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Quanto accaduto poche ore fa, tuttavia, è solo l'ultimo di una serie di sgomberi. La settimana scorsa ne ho seguiti diversi, come ad esempio quelli del 18 novembre nel quartiere Corvetto, che si sono protratti per tutta la giornata. Gli sfratti—e soprattutto gli sgomberi dei centri sociali Corvaccio e Rosa Nera—avevano innescato una vera e propria guerriglia urbana tra forze dell'ordine, attivisti e occupanti, poi sfociata in barricate e cassonetti bruciati.Il dispositivo di sicurezza, tra cui elicotteri, blindati e centinaia di agenti, sarebbe costato almeno 100mila euro—soldi che si aggiungono a quelli necessari per ogni procedura di sgombero, che possono arrivare anche a 10mila euro. Qualche giorno dopo gli scontri a Corvetto, una donna incinta che sostiene—supportata da diversi testimoni oculari—di essere stata colpita da una manganellata ha perso il bambino.Le persone salgono sui tetti per resistere agli sgomberi. Accorrete al presidio. — ivnbkn (@ivnbkn)November 25, 2014
Che la tensione, nel corso della scorsa settimana, fosse parecchio alta lo conferma anche quanto successo nella notte tra il 18 e il 19 novembre, quando un gruppo non identificato ha appiccato un incendio negli uffici dell'ALER. Il giorno prima, via dei Vespri Siciliani è stata teatro di un altro sgombero, finito anch'esso in scontri tra forze dell'ordine e abitanti del quartieri.
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Via dei Cinquecento dopo gli scontri del 18 novembre.Il piano di sgomberi, appunto, si concentra su quei 4mila alloggi occupati abusivamente. Le proteste, di contro, nascono dalla mancata assegnazione di quei 10mila alloggi che aiuterebbero a mitigare l'emergenza abitativa milanese.Secondo la prefettura, lo sgombero non sarebbe mirato solo alla riassegnazione degli alloggi, ma per contrastare un più generale problema di rispetto della legalità. A quest'ultimo proposito, come anticipato da alcune inchieste giornalistiche, il 24 novembre la commissione parlamentare antimafia ha invitato a "non sottovalutare il rischio di infiltrazioni mafiose."
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