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Mercoledì, a quasi un mese dagli attacchi di Bruxelles del 22 marzo in cui sono morte 32 persone, lo Stato Islamico (IS) ha pubblicato un necrologio per gli attentatori, rivelando alcuni dettagli sulle loro storie personali e sulle motivazioni che li hanno spinti ad attaccare l'occidente.
L'articolo, intitolato "I Cavalieri del Martirio in Belgio," è apparso sull'ultimo numero di Dabiq, la rivista online di IS.
Le informazioni contenute nel pezzo confermano quanto già sospettato dagli investigatori, e cioè che Najim Laachraoui, uno degli attentatori suicidi di Bruxelles, ha fabbricato le bombe usate negli attentati di Parigi a novembre. L'articolo, scritto in inglese, minaccia l'Europa di futuri attacchi.
"Le fiamme accese lo scorso anno in Iraq hanno ora arso il campo di battaglia in Belgio, e presto si espanderanno al resto dell'Europa crociata e dell'Occidente," si legge. "È stata colpita Bruxelles, il cuore dell'Europa."
"Parigi era un avvertimento. Bruxelles era un promemoria," spiega l'articolo. "Quello che verrà sarà ancora più devastante."
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Stando al necrologio, i fratelli belgi El Bakraoui hanno avuto un ruolo di leadership nell'organizzazione degli attacchi di Parigi, cosa che i funzionari degli organi di sicurezza europei già sospettavano.
L'articolo celebra anche Laachraoui, il 25enne belga che si è fatto esplodere all'aeroporto di Zaventem, definendolo "molto intelligente" e facendo notare che "ha fatto il lungo viaggio verso la Francia" dopo aver combattuto in Siria a partire dal 2013.
"Abu Idris ha preparato gli esplosivi per i due attacchi di Parigi e Bruxelles," si legge nel pezzo, che usa il nome di battaglia di Laachraoui. Gli investigatori avevano già identificato Laachraoui, ex studente di ingegneria, come il membro del gruppo che ha fabbricato le bombe.
Le sue impronte digitali sono state trovate sulle cinture esplosive utilizzate negli attentati di Parigi e sono poi state scoperte anche nell'appartamento di Bruxelles in cui i militanti hanno fabbricato un tipo di esplosivo noto come TATP, o perossido di acetone. È da lì che la mattina del 22 marzo lui e altri due uomini sono saliti su un taxi diretto all'aeroporto, dove sono poi scoppiate le bombe.
L'articolo afferma anche che i fratelli El Bakraoui erano entrambi diventati "credenti" durante la loro permanenza in prigione. Khalid El Bakraoui, 27 anni - che si è fatto esplodere su un treno della metropolitana nella stazione di Maelbeek, nel quartiere delle Istituzioni europee - è descritto come un "leader naturale" che durante la sua permanenza in prigione per aver sequestrato un'auto, ha avuto un "sogno vivido che gli ha cambiato la vita."
"Questi due fratelli hanno raccolto le armi e gli esplosivi," si legge dell'articolo. "Dopo il fortunato attacco di Parigi, [Khalid] ha intravisto un altro sogno, che lo ha spinto a portare avanti un'operazione di istishhad (martirio)."
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Oltre a questi appunti sui tre attentatori suicidi, Dabiq parla anche di Mohamed Belkaid, il 35enne algerino che è stato ucciso dalla polizia il 15 marzo, durante un raid in un'appartamento nel sobborgo di Forest, a Bruxelles, solo una settimana prima degli attacchi del 22 marzo.
Stando all'articolo di Dabiq, Belkaid era arrivato in Europa dalla Siria insieme a Laachraoui. Ciò conferma le conclusioni degli investigatori: i due hanno viaggiato insieme la scorsa estate fingendosi rifugiati siriani e sono stati portati in Belgio da Salah Abdeslam — il principale sospettato degli attacchi di Parigi, arrestato tre giorni dopo il raid di Forest.
Senza fare i nomi di coloro che sono fuggiti dall'appartamento quando la polizia è entrata in azione, l'articolo afferma che Belkaid è rimasto indietro per trattenere gli agenti belgi e francesi, ferendone diversi. Gli investigatori credono che Abdeslam potesse essere tra coloro che quel giorno sono riusciti a fuggire.
Il necrologio non menziona Mohamed Abrini, un complice di Absedlam che ha accompagnato gli attentatori suicidi all'aeroporto di Zaventem. Abrini è poi fuggito, ma è stato catturato l'8 aprile. Le autorità belghe lo stanno ora interrogando.
L'ultimo numero di Dabiq include anche una lunga contestazione contro i Fratelli Musulmani, che IS considera degli apostati, e lancia accuse contro una lista di imam che vivono in Occidente.
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