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Tecnologia

Microsoft sta pagando AdBlock Plus per far visualizzare le sue pubblicità

Secondo un report del Financial Times, Microsoft avrebbe pagato Adblock Plus per mettere in una 'lista protetta' i suoi ad. Che significa?
​Immagine: Shutterstock

Quello di internet è un business piuttosto statico. Sono ormai più di 30 anni che ci abbiamo a che fare e riuscire a tirarci fuori dei soldi rimane un mestiere difficilissimo. Ora esistono gli influencer, i trendsetter, le YouTube star, ma la prerogativa rimane una sola: fare pubblicità.

I soldi girano così, non c'è altro modo; che si tratti di sponsorship, product placement, guest post o semplici ad, è la pubblicità a fare da padrona su internet. La pratica si sta evolvendo, ma i classici ad grafici, testuali o banner che siano, comandano ancora sugli altri. C'è da dire, però, che io questi ad non li vedo da diverso tempo, per il semplice motivo che ormai da tanti anni​uso AdBlock.

Pubblicità

AdBlock è un'estensione—o meglio, due estensioni—disponibile per più o meno tutti i browser, che oscura la maggior parte degli ad con cui abbiamo ogni giorno a che fare e permette di evidenziare eventuali ad che sono scappati all'estensione per eliminare anch'essi.

Se su internet la pubblicità via banner non ha mai brillato per efficacia, AdBlock non fa altro che sottolinearne la paradossalità: l'ideale obiettivo sarebbe quello di alzare l'asticella della qualità delle pubblicità, alla ricerca di modelli di marketing efficienti e che suscitino interesse. Che tu abbia AdBlock o meno, ci metto la mano sul fuoco che tu sui banner o sugli ad 'personalizzati' di Google non ci hai mai cliccato nemmeno una volta.

Si sa però che il marketing è una scienza complicata, quindi molto meglio andare di sfondamento e continuare coi cari vecchi banner, pop-up o interstitial che si voglia. Niente paura per noi, tanto ci pensa AdBlock—ci pensava, AdBlock. ​Infatti anche il nostro alleato più fedele, infine, ci ha traditi.

​AdBlock Plus (che è la seconda estensione di cui parlavo prima, ma che, ​​a-​quanto-​pare, è parecchio preferita al classico AdBlock) ​ha cominciato ad accettare pagamenti da alcune aziende per far sì che i loro ad venissero inseriti ​in una specifica whitelist. Chi vi è dentro è ignorato dal filtro di AdBlock Plus e viene visualizzato in una pagina internet nonostante l'estensione.

Parlo di 'specifica whitelist' perché queste aziende, tra cui Google, Microsoft e Amazon, dopo il pagamento saranno incluse all'interno del programma '​ad accettabili' di AdBlock Plus, "a partire da AdBlock Plus 2.0 puoi permettere ad alcune pubblicità non considerate fastidiose di essere visualizzate. Così facendo, supporti i siti internet che si appoggiano economicamente agli ad e scegli di farlo in una maniera non-intrusiva," recita il loro sito.

Secondo Eeyo, la compagnia dietro AdBlock, questa pratica dovrebbe dimostrarsi equa nei confronti dei siti ad-supported e utile in un'ottica più generale: secondo gli sviluppatori, infatti, le varie aziende si sforzeranno di offrire ad migliori per poter essere incluse in questa lista.

Se da un lato l'atteggiamente incoraggiante di AdBlock Plus, speranzoso di migliorare il pietoso stato della attuale pubblicità online, è nobile, noi non possiamo fare altro che storcere il naso, pensando ad una Eeyo piena di soldi che fugge dal palcoscenico lasciando le nostre pagine internet infestate di pubblicità. Ti prego AdBlock, pensaci bene, non farci questo.