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Come gestire un coinquilino di merda

La propria casa è come un rifugio. È dove dovremmo cercare conforto prima di immergerci nuovamente nel mondo esterno. E l'ultima cosa che vogliamo è che le nostre case diventino tali e quali al mondo che ci aspetta fuori, o anche peggio.

La propria casa è come un rifugio. È dove dovremmo cercare conforto prima di immergerci nuovamente nel mondo esterno, fatto di noiose conversazioni, di capi e di cose che mai e poi mai vorremmo fare. E l'ultima cosa che vogliamo è che le nostre case diventino tali e quali al mondo che ci aspetta fuori, o anche peggio.

Ebbene sì, può accadere. Viviamo con coinquilini che ci complicano la vita, con le loro prese di posizione inutili, la loro abilità di usare tutte le padelle a disposizione per scaldare i sofficini e la loro insistenza nel lasciare il riscaldamento acceso e le finestre aperte.

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Online è disponibile una grande quantità di pagine Facebook e siti che danno prova di queste atrocità: nel mio caso, ho preso in analisi ihatemyroommate.net, dove praticamente ogni ora vengono pubblicati post anonimi che danno libero sfogo alle ingiustizie del dividere un appartamento, spesso con una disperazione tale da far dimenticare la punteggiatura. Per esempio: “Porta a casa un tizio dopo l'altro e ci fa sesso, urlando come una pazza. Mi ha rubato le batterie del telecomando dell’xbox per il suo vibratore e giuro su Dio che quella mina vagante di malattie io non la tocco.”

Leggere cose del genere è divertente, ma anche un po’ deprimente; la quantità imbarazzante di post mette a nudo il vero egoismo che giace al cuore dell’umanità. A quanto pare, gli altri sono tutti stronzi. Allora perché insistiamo a vivere con altra gente? Il fatto è che si tratta di una necessità: in questo stato di crisi economica, sempre più persone sono costrette a spartire i propri spazi con sconosciuti irritanti e senza pudore.

Ma cos'è che fa di una persona un coinquilino di merda? Per stilare questa breve lista mi sono rivolto ai sopracitati siti, a statistiche e—la fonte peggiore—alle mie esperienze personali.

EGOISMO

L’egoismo è uno dei segni principali di una personalità narcisista, rintracciabile nel 30 percento dei giovani—soprattutto in quelli che condividono una casa. Per una qualche ragione, negli ultimi trent'anni la percentuale è raddoppiata, mentre l’empatia è diminuita del 40 percento. Questo cambio di rotta ha delle conseguenze alquanto catastrofiche sulla società, e come tutto ciò che non va nella società la colpa ricade anche su mamma e papà. L’egoismo si manifesta sin dall’infanzia. Osserviamo un genitore egoista e lo copiamo, oppure incorriamo in un trauma e ci chiudiamo in noi stessi. Quando esaminate in terapia, queste persone mostrano spesso lo stesso livello di maturità ed emotività registrati al momento del trauma.

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Se una persona egoista non l’ha vinta, si difende contro il dolore e l’inettitudine razionalizzando la propria posizione e nutrendo una buona dose di rancore. In modo simile, quando viene criticata, attacca l’altro incolpandolo, o rimane in silenzio e evita il confronto. Lo fa per evitare il senso di colpa e la vergogna, ma anche per evitare di prendersi la responsabilità di crescere—il che significa che i suoi errori non possono essere affrontati, né possono insegnargli qualcosa. È per questo che vivere con uno stronzo egoista può essere una vera tortura.

Quando avevo poco più di vent'anni ho vissuto con un tipo sulla trentina che mostrava i tipici segnali di egoismo. Non gli importava niente di me, al punto che sostenere una conversazione con lui era impossibile. Cambiava argomento all’improvviso nel bel mezzo della frase, o faceva lunghe pause per pensare a qualcosa—un qualcosa, suppongo, più importante della nostra conversazione.

All'inizio questo atteggiamento mi mandava in bestia, ma col tempo ho imparato ad aspettarmi sempre di meno. L'aspetto di gran lunga meno accettabile era la sua tendenza a fare casino. Ogni mattina si alzava e iniziava a sbattere le porte con la TV accesa e correva giù dalle scale come un cavallo. Poi la sera stava in sala, e con la musica a tutto volume parlava su Skype con mezzo mondo, gridando continuamente, “CHE ORE SONO LÌ? QUI È QUASI MEZZANOTTE.”

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A rendere il tutto più deprimente era la mia incapacità di reagire con fermezza. Invece di ripetergli mille volte di abbassare il volume, avrei semplicemente dovuto dire che mi trasferivo. Per sentirmi meglio leggevo le storie di tutti quelli messi peggio di me. Ora ne scrivo.

SPORCIZIA

Sempre su ihatemyroommate.net qualcuno da New York scrive: “[La mia coinquilina] ha lasciato sangue mestruale per tutto il gabinetto. E sulla tavoletta c'erano tracce di merda. È assurdo.” Dall’Indiana raccontano: “Lascia i peli pubici sparsi per il bagno, che pulisce solo una volta ogni tre mesi. […] Mi trascino i suoi peli persino in camera, e come se non bastasse questi si attaccano alle calze e finiscono nel mio letto.”

Perché tutta questa sporcizia? Be', principalmente per due ragioni: la prima, indipendentemente dalla provenienza e dalle abitudini, è che, come accade con l’egoismo, si diventa sporchi da piccoli (quando i genitori non si aspettano che tu pulisca). E la seconda, è un sintomo di ansia e depressione. Sanno che devono pulire ma gli manca la voglia e/o l’energia per farlo. Anche se siamo tutti tentati a liquidarli come dei poveri coglioni, dobbiamo tenere a mente che talvolta il fatto di lasciare biancheria sporca in cucina è indice di un disturbo mentale.

Tra l’altro, se la casa è davvero un rifugio, il tuo coinquilino di merda avrà il diritto di riempirla con la sua porcheria, no? Magari è utile esaminare anche come si comportano sul posto di lavoro. In quel contesto non possono di certo sottrarsi ai loro doveri come fanno a casa, perché lì rischiano il licenziamento. Non importa se sei malato o sei hai un certo tipo di personalità, nel lavoro alcune cose devono essere portate avanti per il bene comune. Il problema, quindi, risiede nel fatto che la vita che facciamo a casa giace in una sorta vuoto, lontana dalla vita reale in cui i compromessi sono all’ordine del giorno.

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Detto ciò, sono forse ingenuo se penso che, fino al momento in cui potremo permetterci di vivere da soli e nascondere i nostri difetti, dovremmo cercare di superare i nostri limiti ed essere rispettosi verso gli altri coinquilini come lo siamo con i nostri cazzo di colleghi? Il ragazzo con cui vivevo non puliva, spesso con la scusa di viaggi e impegni nel giorno previsto per le pulizie. Ho persino iniziato a sospettare che tutti quegli impegni non esistessero veramente. Lasciava barattoli vuoti di marmellata e libri sul tavolo della cucina, e non portava mai, ma dico mai, fuori la spazzatura. Anche se non è nulla in confronto a peli pubici e sangue mestruale.

NEGATIVITÀ

Nonostante le difficoltà descritte sopra, c'erano momenti in cui pensavo fosse più colpa mia che sua. Tornavo a casa allegro con una canzone di Bruce Springsteen in testa o accompagnato da una giornata di sole. Poi entravo in casa. La prima cosa che vedevo era la sua espressione tetra. Con gli altri era spigliato e solare, che si trattasse di gente su skype, dei miei o dei suoi amici. Ero io la causa della sua infelicità o con me non si preoccupava di nascondere questo aspetto?

Notavo quando era giù di morale, ma era difficile aiutarlo dato che, appena gli chiedevo come stava, lui sbuffava un "tutto bene" e rimaneva in silenzio. Ho iniziato a evitare casa mia. Andavo in giro e aspettavo che lui tornasse a casa da lavoro e si sistemasse in silenzio da qualche parte. Trovarsi in casa al suo ritorno era sempre un'esperienza orribile. I suoi rumori e il suo atteggiamento interrompevano la quiete come una spada affilatissima che taglia un panetto di burro.

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Alla fine me ne sono andato, non tanto perché ho iniziato a vedere le cose come stavano, ma per le circostanze che si erano create. E sarò onesto: la vera ragione per cui sto scrivendo questo pezzo dopo anni è che mi ritrovo in una situazione simile. Sto scrivendo tutto ciò per ricordarmi fino a che punto posso arrivare prima di attuare un serio cambiamento, e di come la vita sia decisamente troppo corta per queste stronzate. Se lo era allora, oggi lo è ancora di più.

Ma in fondo non c'è comunque un lieto fine? Avendo vissuto queste situazioni di merda, ora ne posso scrivere, venderle e forse, presto, permettermi di vivere da solo. Riuscirei a vivere da solo, senza cercare colpe ed errori? L'odio per il mio coinquilino andava oltre il giustificabile solo perché lui non si piegava alle mie richieste? E i miei coinquilini—quelli coi quali mi sarei scontrato anni dopo—avevano ragione a pensare che ero io il cazzone, e non loro?

Chi lo sa. Persino oggi, tutto ciò che posso dire per certo è che se a scrivere questo pezzo fosse stato uno dei miei ex coinquilini, MANIE DI CONTROLLO sarebbe rientrato di diritto tra i peccati capitali della convivenza.

In ultima analisi, è possibile evitare lo squallore quando si condivide la casa con qualcun altro? Penso ci siano due eccezioni.

ABITARE CON LA PERSONA AMATA

In ogni relazione d’amore c’è il bisogno di andare avanti nella stessa direzione. Quindi si devono raggiungere compromessi più in fretta e con meno risentimento. In più, se ci comportiamo da egoisti, c'è comunque un guadagno maggiore che nello stare con un coinquilino, perché i benefici che si traggono nello scendere a patti sono più consistenti. Nella maggior parte dei casi, i comuni coinquilini non fanno sesso orale con noi.

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IMPORRE DELLE REGOLE

Avere principi fondamentali che ci spingeranno verso il compromesso. È il caso delle comuni, dove le persone sembrano felici di vivere insieme. Ma di nuovo, se non c’è un’autorità che impone le regole, chi dice che queste verranno rispettate?

Detto ciò, non so se queste due cose sono abbastanza. Forse la fortuna ci aiuterà a trovare un buon coinquilino. Ne esistono, ovviamente, ma guardatevi in giro. Guardate la gente sull'autobus, i vostri colleghi/compagni di università, le persone che incontrate nei locali. Stanno su Facebook a giocare alle imitazioni di Flappy Bird. Bevono Budweiser.

Guardatevi allo specchio.

Se il bacino ossuto di Miley Cyrus è la cosa più ricercata online, come possiamo pensare di poter sostenere una situazione pacifica in casa?

Odio il mio coinquilino perché è rientrato ubriaco come una merda alle 2.30 del mattino e si è messo ad aggiustare una pistola giocattolo. Mi ha svegliato chiedendomi in prestito un cacciavite. Stupido pezzo di merda.

Esistono situazioni normali e pacifiche ma, a differenza del bacino di Miley, non le ho mai viste.

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