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Tecnologia

La misteriosa voragine siberiana

Purtroppo non è stata scavata dagli alieni.
Screenshot: Youtube/ Bulka

Nella sperdutissima regione di Yamal, nel nord della Russia, dove le temperature raggiungono i -50, si è formata una misteriosa enorme voragine con un diametro di 100 metri.

La profondità del foro è ancora sconosciuta, ma grazie all’ingegnere russo Konstantin Nikolaev, che ha filmato la voragine da un elicottero, possiamo almeno dargli uno sguardo da YouTube.

Due ricercatori del Centro per la ricerca Artica e uno dell’Accademia delle scienze russa si sono messi in marcia per raccogliere campioni di acqua e terra da analizzare per dare una spiegazione a questo fenomeno.

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È il risultato dell’impatto di un meteorite, (per cui la Russia si è dimostrata un obiettivo prediletto) o un buco scavato dagli alieni?

Molto probabilmente la responsabilità è da attribuire ai cambiamenti climatici: con l'innalzamento delle temperature, il permafrost si scioglie e il gas si espande verso l’alto attraverso la terra sgombra, facendo scoppiare il cratere come fosse il tappo di sughero di una bottiglia di spumante.

La regione di Yamal è una delle più ricche di gas della Russia ed è abitata per lo più da renne e uccelli migratori; non a caso, nel dialetto locale, questo posto è chiamato Fine del Mondo. La voragine è stata scoperta nei pressi della regione di Bovanenkovo, ricca di giacimenti, il che farebbe pensare all'ipotesi di un’esplosione sotterranea. Gli strati scuri sull’orlo interno del buco denotano il raggiungimento di altissime temperature.

In effetti i giacimenti non solo scavano buchi profondissimi nel terreno, ma possono sorprendere in altri modi, come dimostra l’immagine del cratere di Darvaza qui sotto. Nel 1972, durante delle perforazioni in Turkmenistan, si è verificata una consistente fuoriuscita di gas naturale, che è stato incendiato volontariamente per evitare ulteriori danni e che continua ancora oggi a bruciare senza sosta. Da qui il nome Porta dell’Inferno.

Il cratere. Immagine: Wikipedia | Licenza: CC BY-SA 2.0

A proposito di questa scoperta, il Siberian Times ha scritto:

“Anna Kurchatova del Sub-Arctic Scientific Research Center suppone che la formazione del cratere sia da attribuire a una miscela di acqua, sale e gas che ha provocato un’esplosione sotterranea. Un risultato del riscaldamento climatico. Probabilmente i gas contenuti nel ghiaccio e già mischiati alla sabbia, hanno reagito con il sale—in fin dei conti 10.000 anni fa quest’area era ancora sommersa dal mare.”

Ci sono diversi gasdotti nella penisola di Yamal, ma al momento le prospettive di ulteriori sviluppi in quest'area non sembrano particolarmente rosee. Cosa possa succedere quando i gas provenienti da questi giacimenti vengono in contatto con l’aria, è ancora da capire. Speriamo solo che alla Fine Del Mondo non sorga un’altra Porta dell’Inferno.