Immagine: Flickr
Pubblicità
A partire da Pitagora, diversi pensatori dell'antichità hanno scritto di una “Musica Universalis,” anche chiamata “musica delle sfere”—l'idea per cui le proporzioni e i movimenti dei corpi celesti sono una forma di musica, che non può essere ascoltata ma armonica, matematica e religiosa. È lo stesso concetto alla base degli scritti di Keplero sui corpi planetari. Per Platone, la musica e l'astronomia sono studi “gemelli” dei sensi: l'astronomia degli occhi, la musica delle orecchie.Un genere di musica a prova di futuro per la fantascienza potrebbe assomigliare a qualche forma di Musica Universalis prodotta proprio dalle macchine. Questo potrebbe anche rappresentare l'idea che possediamo degli organi per sentire—e un'intelligenza in grado di ricreare—discrete porzioni dello spettro sonoro. A questo punto, ovviamente, l'unica differenza che separa la musica dalla matematica pura, è l'organo usato per il suo consumo: le orecchie piuttosto che gli occhi, e la mente come destinatario desiderato.
Pubblicità
Immagine: HAL da 2001
Pubblicità