A fine settembre la squadra italiana di pasticceria ha conquistato il primo posto alla Coppa del Mondo di Pasticceria svoltasi allo Sirha, il salone della ristorazione di Lione, in cui quest’anno si sono sfidate undici nazioni.“Alcune si perdono per la difficoltà di emergere in una realtà micro-sociale di settore quasi esclusivamente maschile”
Per il nostro paese è la terza Coupe du Monde de la Pâtisserie. Una bellissima vittoria, che però non mi ha impedito di constatare come dal 1989 a oggi in tutte le squadre vincitrici, ognuna composta da tre pasticcieri, ci sia stata una sola donna, e che le squadre italiane siano sempre e solo state composte da uomini.
Perché ci sono poche donne in pasticceria?
Quindi da dove parte, e su cosa si basa, questa evidentissima disparità numerica? Secondo Massari “Alcune si perdono lungo il cammino per quella che viene ritenuta un’incompatibilità con il ruolo di madre, altre per la difficoltà obiettiva di emergere in una realtà micro-sociale di settore quasi esclusivamente maschile. I concorsi aiutano, ma ai concorsi ci si presenta già adeguatamente formati, lo scoglio vero è antecedente.”“Parlo di discriminazioni spesso subdole: di silenzi, di scelte determinate dall’aprioristica preferenza altrui, di relegazione emotiva”
Anche la pasticciera Benedetta Bigoni di Bibi Lab ha sperimentato in prima persona quanto possano risultare discriminatori alcuni meccanismi del settore: “Nel 2019 ho fatto domanda di assunzione in diversi posti. In una pasticceria rinomata mi sono sentita rispondere ‘Mi spiace, non prendiamo donne, anche se hai un bellissimo CV.’ Non ho chiesto spiegazioni e me ne sono andata. Non ho idea del perché qualcuno dovrebbe dire una cosa simile. Immagino fosse per il discorso della sostituzione di maternità.”Quando le chiedo perché le donne non siano presenti quanto gli uomini nel settore lei risponde che “è un lavoro molto fisico e molto impegnativo, a cui dedicarsi al 100%. Ci vogliono forza di volontà e passione.” Una risposta che mi sento dare spesso anche parlando con delle cuoche: perché diamo per scontato che le donne quelle risorse facciano più fatica a trovarle? Perché nelle donne stesse è radicato il pregiudizio che siamo meno portate al sacrificio per la carriera, o a sottoporci a stress fisici e psicologici, mentre ad esempio il sacrificio per la famiglia, quello sì riusciamo a farlo senza problemi?“Basti pensare che la brigata, termine usato per definire una squadra di cucina, è un termine mutuato dal campo militare”
“Credo che la maggior parte delle pasticciere scelga di non tentare nemmeno perché in famiglia non c’è chi la motiva e la aiuta”
I concorsi per sole donne
“Spesso facevano brutte e tristi battute a sfondo sessuale, hanno cercato di scavalcare la mia posizione e mi hanno sminuito pubblicamente”
“Penso ci vorrà tanto tempo per sbarazzarci di pregiudizi internalizzati e bias cognitivi. Ci vorrebbe più solidarietà tra noi”