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Politică

Un modestissimo desiderio per il 2019: basta politici italiani che condividono i cazzi loro

Foto di maritozzi, assist alle partite di calcetto, cellulari rotti: la politica italiana è diventata una specie di trasposizione quotidiana della banalità.
Niccolò Carradori
Florence, IT
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Collage tramite immagini via Instagram.

Sapete cosa accomuna le strategie social di Angela Merkel, Donald Trump, Emmanuel Macron e Jair Bolsonaro? Il fatto che non postano mai le foto delle pizze. Il che, dal punto di vista dei politici italiani, deve essere una falla comunicativa enorme: la quotidianità è la base di un profilo politico solido, rassicurante, e che fa presa sulle masse; e non c'è niente di meglio di una pizza per testimoniare il quotidiano di un politico. Quindi pizze, pizze, pizze, pizze, un mare di pizze. E, con moderazione, qualche birra.

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Qualche tempo fa Di Maio tentò addirittura di rinforzare lo scontro con l'Europa dei burocrati con una pizza, ricordando al tedesco Oettinger che non doveva fare il fenomeno con i nostri conti statali, perché noi abbiamo la margherita con la bufala e lui solo i bratwurst.

Ma negli ultimi tempi la questione della quotidianità dei politici da spammare sui social attraverso il cibo è degenerata, diventando un fenomeno endemico e quasi brutale. Un bombardamento continuo di gastronomia italiana di ogni conformazione, provenienza regionale, e apporto calorico: babbà a forma di Vesuvio, sorbetti al mandarino, struffoli, torte con i Pan di Stelle, la Meloni che ci tiene a farci sapere che festeggia il #MaritozzoDay. Non è solo un vezzo, è diventato un argomento di dibattito, e un termometro dell'opinione pubblica.

La "foto politica" che negli ultimi due giorni è girata e ha fatto indignare maggiormente è stata quella in cui Salvini iniziava la mattinata di Santo Stefano con una fetta di pane e Nutella mentre nella provincia di Catania si contavano i danni del terremoto. Il modo in cui il Ministro dell'Interno si è difeso dalle critiche riassume totalmente il senso di questa moda sui social: ha fatto una diretta dal balcone di casa dei genitori, e ha dichiarato che le polemiche non possono che giovargli, e che governerà 20 anni. "Un ministro mangia, beve, dorme, sorride, passeggia, va in montagna, sta con i figli, va in bagno, fa quello che milioni di persone fanno normalmente. E forse questo dà fastidio ai soloni e ai professoroni."

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Stamattina, poi, ha pubblicato una foto in cui prende un caffè.

Salvini, insomma, ha toccato il punto centrale: il cibo ovviamente è solo il mezzo più banale per evidenziare la propria vita di tutti i giorni, quello che gli italiani recepiscono meglio. I politici italiani vogliono raccontarci i cazzi loro, di continuo—non importa se si tratta di un assist fatto alla partitella fra parlamentari, di X-Factor o delle rotture di coglioni casalinghe che gli procurano i figli—perché così sono più vicini e umani, lontani dalle élite che non si fanno i selfie al cesso per far sapere a tutto il mondo che hanno l'alluce valgo.

Ecco un altro esempio perfetto: Di Maio, che ormai da tempo tallona fortissimo Salvini sulla quotidianità, una decina di giorni fa si è sentito in dovere di condividere pubblicamente il fatto di aver rotto lo schermo dello smartphone. "Con il buon vecchio 3310 non sarebbe mai successo."

Uno si aspetterebbe che un elettore random di Barletta o di Cernusco sul Naviglio, vedendo questa foto, commenti scrivendo quanto non gliene possa fottere niente dei telefoni di Di Maio. E invece no, si è creato un dibattito: "ll 3310 poteva rimbalzare sul pavimento e nn scalfirsi. L'8700 di un'altra marca mi ha ruzzolato per circa 5 metri e non si è fatto niente, tu caro Luigi, non so se lo hai presente, visto la tua età. Un grande saluto e….andate avanti così!!!"

Perché in questi post c'è sempre qualche domanda retorica da marketing 101. "Io stasera mangio [inserire cibo nazional-popolare], e voi?!". E la gente risponde, tutta esaltata dal fatto che una carica dello stato faccia le stesse cose che fanno loro.

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Ora: sarebbe inutile pretendere che la comunicazione social della politica debba basarsi unicamente su argomenti alti e nobili. Sono pienamente cosciente del paese in cui vivo. Ma mi domando: voi ogni volta che vedete una foto di Salvini che si cucina un piatto di pasta con il sugo pronto, o di Toninelli che obbliga il proprio cane a partecipare all'hip hip urrà di famiglia, non sentite il vuoto pneumatico che ronza nelle tempie?

Non stiamo vivendo soltanto un'epoca dominata da gentismo e sovranismo esagitato: siamo in una zona di decompressione della realtà politica. Come scrive l'esperto di comunicazione politica Dino Amenduni, i nostri politici possono permettersi simili strategie perché giocano una partita già vinta: hanno livelli di consenso plebiscitari, e al di fuori della loro retorica nella politica attuale non esiste nulla. Fino a che non succede qualcosa che stona rispetto al quotidiano del leader del momento, possono continuare indisturbati con i panini e le pizze.

E questo testimonia bene l'epoca che stiamo vivendo. Un tempo calcolavamo la portata delle bioemissioni di Berlusconi durante le cene eleganti, adesso siamo in estasi per questa specie di Neorealismo politico, e ci emozioniamo se un ministro ci fa vedere come lava i fantasmini comprati al mercato.

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