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Segui VICE News Italia su Facebook per restare aggiornatoCon la grande – si fa per dire – manifestazione del Family Day, molti cattolici hanno affermato in piazza la loro contrarietà alla legge sulle unioni civili. La domanda quindi viene naturale: ma quanti sono i credenti in Italia, alla fine? Quanto contano davvero?Un modo semplice per rispondere è guardare al numero di persone che affermano di non frequentare mai luoghi di culto. In questo senso, i dati ISTAT mostrano una tendenza chiara e inequivocabile: da anni, uno dopo l'altro, gli italiani stanno abbandonando la chiesa.A un livello di istruzione maggiore corrisponde un distacco più profondo dai riti religiosi: ha detto addio ai riti ecclesiastici il 23,7% dei laureati e il 22,4% dei diplomati.La percentuale scende tra i cittadini in possesso di licenza media - 20,9% - e crolla ulteriormente tra coloro che hanno frequentato solo le scuole elementari, 17,7%.Tutti i valori sono superiori, e non di poco, rispetto a quelli del 2006. In ciascun caso si tratta di circa due o tre punti percentuali di distacco — che, se applicati all'intera popolazione italiana, si traducono in una differenza di milioni di persone.Il grande buco, come emerge spulciando le statistiche, è soprattutto quello degli adolescenti maschi. A partire dai 14 anni la fetta di chi non va mai in chiesa balza a poco meno del 25%, per poi toccare un picco del 35% fino ai 24 anni.In linea di massima, invece, le ragazze tendono a frequentare più spesso luoghi di culto — anche se dai 14 anni in poi comincia anche per loro la fase dell'abbandono.E chissà se poi - maschi o femmine che siano - torneranno mai all'ovile: guardando all'ultimo decennio e mezzo sembra sempre meno probabile, per ogni anno che passa.
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Nel 2001 il 15,9% delle persone di sei anni o più non partecipava mai a riti religiosi. Nel 2015 quello stesso numero è salito al 21,4%: sono dunque circa 3,8 milioni le persone distaccatesi dalle tradizioni ecclesiastiche nell'arco di un quindicennio.Secondo i dati analizzati da VICE News, il centro-nord risulta generalmente molto meno religioso del sud.In Emilia-Romagna, un abitante ogni tre non frequenta mai luoghi di culto: è il dato più elevato del paese.La regione forma, con Liguria e Toscana, un grosso 'blocco anti-religioso' che spezza l'Italia in due.Al contrario il meridione resiste — in Campania e Sicilia, quasi nove persone su dieci si recano ancora abitualmente in chiesa.Eppure anche al sud sembra solo una questione di tempo: nelle regioni meridionali, così come al centro e al nord, l'abbandono dei riti religiosi è in crescita — e diffuso in ogni parte del territorio, tra i comuni grandi e quelli piccoli.Nelle regioni più 'laiche', tendenze già accentuate non hanno fatto altro che aumentare: per esempio toscani e liguri, che già nel 2006 dichiaravano di non frequentare mai luoghi di culto, hanno proseguito il proprio percorso di distacco dalle istituzioni religiose.È la Sardegna la regione dove il gruppo di "non frequentanti" è aumentato in misura maggiore, balzando in nove anni dal 18 per cento al 24 per cento circa.L'unico caso in controtendenza è quello della Sicilia: qui il numero di quelli che non vanno mai in chiesa si è abbassato rispetto al passato — dal 14 per cento del 2006, all'11 per cento del 2014.
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