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Tecnologia

Salvini ha paura di una "droga" che costringe ad amare i migranti

L'articolo di un dirigente del CNR sul ruolo dell'ossitocina nel mitigare gli effetti della xenofobia ha fatto spaventare il leader della Lega.
Immagine via: Facebook

Matteo Salvini, come è ormai chiaro, fa di tutto per cavalcare il dibattito pubblico con dichiarazioni forti. I post sui suoi social sono pensati per creare engagement online tanto che commentandoli e condividendo anche per criticarli, non si fa altro che contribuire al loro successo. Sebbene in generale la mossa più intelligente sarebbe non alimentare il troll, ci sono casi in cui ci tocca commentare le sue uscite, perché riguardano temi in qualche modo scientifici — come nel recente caso dell'influenza dell'ossitocina sul comportamento umano. Passiamo quindi subito, anche se controvoglia, ad esaminare uno dei sui ultimi post:

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La pietra dello scandalo è un articolo di Gilberto Corbellini, storico della medicina e bioeticista al CNR e alla Sapienza di Roma. Il pezzo, pubblicato su Wired, si intitola ”Come si possono combattere razzismo e xenofobia con la scienza?” e discute i risultati di uno studio intitolato ”Oxytocin-enforced norm compliance reduces xenophobic outgroup rejection,” pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) un anno fa. La ricerca è stata condotta da un gruppo di psicologi e psichiatri tedeschi e americani presso l’Ospedale Universitario di Bonn.

Senza entrare nei dettagli dell'esperimento, dal paper emerge che chi ha un atteggiamento ostile nei confronti dei rifugiati potrebbe cambiarlo in parte grazie a una maggiore quantità dell’ormone ossitocina nel sangue. La sostanza da sola non è sufficiente a operare il miracolo, è necessario essere sottoposti anche a uno stimolo esterno: se vedi che la maggior parte delle persone che ti circonda ha atteggiamenti benevoli nei confronti dei migranti (nel caso specifico dell'esperimento la questione era scegliere se donare o meno dei soldi), allora, l'ossitocina ti invoglierà a imitarli.

”L’azione combinata dell’ossitocina e dell’influenza dei pari può portare a una diminuzione dei sentimenti di egoismo,” per citare le parole del professor Rene Hurlemann del Dipartimento di psichiatria dell’Ospedale universitario di Bonn, ”Se le persone di cui ci fidiamo, come insegnanti, vicini di casa e amici rappresentano un modello positivo rendendo evidente il loro atteggiamento positivo nei confronti dei rifugiati, probabilmente più persone si sentiranno motivate ad aiutare. In un tale contesto prosociale, l’ossitocina può aumentare la fiducia e minimizzare l’ansia.“

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L’ossitocina è un ormone secreto dall’ipotalamo che è definito da molti come ”l'ormone delle coccole.” Durante le attività di socializzazione, la sua produzione aumenta. La sostanza rappresenta la base biochimica di fenomeni e comportamenti come l’attaccamento tra madri e figli, la fiducia in se stessi, la capacità di stringere legami sociali e di comportarsi in modo altruista. Inoltre, l'ossitocina ha anche il pregevole merito di smorzare l’attività dell’amigdala che è connessa a paura, ansia e depressione.

In ogni caso, come fa giustamente notare un articolo su Next che commenta l'uscita di Salvini, l'ossitocina non è una droga — non essendo compresa nella tabella ministeriale degli stupefacenti. Esaurita la parte riguardante Salvini di questo articolo possiamo passare a parlare della proposta — o forse sarebbe meglio dire provocazione? — di Corbellini.

Nel pezzo di Wired viene ricordato come la xenofobia sia un atteggiamento di difesa innato della specie umana. L'essere umano oscilla tra atteggiamenti di chiusura e di apertura verso il prossimo. L'intento di Corbellini è analizzare la possibilità di sviluppare strategie scientificamente fondate per controllare gli atteggiamenti di chiusura e, commentando i risultati dello studio, propone ”che farne di queste scoperte? Ci si potrebbe ragionare, ma nessun politico ha mostrato interesse.”

Cosa dire della proposta? Escludendo le teorie del complotto, se non adeguatamente approfondita presenta un aspetto conturbante. Dal punto di vista etico, è giusto assumere sostanze — per quanto non psicotrope come l'ossitocina — per modificare il proprio comportamento? Come si potrebbe replicare in altre condizioni l'esperimento condotto in Germania? Chi dovrebbe occuparsene?

Una volta assodato che il debunking delle fake news e le discussioni online non ottengono grandi risultati nell'abbattere i pregiudizi, quanto può aver senso cercare altre strategie per combattere la xenofobia che sfruttano le conoscenze scientifiche?

La questione resta aperta e se, come ha dichiarato Corbellini, nessun politico ha mostrato interesse, è ragionevole che le proposte arrivino dal resto della società, di cui — per quanto ne dicano i detrattori — anche quelle delle scienziati sono legittime. È importante però formulare le proposte in modo più completo e risolvere tutti i dilemmi etici che possono sollevare, evitando di farle passare come delle imposizioni, alimentando così le paranoie dei complottisti. Quando si tratta di combattere il razzismo e la xenofobia, qui siamo tutt'orecchi.

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