FYI.

This story is over 5 years old.

Design

Le prime braccia robotiche controllate dalla mente

Les Baugh riesce a controllare le sue protesi, semplicemente pensando ai movimenti.
Les Baugh operates his robotic Modular Prosthetic Limbs. GIF by Beckett Mufson

Les Baugh con le protesi modulari. GIF di Beckett Mufson

Un uomo del Colorado è il primo l'uomo a cui sono state impiantate con successo due protesi modulari (Modular Prosthetic Limbs, MPL), secondo quanto annunciato dall'Applied Physics Laboratory della Johns Hopkins University. Con una combinazione di tecnologia robotica all'avanguardia, scanning in 3D, pattern recognition, algoritmi e un nuovo tipo chirurgia neurale, Les Baugh, a cui sono state amputate entrambe le braccia, può controllare entrambe le protesi semplicemente pensando ai movimenti da eseguire.

L'operazione è una procedura relativamente nuova chiamata “reinnervazione muscolare mirata” che è consistita nella riassegnazione delle terminazioni nervose nelle braccia di Baugh. Dopo la procedura il team della Johns Hopkins ha dovuto preparare la mente e i muscoli dell'uomo a prendere il controllo di un'interfaccia cervello-computer, usando un algoritmo per analizzare i movimenti dei muscoli corrispondenti alle intenzioni di Baugh. Altri elementi fondamentali per l'impianto delle protesi sono stati uno scan corporale completo e un sistema di training virtuale che Baugh ha usato per imparare a usare l'interfaccia.

“Secondo me siamo solo agli inizi,” ha detto Micheal McLoughin, uno dei ricercatori della Johns Hopkins, in una conferenza stampa. “C'è un enorme potenziale davanti a noi e abbiamo iniziato a fare i primi passi. E credo che nei prossimi cinque-dieci anni faremo enormi progressi.”

Baugh ha perso entrambe le braccia 40 anni fa in un incidente. Il suo è il primo caso in cui un'interfaccia cervello-computer ha permesso di controllare due arti separati contemporaneamente. “Forse un giorno sarò in grado di mettere i soldi nelle macchinette e prendere uno snack,” ha detto Baugh, prevedendo di fare “cose semplici a cui molte persone non pensano. E che per me diventano di nuovo possibili.”