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Musica

Chi è Rosalía?

Rosalía ha trovato un punto di congiunzione tra flamenco, hip-hop, musica latina e fucili a pallettoni: ecco perché è destinata a diventare un'artista enorme.

Sant Esteve Sesrovires è un piccolo paesino catalano come tanti altri piccoli paesini catalani. Ha dei vigneti, una piccola chiesa, un sacco di colori caldi e un grande campo da golf. Non si trovano molte informazioni a proposito, se non che prende il nome da Santo Stefano e da un bosco di querce che lo circonda e che c'è una zona industriale che funziona molto bene. Sembra, a guardarne le fotografie, un posto proprio spagnolo: vuoto e silenzioso nell'ora più calda, avvinazzato e brulicante la sera. Ed è nelle sue strade che il flamenco, genere musicale spagnolo per eccellenza, è mutato per sopravvivere nelle orecchie degli spagnoli e del mondo.

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Per arrivarci, dai luoghi in cui il flamenco è nato, ci vogliono circa 8 ore di macchina. L'Andalusia, la Murcia e l'Extremadura, le tre regioni a sud-ovest della Spagna dove mediterranei, mori, rom ed ebrei fecero sbattere contro le loro tradizioni musicali fino a spaccarle in componenti da riassemblare: il canto (cante), la chitarra (toque), il ballo (baile), i cori (jaleo), i battiti di mani (palmas) e gli schiocchi di dita (pitos). Messi insieme in qualche modo questi diventavano dei cantes, che tutti assieme—un vorticare di chitarre tristi e arrabbiate, di corpi mossi e ugole vibrate con passione e disperazione—vennero chiamati flamenco.

Rosalía aveva 13 anni quando sentì il flamenco per la prima volta uscire dalle casse delle macchine parcheggiate vicino alla sua scuola, a Sant Esteve Sesrovires. È uno di quei racconti d'infanzia che compaiono in ogni sua intervista, ma ci si può leggere dentro qualcosa su quello che quella ragazza avrebbe fatto, una volta cresciuta. Avrebbe reso il flamenco qualcosa di urbano e contemporaneo, trasportandolo dai palchi dei teatri gremiti di turisti nelle casse portatili dei ragazzini. Lo avrebbe sporcato di hip-hop, streetwear e coolness senza sradicarne le fondamenta.

A scoprirla fu Pepe Habichuela, grande chitarrista flamenco di tradizione zingara. "Canti come una vecchia", le disse, stupito che una ragazza così giovane riuscisse a cantare come se stesse cercando di restare aggrappata a una vita sul punto di andarsene. E così Rosalía diventò una cantaora. Il mondo del flamenco se ne sarebbe reso conto solo nel 2016, quando il chitarrista Alfredo Lagos la portò con sé a due importanti festival. Sempre quell'anno se ne sarebbe reso conto il mondo non-del flamenco, quando il rapper C. Tangana le chiese di cantare una strofa della sua "Antes de morirme".

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Screenshot dal video di "Pienso en tu mirá".

Un piede nella tradizione, l'altro nella contemporaneità; chitarre e canti d'altri tempi e hip-hop, traje de flamenca e sneaker appena uscite, stradine di sassi e viali costellati di fabbriche: Rosalía era perfetta per diventare qualcuno e Universal le offrì subito un contratto. Il risultato, uscito l'anno scorso, si chiama Los Ángeles ed è un disco di flamenco contemporaneo che ha stranito parte dell'audience più tradizionalista. Voce, chitarra e pochissimo altro con una concessione all'inglese: il pezzo di chiusura, una cover del classico folk americano "I See A Darkness", canto di morte che arriva—forse una strizzata d'occhio alle parole del suo scopritore.

È però nell'aspetto visuale che si indovinava quello che Rosalía è oggi. Prendiamo il video di "De Plata", secondo pezzo del disco. Rosalía canta e si muove per le strade semi-vuote di una Los Angeles sospesa nel tempo, inquadrata con violenza da una camera che evidenzia i suoi movimenti sinuosi, i suoi lineamenti decisi. Veste giubbotti di pelle marrone e pellicce nere lucenti, porta scarpe di plastica trasparente, infradito con zeppe oversize. Beve un milkshake da una cannuccia, si staglia contro villette prefabbricate da sogno americano, danza di fronte a chiese urbane con enormi scritte al neon che ricordano i passanti del ruolo salvifico di Gesù.

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Screenshot dal video di "De Plata".

Rosalía e i suoi videomaker—i ragazzi di Canada, da Barcellona, all'epoca già autori di piccoli capolavori visivi per i Tame Impala e i Battles—non hanno fatto altro che prendere una cosa vecchia e metterla in un nuovo contesto, caricandola di segni leggibili da una generazione che avrebbe perlopiù sbadigliato di fronte alla parola "flamenco". Entrambi avrebbero, di lì a poco, fatto un salto internazionale.

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Dopo "De Plata", Canada ha curato video di giganti come The Weeknd, Beck e Lil Yachty. Rosalía ha invece pubblicato nel giro di cinque giorni, a maggio 2018, le due canzoni che hanno generato attorno a lei un fervore mediatico e artistico che la Spagna non conosceva da chissà quanto tempo. Prima "Brillo", un featuring con J Balvin, macinatore di miliardi di views con il suo reggaeton, ad affermare la propria appartenenza alla conquista mondiale della musica latina. E poi "Malamente (Cap.1: AUGURIO)", che possiamo considerare il primo pezzo della Rosalía attuale.

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La corrida del video di "Malamente", screenshot da YouTube.

Palmas e pitos, battiti di mani e schiocchi di dita, compongono l'ossatura di "Malamente". Ma invece della chitarra ci sono dei synth, e il cante di Rosalía diventa l'elemento di un tessuto vocale composto da parti quasi-rappate, declamazioni, coretti e vocalizzi. Insomma, sembra di ascoltare l'R&B contemporaneo se fosse nato a Córdoba nel Cinquecento. Il video è un piccolo capolavoro. Mentre ragazzi scheletrici ballano in una palestra e si appoggiano a macchinoni modificati da processi di tuning, Rosalía e il suo corpo di ballo si muovono come se fossero sul palco di Beyoncé. Le loro figure compaiono in officine evidenziate da scintille, cabine di camion, su rimorchi e muletti. L'immagine perfetta per spiegarlo è quella che accompagna il punto in cui la voce di Rosalía si fa più vibrante, quando sceglie di affidarsi alla notte nonostante il consiglio di una zingara: una corrida con una motocicletta al posto del toro.

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Artefici di questa metamorfosi visuale e sonora dell'elemento-flamenco in Rosalía sono El Guincho e Charm La'Donna: lui è uno storico musicista elettronico spagnolo che si è fatto le ossa collaborando con Björk, lei una ragazza-prodigio che a soli 17 anni è diventata la coreografa di fiducia di Kendrick Lamar. Sempre loro, insieme a Canada, hanno curato il secondo nuovo singolo di Rosalía, "PIENSO EN TU MIRÁ (Cap.3: Celos)", canzone d'amore sofferto intrisa di una coralità commovente, puntellata da ancora altri palmas e pitos che picchiettano contro l'orecchio come gocce di pioggia sul vetro.

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Screenshot dal video di "Pienso en tu mirá".

L'inquadratura iniziale funge da ponte con "MALAMENTE": la figurina di una danzatrice di flamenco appesa al cruscotto di un camion, che oscilla insieme all'enorme macchinario a cui è attaccata per un filo. Omaccioni dalle braccia conserte appoggiano alle loro enormi motrici mentre le canotte bianche che indossano si macchiano di rosso: è la bala en el pecho, il proiettile nel petto del ritornello, che Rosalía si sente dentro quando vede lui. Forse è una delle figure incappucciate di nero che le mettono addosso gioielli di regina, saltellano con lei in stanze sfarzose come se fossero in un video trap; forse è uno degli uomini che le puntano contro fucili, mazze e macheti in un parcheggio buio.

I milioni di views generati da "MALAMENTE" e "PIENSO EN TU MIRÁ" hanno acceso su Rosalía i riflettori dei media musicali del mondo intero, giganti statunitensi come Billboard e Pitchfork compresi. Con lei hanno già lavorato Pharrell Williams e Arca, a testimoniare quanto la sua figura faccia incontrare mondi musicali e culturali lontanissimi. Il suo nuovo progetto El Mal Querer, che è uscito da poco per Sony, va a completare l'opera suggerita dai suoi primi due singoli. Ogni canzone un capitolo dal titolo in maiuscolo, la proiezione di una scossa: "LAMENTO", "CLAUSURA", "LITURGIA", "ÉXTASIS".

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L'origine del flamenco è incerta: il termine risale al diciottesimo secolo e solo negli ultimi duecento anni si è provato a capire senza grossi risultati quale sia stato il gamete da cui è nato questo rivoltarsi di sentimenti, chitarre e parti di corpi che si scontrano e piegano e muovono. Rosalía potrebbe invece dare alla storia del flamenco un nuovo punto di inizio: il suo libro immaginato, un romanzo anonimo del tredicesimo secolo portato ai nostri tempi. Il suo album, il 2 novembre 2018.

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