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Il premier britannico David Cameron è stato accusato di aver compiuto atti osceni sulla testa di un maiale morto

Secondo un ex membro del Partito Conservatore, ai tempi dell'università Cameron avrebbe inserito "una parte intima del suo corpo" nella bocca di un maiale morto.

Foto di Becca Oyen. Via

Stando a quanto riportato in Call Me Dave: The Unauthorised Biography—una biografia non autorizzata di David Cameron scritta dall'ex vicepresidente del Partito Conservatore Lord Ashcroft—ai tempi dell'università di Oxford il premier britannico avrebbe inserito "una parte intima del suo corpo" nella bocca di un maiale morto. Questo atto osceno sarebbe avvenuto nel corso di una cerimonia d'iniziazione ad una società segreta chiamata "Piers Gaveston Society."

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Fonti vicine a Cameron hanno smentito categoricamente le accuse, che su Twitter sono state ribattezzate #piggate.

Nel libro, lo stesso Ashcroft avanza l'ipotesi che potrebbe trattarsi di un caso di scambio d'identità, pur scrivendo che le circostanze sono plausibili visto che "ci sono diverse testimonianze sulla presenza di teste di maiale" in feste del genere.

Tra Cameron e Ashcroft non corre buon sangue da diversi anni, e dal 2010 a oggi una serie di scontri personali hanno progressivamente deteriorato il loro rapporto.

L'episodio ricorda inevitabilmente Black Mirror, la serie televisiva ideata dall'autore satirico inglese Charlie Brooker. Nella prima puntata, intitolata The National Anthem e andata in onda nel 2011, il premier britannico Michael Callow è costretto a intrattenere un rapporto sessuale con un maiale—in diretta tv—per salvare la principessa, rapita da un terrorista.

Proprio ieri Brooker ha twittato il poster della puntata, in cui si legge: "Un primo ministro deve essere pronto a fare qualsiasi cosa per il suo paese."

Promo poster for Black Mirror: The National Anthem (2011) — Charlie Brooker (@charltonbrooker)September 20, 2015

Al di là delle ricadute sulla politica britannica, in quanto italiani notizie del genere ci fanno sentire molto meno soli. E bisogna ammettere che, per una volta, è rassicurante non essere sotto i riflettori dei media internazionali per i comportamenti sessuali—veri o presunti tali—dei propri leader.