Immagini per gentile concessione del North Pole Exploration Museum, Longyearbyen, Svalbard.
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Il problema è che, in queste condizioni, si formano degli strati di ghiaccio sulle eliche che sparano, come se fossero proiettili, delle schegge contro l'involucro del dirigibile. Alle 9:25 del 25 maggio il timone di quota, appesantito dal ghiaccio, si blocca in posizione di discesa. L'Italia scende a soli 300 metri dal suolo, Nobile ordina di fermare i motori e il dirigibile risale oltre i 950 metri di quota. Trovandosi sopra la perturbazione nuvolosa, il suo involucro viene esposto alla luce diretta del sole per mezz'ora e il gas al suo interno si espande compensato dalle valvole automatiche che lo fanno fuoriuscire.Vuoi restare sempre aggiornato sulle cose più belle pubblicate da MOTHERBOARD e gli altri canali? Iscriviti alla nostra newsletter settimanale.
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Che cosa ne è stato dei sopravvissuti all'impatto? I ghiacci alla deriva portano i nove sopravvissuti — uno muore poco dopo l'impatto — verso le isole Foyn e Broch. Gli esploratori si rifugiano in una tenda, pensata solo per brevi permanenze per quattro persone. La tenda viene ricordata con il nome di Tenda Rossa perché viene colorata di rosso con la fucsina. La sostanza di colore rosso era usata per misurare la quota del dirigibile, lasciando cadere delle fiale dal mezzo e cronometrando il loro tempo di caduta segnalato dalle macchie rosse ben visibili sul bianco delle nevi. La tenda è oggi conservata al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano ed è stata oggetto di un lungo restauro che sta per concludersi.
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Le cause dell'incidente non sono mai state chiarite del tutto. Senz'altro il clima dell'Artico e la decisione di tornare alla base andando incontro alla tempesta in peggioramento hanno giocato un ruolo fondamentale. Inoltre, anche quella di risalire sopra lo strato delle nubi — provocando il riscaldamento dell'involucro, l'espansione dell'idrogeno e l'aumento della pressione, facendo scattare le valvole automatiche per liberare il gas — è stata una scelta problematica. Quando il dirigibile scende nuovamente tra le nubi dopo la riaccensione dei motori, si trova nuovamente ad una temperatura più bassa e perde quota — forse perché ha perso troppo gas prima o perché le valvole si ghiacciano e restano aperte facendo continuare la perdita. Un'altra causa probabile è il cedimento strutturale dell'involucro: prima della partenza, la neve che lo ricopriva era stata rimossa con attrezzi poco adatti usando anche scarpe chiodate per arrampicarsi sul mezzo.Proprio il 25 maggio, al CNR, in occasione dei 90 anni dalla vicenda del Dirigibile Italia, si insedierà il nuovo Consiglio scientifico per l'Artico, l'organismo presieduto dal ministro plenipotenziario che rappresenta l'Italia al Consiglio Artico. Anche se il dirigibile Italia non è mai stato ritrovato, quest'anno Polarquest2018 — una spedizione di ricerca ed esplorazione ispirata all’impresa di Umberto Nobile — partirà per la circumnavigazione delle isole Svalbard nel mese di agosto, per effettuare campionamenti di microplastiche nell'Oceano Artico, rilevare il flusso di raggi cosmici oltre gli 80°N e cercare i resti del dirigibile Italia a Nord-Est dell’arcipelago. Ma questa è un'altra storia di cui vi racconteremo un'altra volta.Segui Federico su Twitter: @spaghettikraut