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Identità

I daddy issues esistono e influenzano la tua vita sessuale

Secondo uno studio, la relazione tra padre e figlia influirebbe sulla possibilità che questa adotti "comportamenti sessuali a rischio."
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Da quando la psicanalisi ha introdotto il concetto di "complesso paterno", si è speculato ampiamente sull'ipotetico impatto del comportamento dei padri sulle nostre vite. Specialmente nella cultura popolare, si è radicata l'idea che il rapporto tra una donna e il padre nella prima fase della vita della prima influisca sulla sfera romantica e sessuale. (Concetto che da qui in poi indicheremo con il termine "daddy issues".)

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Ma quanto c'è di vero? I ricercatori della University of Utah hanno recentemente deciso di studiare quella che definiscono "la forte associazione… che si rileva tra la qualità della paternità e i rischi legati al sesso a cui si espongono i soggetti femminili in età adolescenziale." I risultati, pubblicati da Development Psychology in uno studio dal titolo "Impact of Fathers on Parental Monitoring of Daughters and Their Affiliation With Sexually Promiscuous Peers," confermerebbero che la relazione tra padre e figlia influisce sulla possibilità che questa adotti "comportamenti sessuali a rischio."

I ricercatori definiscono comportamenti sessuali a rischio il sesso non protetto, il sesso sotto effetto di droghe o alcol, il sesso con qualcuno che si inietta droghe, con una persona incline a commettere abusi, "reazioni sessuali simultanee con diversi partner" o la richiesta di un compenso in cambio di atti sessuali.

La ricerca ha raccolto le testimonianze di un gruppo di 202 individui, formati da coppie di sorelle—così da poter rilevare le differenze (o anche la mancanza di differenze) nel comportamento sessuale di ognuna, con la certezza che il padre fosse lo stesso. Le coppie di sorelle sono state scelte in famiglie in cui i genitori erano rimasti insieme durante tutta l'adolescenza di entrambi i soggetti, e tra quelle di famiglie i cui genitori avevano divorziato prima che la sorella più piccola arrivasse ai 14 anni. Le famiglie i cui genitori erano rimasti insieme fungevano da gruppo di riferimento, mentre quelle con casi di divorzio hanno reso possibile avere coppie in cui una sorella—la più grande—era stata a contatto con il padre per un periodo di tempo più lungo.

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Tutte le partecipanti avevano un'età compresa tra i 18 e i 36 anni. A quanto sostiene l'autrice principale, la dottoressa Danielle J. DelPriore, i soggetti della ricerca sono ciò che la rende diversa dalle precedenti. "Paragonando due sorelle biologiche che sono cresciute nelle stesse condizioni famigliari, possiamo escludere la possibile influenza di fattori ambientali o genetici," ha detto a Broadly.

La ricerca si è poi concentrata sulla qualità del rapporto padre-figlia, sulla presenza paterna (conoscenza, supervisione, comunicazione e controllo della condotta) e sulla quantità di tempo in cui le figlie erano state a contatto con i padri nel periodo dell'adolescenza. Il rapporto padre-figlia è stato misurato su due scale: la severità del padre e il suo affetto. Ai partecipanti è stato chiesto di dare un voto a questi tratti in una scala da zero a quattro.

I ricercatori hanno scoperto che i padri delle famiglie con casi di divorzio avevano un'influenza maggiore sul comportamento sessuale delle figlie più grandi. Quando la qualità della paternità era alta, le figlie più grandi erano meno inclini a esporsi a comportamenti a rischio, e allo stesso modo di legare con persone che si esponevano a questi rispetto alle figlie più piccole. Allo stesso modo, era vero il contrario: se la qualità della paternità tendeva a essere bassa nelle famiglie con casi di divorzio, la figlia più grande aveva più possibilità di esporsi a comportamenti sessuali a rischio.

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"Abbiamo deciso di concentrarci sulle figlie per via delle precedenti ricerche e teorie," ha detto la dottoressa DelPriore in riferimento all'assenza di figli maschi nella ricerca. "L'associazione tra un padre assente o una bassa qualità della paternità e comportamenti a rischio durante l'adolescenza si è dimostrata più forte per le figlie che per i figli."

Lo studio offre anche una sezione sul significato pratico delle scoperte. "La ricerca suggerisce che una presenza dei genitori e una frequentazione di persone estranee a comportamenti sessuali a rischio sono fattori importanti per evitare quegli stessi comportamenti durante l'adolescenza," si legge. Sia il controllo dei genitori sia l'influenza degli amici, secondo lo studio, "possono rappresentare due fattori modificabili aggiuntivi che possono essere presi in considerazione per la prevenzione e l'intervento."

Per adesso, la dottoressa DelPriore crede che il risultato principale di questa ricerca sia questo: "quello che contava per il comportamento delle figlie era il periodo di tempo che avevano vissuto con i padri ed erano a contatto con il loro comportamenti, nel bene e nel male."

Di fatto, come tutti i cliché, anche i daddy issues hanno un fondo di verità.

Thumbnail via Unsplash.