Cibo

Un'organizzazione di giovani migranti ha creato una passata di pomodoro caporalato free

Casa Sankara è nata 4 anni fa in provincia di Foggia e nelle sue due strutture ospita circa 500 migranti, fuggiti da situazioni di sfruttamento e caporalato, permettendo loro di  lavorare su 14 ettari di terreno. 
Giorgia Cannarella
Bologna, IT
pelati pomodori no caporalato

Con 1500 morti in sei anni e 400.000 persone, per la maggior parte migranti, sfruttate, il caporalato è una piaga che affligge il Sud Italia da anni, di cui l'opinione pubblica è ancora in buona parte ignara. La pandemia ha peggiorato la situazione e, nonostante la sanatoria per regolarizzare i migranti del ministro Teresa Bellanova, regioni come Puglia, Calabria e Sicilia (ma il problema è anche al Nord Italia), vedono migliaia di braccianti abitare in baraccopoli, lavorare orari mostruosi, ricevere paghe misere e non avere nessun tipo di tutela e assistenza sanitaria.

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Al di là delle iniziative politiche, anche noi come consumatori abbiamo una responsabilità, quella di informarci e scegliere prodotti etici, provenienti da filiere controllate. Proprio dalla Puglia viene un progetto chiamato Riaccolto, e non è difficile capire il perché del nome: questi pomodori pelati sono un simbolo di integrazione, accoglienza, riscatto. Le scatole di pomodori pelati "Riaccolto, la Terra della Libertà" ora sono in vendita in ben 360 supermercati e ipercoop di Coop Alleanza 3.0 nelle regioni di Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia (nelle provincie di Mantova e Brescia) Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Sicilia.


I pomodori sono stati prodotti dai giovani migranti di Casa Sankara. L'Associazione Ghetto - Out. Casa Sankara è un'organizzazione nata 4 anni fa in provincia di Foggia che nelle sue due strutture di accoglienza ospita circa 500 migranti, fuggiti da situazioni di sfruttamento e caporalato, permettendo loro di  lavorare su 14 ettari di terreno. 

Il costo dei pelati è di 1,39 euro a barattolo (400 grammi) e tutti i proventi dell'iniziativa, promossa anche da Legacoop Puglia e in collaborazione con Conserva Italia, andranno all'associazione per continuare a sostenere il loro lavoro a favore di una filiera etica dal punto di vista sociale e ambientale. Non è ovviamente la prima iniziativa del genere: ricordiamo l’iniziativa No Cap e SfruttaZero a Lecce, ma senza dubbio avere un canale di distribuzione così capillare come la Coop permetterà a molti più italiani di acquistare del buon pomodoro etico.


Dice il responsabile Mbaye Ndiaye che questa è "la realizzazione di un sogno. Abbiamo finalmente realizzato qualcosa che abbiamo sognato per otto anni. Siamo andati per gradi: abbiamo pensato prima a darci un tetto dignitoso sopra la testa, poi ad avere un lavoro con un pagamento giusto."

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