DJ Shadow non ha mai interrotto la sua ricerca
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DJ Shadow non ha mai interrotto la sua ricerca

Abbiamo intervistato il re del sampling prima del suo arrivo in Italia per VIVA Festival.

Immaginate di essere un pischello che fa un disco che sbanca tutto, e improvvisamente viene proiettato nel gotha degli innovatori, che diventa un classico già dalla prima full length. Che cosa fareste voi? Sicuramente una buona metà di chi legge si metterebbe seduto sugli allori magari ripetendosi all'infinito, o magari getterebbe la spugna per aprire un chiosco di gelati in Brasile. E questo è il motivo per cui voi non siete fuoriclasse come DJ Shadow. Lo scambio che ho avuto con lui mi ricorda una recente intervista di Anthony Hopkins sulla rivista della Lufthansa di luglio: l'ex-Hannibal Lecter diceva che un attore deve sempre avere fame e che di base lui recita per imparare ogni giorno qualcosa di nuovo, soprattutto guardando ai nuovi attori non come rivali ma come qualcuno che può dare nuova linfa alla propria ricerca, perché appena pensi di essere qualcuno è la volta che sei finito.

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Beh, DJ Shadow è proprio così: nella nostra chiacchierata via mail mr. Guinness dei Primati (Entroducing… è il primo disco fatto interamente con campioni), mr. 60mila dischi (questa la cifra della sua collezione), mr. Mago Dell'Instrumental Hip-Hop mi è sembrato una persona umile che fa musica perché nella vita non potrebbe fare altro. E la sua intenzione è superarsi. Che ci riesca o no non ha importanza, l'importante è l'attitudine che qui è elargita a piene mani.

Presto sarà in Italia per il VIVA Festival, organizzato dal team di Club To Club in Valle d'Itria, in Puglia. Sarà una delle punte di diamante di una line up che comprende Nicolas Jaar, Madlib, John Talabot e Todd Terje. Così abbiamo preso la palla al balzo e l'abbiamo contattato per farci dire qualcosa sul DJ Shadow di oggi, quello di The Mountain Has Fallen, perché, in effetti, non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume e volevamo capire se anche lui la pensa così. Ordunque, buona lettura.

Facciamo finta che nessuno ti conosca e tu stia partendo da zero. Come definiresti il tuo stile? Come spiegheresti il tuo background?
Direi che faccio musica emotiva basata sui beat e derivata da radici hip-hop. L'hip-hop è la "musica della mia vita", la musica che mi ha cresciuto e mi ha influenzato più di tutte, ma mi ha anche insegnato ad aprire la mente a tutti gli altri tipi di musica, compresi quelli contemporanei.

Ascoltando il tuo ultimo EP The Mountain Has Fallen risulta chiaro che cerchi sempre di metterti in difficoltà. È passato un po' di tempo da The Mountain Will Fall ma sembra che tu cerchi sempre di fare un passo oltre a ogni disco. Come conduci le tue ricerche?
Semplicemente ascoltando molto. Penso sia importante restare attenti, continuare a essere studente dei miei pari, indifferentemente dal successo che posso ottenere. Sento idee fantastiche in continuazione, spesso di ragazzi e ragazze che hanno la metà dei miei anni. Se li snobbassi, o pensassi che non c'è nulla che mi possano insegnare, mi perderei cose importanti e in definitiva non farei altro che rovinare il mio percorso musicale.

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La mia canzone preferita sul nuovo EP è "Good News", che suona molto influenzata dalla nuova scena HD post-grime, seppur mantenendo il tuo stile inconfondibile. È sicuramente una canzone che mette i puntini sulle i. Dobbiamo aspettarci ulteriori esplorazioni di questo sound in futuro?
Metterei "Good News" nella stessa categoria di canzoni come "Organ Donor" e "Monosylabik", nel senso che si basa di più su una sfida tecnica che su un tentativo di comunicare un'emozione. La vedo come un'opportunità per lasciarmi andare e divertirmi ad esplorare un particolare paesaggio sonoro. È anche il tipo di musica che associo di più con il dipingere o il disegnare; questo tipo di musica è un esercizio molto visivo per me.

Il tuo approccio al sampling è cambiato nel tempo? Come lo fai ora?
Penso che il modo più semplice per rispondere a questa domanda sia di spiegare che sono arrivato alla conclusione che tutto il suono è essenzialmente un sample. Che un colpo di cassa arrivi da un disco in vinile, dalla registrazione di un batterista o da una drum machine, una volta che entra nel mio dominio diventa solo un altro suono da manipolare… la fonte del suono non importa più, l'unica cosa che importa è che cosa sono in grado di farci io, come sono in grado di trasformarlo. Una volta passata questa linea nella mia mente, mi sono sentito libero di muovermi in avanti con nuovi concetti sull'utilizzo dei sample.

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Ho notato che non ti fai problemi a collaborare con artisti anche molto distanti dal tuo stile, ad esempio nell'ultimo disco troviamo Steven Price, autore della colonna sonora di Gravity. Non me lo sarei mai aspettato. Com'è nata questa collaborazione?
Appena ho iniziato a lavorare sull'album ho immediatamente capito di voler lavorare con altri strumentisti che operassero al di fuori del campo dell'hip-hop e dei beat… per esempio, ho lavorato con Nils Frahm e Matthew Halsall. Ho sempre ammirato la musica di Gravity, e Steven Price era nelle prime posizioni della mia lista di potenziali collaborazioni. Avevamo già provato a metterci in contatto con lui, ma avevamo trovato solo vicoli ciechi, e io dovevo muovermi per chiudere l'album. Poi improvvisamente l'abbiamo trovato e lui si è dimostrato subito carico all'idea di lavorare con me, così ho potuto completare la traccia "Corridors".

Non è un segreto che Endtroducing… abbia avuto un impatto enorme sulla tua vita, nel bene e nel male. Alcuni si aspettano che tu suoni sempre le stesse cose, ma tu non ti sei mai lasciato condizionare da queste aspettative. Hai addirittura pubblicato una versione speciale di Endtroducing… per il suo 20esimo anniversario che contiene esclusivamente remix da parte di artisti come Kuedo, Adrian Younge, Clams Casino e Daedalus. Le loro versioni sono davvero una boccata d'aria fresca e riescono a far suonare anche l'originale più vivo, come se avessi iniettato sangue fresco in un classico scolpito nella pietra. Sei soddisfatto?
Per quanto in alcune occasioni io sia stato in disaccordo con l'opinione dei miei fan sulla musica che ho scelto di comporre dopo, posso dire in tutta onestà che non c'è mai stato alcun "male" nella mia mente quando si tratta di Endtroducing… Quell'album mi ha dato tantissimo e ne sono molto orgoglioso. E sì, sono soddisfatto al 100 percento dei remix per il 20esimo anniversario, è stato un vero onore sentire le interpretazioni di tutti quegli artisti. Ho scelto io stesso ogni partecipante, sono tutti miei eroi per motivi diversi.

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Questo mi porta a un'altra domanda: molte persone dicono che ultimamente sei stato influenzato da gente che a sua volta è stata influenzata da te. Penso che questo abbia a che fare anche con i mezzi di produzione che vanno uniformandosi e con l'idea che bisogna essere se stessi al 100 percento per essere davvero attuali—cosa che mi sembra a te riesca benissimo. Segui i nuovi producer della scena? Chi vedi come tuo erede?
Non sarei mai così egocentrico da chiamare qualcun altro "erede", perché questo vorrebbe dire che questa persona ha imparato qualcosa da me, e non potrei mai essere sicuro di ciò. Ma naturalmente ci sono molti beatmaker che amo, del passato e del presente. Oltre a quelli che hanno partecipato al progetto di remix di cui sopra, potrei citare G Jones, Noer The Boy, Nasty Nasty e moltissimi altri. Se dovessi scegliere il mio preferito degli ultimi dieci anni direi DJ Rashad, penso sia stato il Juan Atkins di questa generazione.

Dopo molti anni nel giro delle major label sei tornato al mondo indipendente. Hai detto che questo rappresenta una vittoria per te, che ora finalmente puoi concentrarti sulla musica e sulla ricerca, portando avanti un discorso importante. Ma c'è davvero così tanta differenza tra l'atteggiamento delle major e quello delle etichette underground? A volta penso chele seconde cerchino solo di imitare le prime e viceversa. Non direi che la scena sia rimasta la stessa dai tempi di Mo Wax. Qual è la tua esperienza?
Posso solo parlare della mia situazione specifica. Non mi sembrava di poter raggiungere il punto che volevo raggiungere con la mia carriera continuando a mettere la mia musica nelle mani di persone che mi avevano appiccicato addosso un'etichetta di "non commerciale". La maggior parte delle major dividono il mondo in due: rock/elettronica o rap/R&B, e se non rientri precisamente in uno di questi due campi, o li tocchi tutti e quattro, sei un disadattato. Ed è così che venivo considerato perlopiù, perché facevo sempre una cosa diversa da quella che avevo appena fatto… il che, naturalmente, era precisamente l'obiettivo di tutto. Ma invece di vederla come una cosa positiva, o un aspetto da incoraggiare e da stimolare, le major la vedevano come una debolezza, un "problema" che non avevano il tempo di risolvere. A essere sincero, non avrei dovuto mai stare su una major, ma non si trattò di una mia scelta; ma questa è un'altra, lunga, storia. Ti basti sapere che sono più felice dove mi trovo ora. Si adatta meglio alla mia personalità e all'evoluzione della mia carriera.

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Nel tuo ultimo EP ho notato che hai messo da parte il funk in favore di quattro tracce di hip-hop duro e puro. Ci sono Nas e Danny Brown sul beat, per esempio. Come mai?
Ogni album o EP è una specie di fotografia, che cattura l'umore e le suggestioni di un artista in un momento particolare. Si può dire che queste canzoni rappresentano me da gennaio a giugno del 2017. Il prossimo sarà probabilmente completamente diverso… perlomeno, questa è la mia speranza e la sfida che lancio a me stesso.

Chissà se DJ Shadow usa ancora il suo vecchio Akai per campionare. Non ce l'ha detto, ma noi pensiamo proprio di sì.

VIVA Festival si svolgerà dal 15 al 20 agosto in varie location nella Valle d'Itria, provincia di Bari. Acquista i biglietti sul sito e segui il festival su Facebook.

Demented è su Twitter: @Demented_Thement.

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