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Droga

Al porto di Genova c'è stato il sequestro di cocaina più grande degli ultimi 25 anni

L'operazione si chiamava... neve genovese.
Vincenzo Ligresti
Milan, IT
neve-genovese
Foto via Guardia di Finanza.

Fino a qualche giorno fa nel porto di Genova erano nascosti ben bene 60 borsoni, al cui interno c’erano oltre 1801 panetti, per un totale di due tonnellate di cocaina e un valore di mezzo miliardo di euro.

A renderlo noto è stato il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Genova, specificando che il tutto è stato sequestrato il 23 gennaio scorso grazie all’”Operazione neve genovese” (sì, l'hanno chiamata così). Ma non si tratta di un sequestro qualunque, bensì del più ingente negli ultimi 25 anni in Italia.

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Come si può leggere nel comunicato, “la droga sequestrata si trovava all’interno di un container partito dal porto di Turbo (Colombia) a bordo di una nave mercantile destinata prima in Italia e poi in Spagna, dove sarebbe stata scaricata da strutture narcotrafficanti di Barcellona per essere commercializzata nel mercato europeo.”

La Banak Majuro, la nave mercantile, aveva fatto scalo prima a Livorno, e poi era arrivata nel porto ligure, dove a quel punto i finanzieri genovesi hanno sostituito la cocaina con del sale.

Una volta che la nave è arrivata in Spagna, su richiesta delle autorità giudiziarie italiane, la Policia Nacional ha arrestato uno spagnolo di 59 anni membro di una gang locale nota per essere in contatto con il clan del Golfo, una ramificata organizzazione colombiana di narcotrafficanti, tra cui si contano molti ex leader paramilitari del paese.

A livello internazionale, oltre alla Polizia Nazionale spagnola, hanno collaborato all’operazione anche la Armada colombiana e le autorità britanniche.

Anche se l'operazione ha portato al più grande sequestro degli ultimi tempi, sequestri di entità minori di sostanze stupefacenti al porto di Genova ormai sono diventati la norma. Tanto che, durante la conferenza stampa di presentazione dell'operazione, il procuratore di Genova Francesco Cozzi ha affermato che “è diventato il nuovo crocevia dei traffici illeciti internazionali," prendendo il posto di quello di Gioia Tauro.

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