Música

Abbiamo parlato con il locale di Brescia che ha annullato il concerto di Bello Figo

Disegno di Davide Toffolo.

Dicembre 2016 verrà ricordato per sempre come il mese in cui Bello Figo è diventato, a tutti gli effetti, parte del mainstream. Gli è bastato apparire in televisione e in radio con quelle hit che sono “Non pago affitto” e, in seconda battuta, “Referendum costituzionale” per diventare oggetto sia delle lodi di chi, giustamente, vede nelle sue cose una grande satira sulle idee più retrograde che serpeggiano oggi in Italia, che degli insulti di chi non ha alcun senso dell’umorismo e non vedeva l’ora di poter buttare fuori un po’ di sano odio nei confronti di un ragazzino di colore di vent’anni che fa lo Youtuber. 

Giustamente, Bello Figo ha surfato sull’onda dell’attenzione organizzando una serie di concerti in giro per l’Italia. Uno di questi si sarebbe dovuto tenere il 23 dicembre alla Latteria Molloy, uno storico locale di Brescia: ma è stato invece annullato dal locale per una serie di minacce a sfondo razzista ricevute sui social. “Abbiamo ricevuto vere e proprie minacce che non ci permettono di far svolgere il concerto serenamente e garantire la sicurezza per il pubblico”, diceva il testo del post, oggi cancellato: “Il clima di svago e divertimento che quell’evento avrebbe dovuto creare è stato irrimediabilmente compromesso. In questi primi 10 anni di attività la Latteria è sempre stata un luogo di aggregazione, e non di divisione e di conflitto. Da qui la scelta di cancellare il concerto, o quantomeno di rimandarlo a tempi più sereni.”

Latteria Molloy ha scelto finora di tenere un profilo basso e non rilasciare alcuna dichiarazione ulteriore sull’annullamento del concerto. Oggi i gestori del locale hanno deciso di rilasciare a Noisey un’ultima intervista prima di entrare in silenzio stampa. A parlare è Paolo “Blodio” Fappani, a nome di tutto lo staff della Latteria.

Noisey: Perché avevate scelto di organizzare un concerto di Bello Figo?
Latteria Molloy: Quello che è successo da Belpietro è stata la versione quarant’anni dopo dei Sex Pistols in studio da Bill Grundy. Bello Figo può piacere o meno, non è questo il punto, ma il fatto che non metta d’accordo nessuno fa di lui una cosa molto punk nel senso originario del termine. Detto questo, se un artista ha la forza dirompente di attirare a sé gli improperi di tutti, dal mio punto di vista ha vinto e merita di salire sul palco di Latteria Molloy. Abbiamo una vocazione a trecentosessanta gradi e ci sentiamo liberi di spaziare tra i vari generi musicali cercando costantemente di dare spazio alle realtà più interessanti dei tempi che viviamo. Solo negli ultimi mesi sono passati dal nostro palco mostri sacri come Battles, Jaga Jazzist e Peter Murphy o artisti italiani come Francesca Michielin, Dente, Motta e Cosmo. In tutto questo non ci sembra fuori luogo l’ironia di Bello Figo.

Come mai avete scelto di non rilasciare dichiarazioni se non il vostro post originale di FB?
LM: Latteria Molloy in questi giorni ha fermamente voluto tenere un atteggiamento di basso profilo per evitare di alimentare la polemica (da qui la conseguente eliminazione di qualsiasi post social riguardante l’evento incriminato), e quindi rispedire al mittente tutto questo clamore non richiesto. Il sensazionalismo da bar non ci interessa, le questioni di principio nemmeno, l’unica cosa che conta sono le condizioni di sicurezza a tutela dei lavoratori, della clientela e dell’artista che un locale del profilo di Latteria Molloy si trova costantemente a dover affrontare.

A quanto ci avete spiegato ci terreste a concentrare l’attenzione sul ruolo dei social nella vicenda, più che sulle minacce. Perché?
LM: Viviamo in un clima internazionale in cui la violenza e l’intimidazione fast and social sono talmente normali da diventare una questione da trending topic, ci sembra assurdo che un’attività privata di intrattenimento debba confrontarsi con persone che, trincerate dietro un profilo, si permettono di scrivere minacce di morte a un artista, a un locale o ai suoi gestori. Non ci interessa che questi atteggiamenti siano reali o meno. Non ci interessa il pensiero politico di chi li esprime. Riteniamo inconcepibile che in queste piazze virtuali del “tutto è permesso” siano concesse (e fomentate dai media), frasi di una violenza inaudita. Viene da chiedersi quanto valga la libertà di parola su un social? Vale certamente un’intera vita di un Signor nessuno di Aleppo che spara al mondo il suo testamento nella certezza della morte imminente, non vale un secondo dell’esistenza annoiata di chi, illuminato dallo stretto cono di luce del suo device, lancia sentenze nel tentativo di trasformare un concerto in uno scenario di guerriglia urbana o di chi con leggerezza da aperitivo si erge in cattedra per venire a insegnarci come fare il nostro lavoro.

Come i social, e la loro coda lunga, influenzano il vostro lavoro?
LM: Latteria Molloy è sui social costantemente perché quello è il luogo della comunicazione oggi e un locale come il nostro non può prescindervi. Non vorrei che da questa chiacchierata passasse un messaggio di criminalizzazione del mondo social da parte nostra. Niente di più sbagliato. Vorremmo solo aprire una riflessione su fino a che punto è lecito che la libertà di espressione diventi un tritacarne incontrollato di cui qualcuno finisce per farne le spese. Sulla vicenda Bello Figo la vera leva che ha sollevato il polverone della polemica è stato l’atteggiamento di certi organi di informazione che sui social hanno lasciato montare la polemica non preoccupandosi minimamente di moderare interventi ben oltre la soglia della decenza. Questo è per noi totalmente inaccettabile. Da questo momento in avanti i nostri canali social non accetteranno interventi immotivati di violenza, intolleranza e critica socio politica gratuita.

Da oggi, inoltre, Latteria Molloy entra in silenzio stampa a tempo indeterminato, lo fa nel periodo più caldo dell’anno e nella certezza di perderci come già ha perso annullando un concerto virtualmente sold out. Per coerenza con la nostra visione negli ultimi giorni abbiamo rifiutato la ribalta mediatica mantenendo un dovuto silenzio di fronte alle richieste di tutti i più importanti media italiani, così continueremo a fare, non ci interessa a cosa porterà chiudere un dialogo mediatico, sia esso reale o virtuale. La Latteria richiama abitualmente gente da tutto il Nord Italia, spesso da altri paesi Europei, siamo convinti che chi ci conosce e chi ama quello che facciamo ci verrà a cercare.

Elia è su Twitter: @elia_alovisi
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