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Entra nel giardino delle delizie Emoji

Carla Gannis ha ricostruito il celebre Trittico del Giardino delle Delizie di Hieronymus Bosch per l'era digitale.
Pannello centrale. Tutte le immagini sono state gentilmente concesse dall'artista

The Garden of Emoji Delights Triptych Animation di Carla Gannis su Vimeo.

The Creators Project: come descriveresti le emoji, e perché le hai scelte come elemento centrale del tuo lavoro?

Carla Gannis: prima di dedicarmi a questo progetto ho lavorato per molto tempo alla progettazione di interfaccia, concentrandomi soprattutto su icone che comunicassero in modo didattico e funzionale. Le emoji sono un sistema simbolico contemporaneo che offre una rappresentazione emozionale per le espressioni virtuali. La stilizzazioni sono diffuse ovunque, da sempre. La trascrizione di simboli visivi in un contesto passato crea una perfetta situazione di senso e non-senso secondo me, soprattutto per quanto riguarda il Giardino delle Delizie di Bosch,con la sua estetica così idiosincratica e profondamente distinta rispetto ad altri quadri del genere. La sua trasgressione dell'iconografia religiosa codificata, il suo humour e la sua irriverenza sono le cose che mi affascinano di più e che lo rendono così moderno. Quindi perché non rivisitare una rappresentazione celebre della follia e della dissolutezza umana con i simboli virtuali, così graziosi, della nostra epoca?

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Hai affermato che “le emoji arricchiscono l'iconografia del passato, riempiendola di controversie e sostituendosi ad essa con qualcosa di simile all'estetica di Murakami, problematizzando la nozione di “peccato” nella nostra cultura dei consumi.”

Sabin Bors ha scritto un bellissimo saggio sul mio lavoro, intitolato "Digicalyptic Realities Or, The Frolic of the Flat," che verrà presto pubblicato su Anti-Utopias, e credo che le sue parole siano emblematiche:

 “Come per Murakami le forme appiattite dell'opera di Carla Gannis sono un'espressione della vuotezza che definisce la cultura dei consumi: riflettono la cultura pop consumistica, i feticismi e i desideri segreti prevalenti nella società contemporanea facendo riferimento a immagini distorte e scene grottesche impregnate delle emozioni allegre ma più spesso vuote a cui ci siamo abituati nelle nostre espressioni quotidiane…Cioè che rende il Giardino delle Delizie Emoji unico è il linguaggio della comunicazione visiva che viene manipolato, così profondamente radicato nella nostra comunicazione riflessiva e ordinaria.” Sabin Bors, 2014.

C'è un motivo particolare per cui hai scelto questo trittico, e quali sono i suoi elementi più interessanti?

Questo trittico, l'opera più ambiziosa di Bosch, è da sempre uno dei miei quadri preferiti, nonostante non lo abbia mai visto dal vivo al Museo del Prado. Lo conosco solo dalle innumerevoli riproduzioni che sono state fatte: ci sono circa 3.440.000 risultati per Giardino delle Delizie su internet. La Cappella Sistina di Michelangelo dà soltanto 249000 risultati, e le emoji danno un risultato di 2.340.000 riferimenti. Credo che la mia relazione con l'opera, sempre mediata da riproduzioni spesso digitali, combinata alla sua grande popolarità, mi abbia motivato a ricreare una versione con emoji, delle stesse esatte dimensioni del trittico originale.

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Puoi dirci qualcosa del processo creativo che ha portato alla realizzazione del trittico?

Ho creato un'ampia banca dati in alta risoluzione di tutti le emoji e dei personaggi del quadro di Bosch. Creare il mio giardino della stessa dimensione di quello originale è stato un duro lavoro. “Emojizzare” il trittico e animarlo ha richiesto circa 1000 ore di lavoro con Photoshop e After Effects, oltre che Scultpris e DAZ 3D.

Escape Pod, 2014

In che modo la versione animata che verrà esposta a New York arricchirà l'opera?

Una delle intenzioni del trittico era di combinare dei sistemi simbolici classici e contemporanei, e di diversificare ed espandere il sistema delle emoji attraverso questo processo. L'opera statica è un omaggio a Bosch, fisicamente uguale all'originale. Le animazioni mi permetteranno invece di portare più dinamismo in questo vocabolario visivo ibrido e potrò giocare di più (e anche criticare di più) attraverso tempi diversi e lo slittamento dei significati.

when Hell freezes over di Carla Gannis su Vimeo.

Hai mente altri progetti?

Ho pensato a lungo se dedicarmi di nuovo alla rivisitazione di altri capolavori dell'arte occidentale. Ho realizzato un adattamento fotografico della Finestra sul Cortile di Hitchcock qualche anno fa, e nei miei lavori faccio spesso riferimenti al “classico” con film, opere, giochi e letteratura. Da un po' di tempo sto pensando alla Scatola in una Valigia di Duchamp, a come sarebbe una versione digitale di questa opera nell'era dell'infinita riproducibilità.