FYI.

This story is over 5 years old.

Attualità

DC mi ha deluso ancora una volta: cosa non va in Suicide Squad

Il nuovo film della DC Comics, che segue di qualche mese Batman v Superman, è un'interessante serie di diapositive molto belle, in alcun modo collegate tra di loro. Una serie di screensaver senza trama.

Una scena dal film.

Attenzione: il post potrebbe contenere spoiler. Se il film fosse dotato di una trama, ovviamente.

Suicide Squad era uno dei film per me più attesi di questa seconda metà del 2016. Ho dei gusti abbastanza tamarri, non lo nego, quindi mi diverto a vedere tutto quel cinema da combattimento che fa sì che prima di andare a dormire ogni tanto mi spari un film con The Rock. Sempre ogni tanto capita che guardi un film ed esca contento dalla visione senza capire perfettamente se ho riso con gli autori del film o degli autori del film, ma nella maggior parte dei casi non mi pongo neanche troppo il problema, rido ancora un po' e passo ad altro, spesso dimenticandomi gran parte di ciò che ho visto. Ieri invece, uscendo dalla sala, mi sono sentito confuso. Che Suicide Squad fosse un film brutto, purtroppo, avevo iniziato a realizzarlo fin dalla mattina, visto che in America praticamente chiunque, da Vulture al blog indipendente, ne stava parlando male. Ciò a cui assistito ieri, però, mi ha davvero confuso. Se in qualche modo potessi giudicare senza tutto il contorno le prestazioni di un Will Smith o di una Margot Robbie—rispettivamente Deadshot e Harley Quinn e, in definitiva, i veri protagonisti del film—probabilmente non direi che hanno recitato male. Non potrei farlo e non sarei onesto. Semplicemente loro dicono cose, intorno a loro succedono cose, eppure il tutto non ha nessun filo logico.

Pubblicità

Uno dei commenti post visione è stato "Però il trailer era bellissimo. Se la DC facesse solo i trailer sarebbero fortissimi." E probabilmente non posso trovare parole migliori per descrivere ciò che ho visto ieri.

Il film si apre con ciò che dovrebbe essere una presentazione della Squad. In realtà ci vengono presentati solo determinati personaggi, alcuni in modo più dettagliato di altri, facendo subito intendere che il regista da bambino faceva maratone incredibili di

Willy, il Principe di Bel Air

e che ha una passione per l'Australia e, soprattutto, che del resto dei personaggi non gli frega un emerito cazzo.

Per esempio, dopo circa mezz'ora di film da una macchina scende Slipknot, mai presentato fino a quel momento—pur comparendo più volte nel trailer. Si sente un "Lui è con voi" e, da quel momento, il pubblico associa la figura di quell'uomo alla Suicide Squad senza sapere chi sia, cosa faccia, da dove venga. Ovviamente il personaggio ha una caratura così incredibile e un ruolo così fondamentale che nel giro di cinque minuti viene ucciso senza che (a memoria) riesca a proferire una sola battuta. Il problema dei personaggi, però, è l'ultimo di una lunga serie. Per tutta la durata di Suicide Squad, infatti, non viene caratterizzato nulla: tutto accade a caso, senza alcun apparente motivo. Per metà film, per esempio, Deadshot e gli altri cercano di raggiungere il tetto di una torre. Ora, probabilmente sono stato io a non capire il perché l'obiettivo sia salire sulla torre, ma nessuna delle persone interpellate è riuscita a rispondermi se non con "Per salvare Amanda Waller, forse"—anche se è la stessa Amanda Waller che mentre salgono nella torre li comanda.

Pubblicità

E questo è solo uno degli esempi: per quale minaccia si sta mettendo insieme questa Suicide Squad? Perché l'Incantatrice si ribella solo a un certo punto? Perché la stessa Incantatrice—che ha una storia e una genesi potenzialmente molto interessanti—mentre distrugge il mondo decide di combattere a mani nude contro la Suicide Squad? Sono domande che di solito non mi pongo, perché mi concentro sulla trama e lascio i difetti da parte, per divertirmi. Ma non essendoci una trama, su cosa mi sarei dovuto concentrare? Il vantaggio del fumetto consisteva nell'essere riuscito a dare una dignità a personaggi che—escluso Deadshot—non ce l'avevano (e che dopo il fumetto tornavano a non averne, ma questa è un'altra storia). Nel film, i personaggi—escluso Deadshot—non hanno una dignità nemmeno per un attimo. Innanzitutto si dà per scontato che si formi un rapporto tra loro, senza che accada nulla per consolidarlo. Tutti i drammi morali o le volontà di avere una vita nuovamente normale sono piatti, accennati, riprodotti in fast forward. Di conseguenza, quando dopo un'ora e mezza di film l'inquadratura si sofferma per più di 30 secondi su El Diablo che chiama tutti "famiglia", resti spiazzato e confuso. Ridi, ma poi ti senti sporco per aver riso, e piangi.

Quando chiedono al Diablo cosa cambierebbe della sua vita e lui non risponde "i tatuaggi" è solo uno dei tanti "perché?" che accompagnano la visione.

Si potrebbe parlare anche dell'inutilità della sotto-trama del Joker, inserito solo per poterlo mettere nel trailer, o dell'inutilità di personaggi come Boomerang, che a un certo punto annuncia il suo addio per poi tornare, completamente a caso (proprio come un Boomerang, ah-ah). Ma al di là dell'assenza di una trama, ci sono del fan service e delle immagini che rendono il tutto a prova di Camorra and Love: Will Smith nello stereotipo del nero tamarro parla solo per punchline, come fosse un The Game adolescente che si aggira per le jam di LA, e che quando non parla per punchline se ne esce con battute sessiste del tipo "Quella è la tua donna? Bene prendila a calci nel culo e insegnale come si deve comportare". O la storia d'amore tra Harley Quinn e Joker, che si racchiude tutta nello scambio "Moriresti per me?" "Sì" "Nah, troppo facile. Allora vivresti per me?", già pronta per finire sui Tumblr (esiste ancora) di adolescenti più tristi di Yung Lean.

Potrei andare avanti per ore, ma non mi pagano per scrivere il possibile script del sequel di Suicide Squad. In poche parole, il tutto è tenuto insieme con lo sputo e con una colonna sonora, magari sulla carta anche figa, utile solo alla transizione più elementare della vita, ovvero scene che scorrono con un sottofondo musicale che le lega. Sul finale, come se non bastasse, arriva Ben Affleck senza costume e con il suo sguardo sofferente. E allora capisci che, probabilmente, anche lui ha appena finito di vedere quello che ha visto lui e, come Sad Affleck insegna, esci a testa bassa dal cinema.

Segui Tommaso su Twitter.

Segui la nuova pagina Facebook di VICE Italia: