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I millennial che pagano per le spese dei propri genitori

Abbiamo parlato con alcuni giovani di indipendenza economica e di cosa significa contribuire al mantenimento della propria famiglia.
Lamees e Rachel
Foto per gentile concessione delle persone intervistate.

Quand’è che abbiamo iniziato a parlare dei millennial come una generazione degenere, pigra e perennemente triste?

È stato quando un tizio ha additato i toast all’avocado come la fonte di tutti i nostri problemi di soldi? O quando vivere a casa dai genitori è diventato sintomo di pigrizia anziché di quanto faccia schifo il mercato del lavoro e degli immobili? Oppure dobbiamo ringraziare i media, dato che danno sempre il merito del nostro successo alle “tasche di mamma e papà” e a presunte eredità, come se fossimo davvero tutti così fortunati? Perché no, non lo siamo.

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Per quanto mi riguarda, non sono cresciuta in una casa particolarmente benestante e quando mio padre è morto, pochi giorni dopo la mia laurea, le responsabilità finanziarie mi hanno colpita in pieno. Non solo pago le mie spese da me, ma ora aiuto anche la mia famiglia con le sue. E una cosa è certa: moltissimi millennial—una generazione i cui membri più anziani sono allo sgocciolo dei 30 anni—fanno lo stesso.

Ho deciso di contattare un po’ di persone nella mia stessa situazione, e offrire a chi ne avesse bisogno una sana dose di ciò che molti di noi chiamano realtà.

Steven

Immagine per gentile concessione di NKPR

Steven, 30 anni

VICE: Aiuti i tuoi genitori economicamente?
Steven: Sì. Non tantissimo al momento, ma da quando a mia madre è stato diagnosticato il cancro qualche anno fa, li aiuto. Prima aveva subito un infortunio che l’ha costretta a chiedere un’invalidità sul breve e successivamente sul lungo periodo, poi ha scoperto il cancro e le cose sono peggiorate.

Non prendeva molti soldi dall’invalidità e il fatto che anche mio padre fosse invalido non aiutava. Gli avevano appena alzato l’affitto e faticavano ad arrivare alla fine del mese, così ho sentito di dover fare qualcosa. Li ho aiutati con l’affitto quando serviva, ho dato la mia carta di credito a mia madre e ho fatto del mio meglio per riempire il loro frigo. Era il minimo che potessi fare.

Come ti fa sentire la tua situazione?
Quando sento di altri che si fanno ancora pagare dai genitori le bollette o il mutuo o il prestito per la macchina quando potrebbero farlo da sé, resto basito. Primo perché permettono ai loro genitori di farlo. Secondo, perché dipendono ancora da loro, di base.

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Pensi che certi tipi di famiglie debbano affrontare questo tipo di problemi più di altre?
Venendo da una famiglia di persone immigrate in Canada, direi che quelli come noi sono più a rischio. I miei genitori sono arrivati qui con poco più dei vestiti che indossavano. Eppure, so di gente immigrata qui con risorse economiche a disposizione; non è sempre lo stesso.

Lamees

Lamees, 23 anni

VICE: Com’è la situazione finanziaria tra te e i tuoi genitori?
Lamees: Sono cresciuta in Medio Oriente e mi sono trasferita in Canada nel 2010. Tutti sanno che Dubai è un posto costoso e di lusso—e la mia famiglia ha avuto quello stile di vita a lungo. Poi siamo venuti in Canada. Il tema comune a tantissimi padri di famiglie immigrate è che hanno lavori e qualifiche incredibili, ma quando arrivano qui il sistema li riduce a niente. Ed è questo che è successo a mio padre. Non ha trovato lavoro, da quando è qui. E mia sorella è stata male, così anche mia madre non ha potuto lavorare.

Come contribuisci alle spese?
I miei genitori non mi hanno mai detto espressamente di contribuire alle spese, ma mia madre semina di tanto in tanto discorsi sul fatto che non ci saranno sempre loro a mantenermi e io lo capisco. Così quando ho iniziato a guadagnare abbastanza per risparmiare, ho cominciato a pagare le uscite in famiglia, tipo le cene, i biglietti di un concerto o del cinema. I miei genitori hanno organizzato una festa di laurea bellissima per me, e io ho ridato a mia madre 1.000 dollari in una busta perché mi sentivo in colpa per la cifra spesa.

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Come ti fa sentire sapere di dover aiutare i tuoi genitori?
Orgogliosa. Mi sento bene a poter ricambiare quello che hanno fatto per me quando potevano. Alle volte sento una punta di risentimento… Non so se è verso il sistema che ha schiacciato la motivazione di mio padre, non so se è verso mio padre per non saperci più mantenere, non so se è verso l’intera situazione.

Joey, 30 anni

VICE: I tuoi genitori ti mantengono?
Joey: Mio padre non è mai stato presente e mia madre è stata di passaggio. A novembre, è mancata. C’era il costo di trasporto del corpo, del vestito e del viaggio fino a Montreal per il funerale, più quello di ritorno—costi che non sono necessariamente altissimi, ma per una persona con un sussidio di invalidità e che lavora come freelance, fanno la differenza tra comprarsi da mangiare o no.

Cosa pensi di questa illusione che la nostra generazione gode dell’eredità dei propri genitori?
Alcuni amici mi hanno detto, “È molto triste, ma almeno ti prendi la casa,” e io ero tipo quale casa? Di che parlate? Mia madre non aveva una casa. Nella loro mente il loro piano per la pensione è la morte dei genitori. Il che è strano, ma è anche parte della cultura di certe persone.

Come migliorerebbe la tua vita, se avessi dei genitori a mantenerti?
Migliorerebbe la mia salute mentale, la mia nutrizione, cose basilari. Potrei permettermi frutta e verdura fresca o cose normali che puoi fare con un minimo di assistenza. Anche solo la sicurezza di sapere che potrei fare un colloquio per un lavoro un po’ più alto delle mie qualifiche e se va bene va bene, se non va bene pazienza, so che posso tornare a casa dai miei per un po’. Penso che un minimo di sicurezza dia più opportunità, più possibilità.

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rachel

Rachel, 26 anni

VICE: Cosa fai di lavoro e quanto guadagni?
Rachel: Sono dipendente in una clinica, e prendo 40mila dollari all’anno.

Com’è la situazione con la tua famiglia?
Tre anni fa, mio padre ha divorziato da sua moglie e la situazione è degenerata, soprattutto economicamente. Si è riempito di debiti per riuscire a ottenere la custodia di mia sorella, che ha 13 anni. Durante quel periodo è stato investito da una macchina, restando invalido in modo permanente. Non può lavorare e ha solo la terza media. Poi l’anno scorso la madre di mia sorella è morta all’improvviso, e mio padre è diventato l’unico tutore. Così, senza altri famigliari o entrate, ho deciso di trasferirmi di nuovo a casa di mio padre per aiutare lui e mia sorella.

Cosa pensano i tuoi amici di Toronto della tua decisione?
Sono di grande supporto, anche se non credo abbiano idea di com’è la mia vita ora. Devo fare un sacco di sacrifici. Ho delle responsabilità simili a un genitore, ora.

Kelvin*, 25 anni

VICE: Ci parli della tua situazione?
Kelvin: Vivo con i miei genitori nonostante di fatto sia proprietario di un appartamento a Toronto. L’ho comprato da solo e i miei genitori mi hanno fatto da garanti per il mutuo, che pago io. Al momento l’ho messo in affitto però, e vivo a casa dei miei per aiutarli a pagare il loro mutuo e le bollette.

Come è successo?
Circa due anni fa, ho notato alcune bollette sul bancone della cucina. Le ho aperte e ho visto quanto dovevano pagare e ho pensato fosse troppo, considerati i loro stipendi. I miei genitori sono immigrati che hanno lavorato duro e hanno lottato tanto per far sì che io e mio fratello avessimo un futuro migliore. Ho capito che era il mio turno, dovevo prendermi cura di loro.

Cosa pensano i tuoi amici della situazione?
Dipende dagli amici. Alcuni sono cresciuti in contesti simili al mio, quindi mi capiscono. Altri mi ricordano che la mia vita sociale sarebbe molto meglio se tornassi in città. ma non mi lascio toccare da quello che pensano persone così. E a essere onesti, non devo spiegazioni a nessuno. Mi prendo cura dei miei genitori, e questa è l’unica cosa che importa.

*Il nome è stato cambiato per ragioni di privacy.

Le interviste sono state editate per brevità e chiarezza.