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Il comune di Roma sta talmente a pezzi da scambiare una scritta storica per 'vandalismo'

La scritta "Vota Garibaldi Lista N° 1" era nel quartiere Garbatella dal 1948, ma oggi l'unità Decoro Urbano del Campidoglio ha deciso di cancellarla.
Leonardo Bianchi
Rome, IT
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La scritta storica cancellata nel quartiere Garbatella a Roma. Foto via Facebook.

Chiunque vive a Roma sa che le scritte sui muri sono davvero l’ultimo dei problemi. Ma l’ultimo ultimo. Bus che, nel migliore dei casi non passano; o che nel peggiore prendono fuoco da soli. Strade talmente piene di buche che pure le moto da cross arrancano. Immersioni nella monnezza per buttare un sacchetto. E si potrebbe andare avanti ancora a lungo.

Questa stamattina invece, un’unità del Decoro Urbano del Comune si è presentata in via Basilio Brollo, nel quartiere Garbatella, per cancellare una minacciosa scritta fatta con la vernice rossa: “Vota Garibaldi Lista N° 1.”

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Una bella spennellata di giallo e via, decoro finalmente ristabilito. C’è solo un lievissimo inconveniente: quella scritta non era una cosa a caso, ma un pezzo di storia importante del quartiere, nonché una delle “testimonianze murarie più vecchie della città.”

Come spiega Casetta Rossa, “faceva riferimento alle elezioni politiche italiane del 1948, quando Partito Comunista Italiano e Partito Socialista Italiano si presentarono in una lista unica, denominata Fronte Democratico Popolare, avente come simbolo il volto di Garibaldi.”

L’attuale presidente del municipio VIII Amedeo Ciaccheri—eletto nel 2018 con la lista di sinistra “Super 8” dopo l’implosione della precedente giunta municipale grillina—ha usato parole parecchio dure per criticare l’azione del comune. “Oggi il Campidoglio,” ha scritto sulla propria pagina, “apre una ferita nel cuore della nostra comunità e dovrà risponderne politicamente per il danno e per l'urgenza del ripristino e del restauro immediato che come Municipio stiamo richiedendo da subito.”

La circostanza davvero paradossale del tutto è che, qualche anno fa, l’allora presidente di municipio Massimiliano Smeriglio aveva fatto restaurare quella scritta, mettendoci pure una pensilina protettiva e una targa commemorativa. In un post su Facebook, lo stesso Smeriglio si è detto “furibondo” perché “chi non sa riconoscere l’identità di un luogo non può governarlo.”

Il Campidoglio, dal canto suo, ha fatto sapere che si è trattato di "un errore di un addetto della ditta appaltatrice del servizio per il decoro urbano." Resta comunque il fatto che la cieca ossessione per il “decoro” è rimasta praticamente l’unica cosa a cui il comune si può aggrappare a Roma. Con questi brillanti risultati.

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