimento è, presumo, ai fatti di Como di qualche giorno fa). "Ovviamente mi auguro che dopo tante chiacchiere sulle fake news e la violenza su Facebook partano indagini vere e approfondite sull'autore di questo gesto," ha aggiunto.

L'immagine—che per la verità era già comparsa nel giugno 2016, condivisa su Facebook da un delegato comunale PD di Sarzana e che anche allora aveva sollevato un piccolo polverone—proveniva da una pagina Facebook con circa 110mila fan e la faccia di Carlo Giuliani nel logo: Vento Ribelle.

Dopo lo scoppio del caso, la pagina è stata segnalata in massa e adesso è stata chiusa.

Dagli articoli

che ne parlano

sappiamo che si definiva "antifascista, antirazzista, anticapitalista, antimilitarista, anticolonialista e antimperialista" e che il suo sottotitolo era "Disprezzo assoluto al sistema e al suo governo, né omertà né padroni su questa terra." In pratica caso tanto raro quanto interessante di una pagina Facebook che riusciva a essere buongiornista e di estrema sinistra.

Sempre da una breve ricerca si scopre che lo scorso agosto la pagina aveva già fatto parlare di sé per un post grossolamente sbagliato riguardo ai fatti di Piazza Indipendenza, pubblicando la famosa foto della "carezza del carabiniere" identificando quest'ultimo come Vincenzo Canterini, ex comandante del famoso settimo nucleo, responsabile dei fatti della scuola Diaz durante il G8 di Genova. Sul suo sito, il debunker David Puente faceva notare l'errore, aggiungendo che chi gestisce la pagina "non ha reagito in maniera tanto diversa da tutti gli altri che generalizzano e hanno dei pregiudizi."

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Appunto, i gestori. Secondo quanto riporta Repubblica, "membri del team risultano Vito Matera, Gian Piero Sartiani, Davide Codenotti." Mentre Matera, contattato sempre da Repubblica, ha detto di occuparsi della pagina "superficialmente, in genere solo per informare su iniziative territoriali" e di non essere "né l'autore né a conoscenza di dettagli" per quanto riguarda il photoshop di Salvini, Codenotti ieri ha parlato alla Zanzara di Radio24, spiegando che si tratta di una pagina satirica.

Parlando del profilo Facebook di Codenotti—che come immagine di copertina ha il logo del Movimento 5 Stelle—Repubblica ha scritto che "si vede che si tratta di un’attivista o simpatizzante del M5S, con tanto di foto tra i gazebo dell’ultimo raduno a 5 Stelle di Rimini" e che "sembra di capire che si tratta di un attivista proveniente dalla galassia dei centri sociali e dei movimenti antagonisti." E in effetti quest'immagine di "grillino di sinistra" oltre a trasparire dai riferimenti politici che si trovano sul suo profilo (da Anonymous ai No Tav, da Pertini a Carlo Giuliani e via dicendo) può anche spiegare lo stile comunicativo della pagina.

Se si guardano i post di Vento Ribelle (su diversi siti, dal Populista di Salvini a Nextquotidiano, si possono trovare screenshot dalla pagina, mentre su Twitter c'è un hashtag in cui si trovano un po' di immagini, tutte postate dallo stesso utente) si notano infatti alcune caratteristiche che siamo abituati ad associare alla comunicazione gentista in generale e del M5S in particolare: a partire dai toni, dall'uso disinvolto della punteggiatura, dai fotomontaggi artigianali, dagli slogan e dalla retorica utilizzata.

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La differenza più evidente è però nei contenuti: mentre di solito i post gentisti tendono a battere sempre su alcuni tasti ben precisi, ad esempio la retorica anti-casta, nel caso di Vento Ribelle gli argomenti sono proprio diversi. Le frasi, i simboli e le icone si avvicinano di più a quella nebulosa cultura di estrema sinistra che andava forte nei primi anni Duemila.

Prima di tutto per la A cerchiata degli anarchici, onnipresente come una specie di firma in molte delle immagini della pagina. E poi per i riferimenti antiamericani, antiproibizionisti, alla resistenza palestinese, all'indipendentismo catalano, al G8 e a Carlo Giuliani che di quella sinistra è diventato un po' il simbolo e che infatti era nel logo della pagina.

Ci sono vignette politiche che sembrano uscite dai tempi delle 10 domande di Repubblica e dei gruppi "I'm italian and prime minister Silvio Berlusconi is not speaking in my name":

Contenuti esplicitamente femministi con frasi ispirazionali:

Immagini pseudo-hippie sull'amore che può salvarci tutti:

E un sacco di contenuti virali negativi, ovvero quei "messaggi pseudo-ispirazionali, pseudo-filosofici e passivo-aggressivi" che portano avanti una "retorica della paranoia" fatta di bordate contro tutto e tutti mentre si celebra il fatto di avercela fatta e di essere ancora in piedi in un mondo ostile.

Ad esempio c'è una vignetta di una ragazza seduta per terra con accanto questo dialogo: "Stasera andrò a dormire presto” “Cosa hai fatto di così impegnativo, oggi?” “Ho sopportato la gente.” Questo è invece un altro esempio, forse ancora più chiaro:

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Ovviamente ci sono anche contenuti prettamente politici, ed è in questi che l'influsso del M5S e della retorica gentista si fa più evidente. È come se l'antiberlusconismo che dieci anni fa ci portava a condividere vignette su Berlusconi sia sopravvissuto e si sia moltiplicato. Quel sentimento c'è ancora, come si può notare dai photoshop di Salvini nei panni di un gerarca fascista, ma è stato decisamente aggiornato. Adesso nei fotomontaggi su Silvio compaiono un sacco di nuovi personaggi—qui raffigurati mentre fanno il trenino di capodanno:

Questi pochi esempi purtroppo sono praticamente tutto il materiale che abbiamo al riguardo, ma già così direi che si riesce a farsi un'idea di che tipo di cosa doveva essere quella pagina. I contenuti sono il genere di cosa che avrei visto ovunque e probabilmente anche condiviso se ci fosse stato Facebook durante gli anni più bui della mia adolescenza fatta di manifestazioni, collettivi e 99 Posse. Il fatto che questi contenuti girino ancora nonostante tutti gli anni che sono passati e tutti i cambiamenti che ci sono stati da allora nel mondo e nella politica italiana è davvero stupefacente, oltre che interessante.

Un'altra cosa interessante è notare quanto alla fine si sia dimostrato pervasivo quel tipo di comunicazione, nonostante fosse strettamente legato a un preciso periodo storico oggi più o meno concluso. Presi singolarmente i meme su Berlusconi sono quello che sono (ovvero meme stravecchi su Berlusconi) ma messi insieme a Carlo Giuliani, al femminismo, alle foto di foglie di marijuana, ai meme sulla Palestina e contro gli USA e a tutto il resto hanno creato un'estetica ben precisa—una cultura, potremmo dire—che in qualche modo è riuscita a sopravvivere alla fine del berlusconismo per venire risucchiata nel M5S. Lo stesso percorso di mio padre in pratica, che prima votava Prodi e adesso vota Di Maio.

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