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Tecnologia

La navicella X-37B si trova in orbita da 500 giorni ma nessuno sa perché

L'X-37B è probabilmente uno dei programmi aerospaziali più riservati della storia. La navicella americana è in orbita da 500 giorni ma i suoi scopi restano ancora avvolti nel mistero.

Probabilmente, l'X-37B è uno dei programmi aerospaziali più riservati della storia. Dietro a questo misterioso acronimo, si cela una piccola navetta senza pilota, progettata da Boeing nel 1999 e commissionata dalla NASA per sostituire le vecchie Challenger e Discovery. Dopo l'esplosione del Columbia nel 2003 e la perdita di sette membri dell'equipaggio, la NASA ha abbandonato il progetto e la DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency) si è impadronita del prototipo… per poi cederlo successivamente, nel 2006, all'US Air force per mancanza di budget. Il 22 aprile 2010, dopo una serie di test di successo, la nave spaziale ha volato su un razzo Atlas V verso l'orbita terrestre bassa.

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La navicella è rimasta in orbita per 220 giorni senza che quasi nessuno sapesse cosa stesse facendo di preciso. Da quel momento in poi, l'X-37B ha effettuato altre due permanenze spaziali, sempre più lunghe e altrettanto segrete, per un totale di 1.367 giorni di volo orbitale, secondo i (pochissimi) dati ufficiali diffusi dall'US Air Force. Nel momento in cui state leggendo questo articolo, la quarta missione, denominata OTV-4 (che sta per "orbital test vehicle"), è in corso dal 20 Maggio 2015, aggiungendo 516 giorni di volo al curriculum già impressionante dello shuttle robotizzato. Un periodo di tempo sufficiente a generare le più svariate teorie complottiste possibili riguardo la sua attività in orbita, soprattutto perché, come sempre, l'US Air Force si rifiuta di comunicare la data di rientro del prototipo. Allo stato attuale, l'X-37B è un clandestino e solo l'Air Force sa per quanto tempo resterà tale.

Che cosa si sa, allora, di questo shuttle? Innanzitutto, è decollato da Cape Canaveral per atterrare alla Vandenberg Air Force Base, in California. Inoltre, è completamente automatizzato ed è in grado di autoalimentarsi, dispiegando i suoi pannelli solari in orbita, consentendogli di viaggiare per molti mesi. Il velivolo misura 3 metri di altezza, 9 metri di lunghezza, la sua apertura alare è di 5 metri e pesa 5 tonnellate senza carico, questo lo rende più simile ad un drone che ad una navetta spaziale vera e propria. Secondo Space.com, l'X-37B possiede all'incirca la stessa capacità di carico di un pick-up. Ma cosa dovrebbe trasportare di preciso? Questo è il dilemma. Per ora, sono stati identificati solo alcune delle attrezzature che hanno viaggiato a bordo di esso: un propulsore a effetto Hall—un prototipo di motore elettrico che sfrutta la ionizzazione dei gas—realizzato dalla ditta Aerojet Rocketdyne; una sorta di mini-laboratorio della NASA, denominato METIS, utilizzato per testare il comportamento dei materiali nello spazio e un motore prototipo dell'US Air Force.

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Ora parliamo di quanto è emerso circa la missione. Ufficialmente, l'X-37B OTV-4 ha due obiettivi, come dichiarato dall'Air Force stessa: "sviluppare delle tecnologie per le navicelle che siano riutilizzabili per il futuro nello spazio degli Stati Uniti e condurre esperimenti i cui dati verranno riesaminati sulla Terra. "In particolare, queste tecnologie sono 'sistemi di guida, di navigazione e di controllo avanzato (…) sistemi di propulsione avanzati e procedure di volo, di rientro autonomo e di atterraggio," tra le altre cose. Una versione che corrobora alcune delle informazioni circa il materiale trasportato dalla navicella, ma che non spiega in nessun modo perché l'X-37B trascorre così tanto tempo nello spazio, perché questa missione che viene presentata come pacifica sia coperta dal segreto massimo e ancora meno perché l'OTV-4 stia ancora orbitando attorno alla Terra, mentre la sua missione originaria, secondo Phys.org, sarebbe dovuta durare al massimo 200 giorni, il tempo necessario alla NASA per effettuare i suoi esperimenti. Inoltre, se l'US Air Force stava testando solo le procedure di lancio, rientro e atterraggio automatico, avrebbe avuto tutto l'interesse a fare ritornare a terra la sua navicella in poco tempo per analizzare i dati raccolti. Ed eccovi qui serviti tutti gli ingredienti ideali per generare le più svariate teorie complottiste in merito a piani di spionaggio spaziale e militarizzazione dell'orbita terreste, cari miei.

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Catturare satelliti nemici?

Quasi in concomitanza con ogni nuova missione, sui media, vari esperti hanno esposto le loro teorie sulla reale utilità del X-37B, che vanno da quelle più plausibili a quelle più improbabili. Nel 2001, la NBC ha titolato "il bombardiere spaziale del Pentagono." Nel 2010, il blogger Tom Burghardt ha parlato della la creazione di una "capacità significativa di disattivare, danneggiare o distruggere i satelliti delle altre nazioni." Due anni più tardi, l'autorevole periodico britannico Spaceflight, poi ripreso dalla BBC, ipotizzava che la navetta avesse lo scopo di spiare la stazione cinese Tiangong-1, i due veicoli spaziali, infatti, orbitavano all'incirca alla stessa altitudine (300 km, sufficientemente vicini per essere osservati) e alla stessa inclinazione di 43 gradi rispetto all'equatore.

Nel 2014, Brian Weeden, ex analista dell'Air Force, ha dichiarato a Space.com che la navetta probabilmente conteneva delle "tecnologie di rilevamento e spionaggio", tra cui sensori di ogni tipo, per monitorare stabilimenti sul suolo terrestre o—all'occorrenza—altri velivoli spaziali. Per quanto riguarda il versante complottista, infine, è stato il famoso cargo principale a suscitare le maggiori perplessità: troppo piccolo e, in ogni caso, non concepito per ospitare dei passeggeri, quindi, in realtà, pensato per catturare dei satelliti nemici. Esattamente, come l'antagonista di Agente 007 - Si vive solo due volte, che cattura senza preavviso una navicella sovietica e i due cosmonauti che si trovano a bordo. Con l'X-37B, l'orbita bassa terrestre avrebbe il suo nuovo villain.

Se l'ipotesi di un bombardiere spaziale non ha nessun senso, le altre teorie sono comunque interessanti. Secondo il giornalista Jim Oberg, leggenda dell'ambiente aerospaziale e incubo dei complottisti, l'ipotesi dello spionaggio rivolto verso la stazione cinese non sta in piedi, dato che le orbite delle due navicelle erano perpendicolari tra di loro. Resta quindi da valutare l'opzione dello spionaggio degli altri satelliti… o del pianeta. Come spiegato sul Guardian e su altri periodici statunitensi, tra cui il Daily Beast e il New York Times, sono emerse una serie di informazioni dai responsabili dell'Air Force, ad esempio, la navetta è "progettata per trasportare sensori sperimentali—come varie telecamere hi-tech… sensori elettronici e radar per la mappatura del suolo, " per "supportare i combattenti a terra." Insomma, un satellite spia un po' più sofisticato, versatile e resistente rispetto agli altri, il cui arsenale potrebbe essere aggiornato regolarmente—con il costo di 100 milioni di dollari a lancio, in ogni caso.

Per quanto riguarda l'ipotesi di spionaggio dei satelliti stranieri, invece, questa sembra poco plausibile, per ovvie ragioni di discrezione: se uno Stato, qualunque esso sia, nota che il suo satellite dà i numeri ogni volta che una navicella americana è nelle vicinanze, cercherebbe subito la riconciliazione—anche i russi di James Bond lo avevano fatto e non avevano di certo inventato l'acqua calda—in caso contrario, la missione di spionaggio perderebbe ogni sua utilità. Tuttavia, scrive Jim Oberg, l'X-37B potrebbe benissimo "testare dei sensori per delle " situazioni di vigilanza locale," progettati per sfruttare il vantaggio indotto dal fatto che gli operatori spaziali militari non possono rilevare i tentativi di approccio malevolo, le interferenze, i tentativi di aggancio o la penetrazione nello spazio vitale da parte dei velivoli spaziali militari americani. "In altre parole, una sorta di specchietto retrovisore spaziale, pieno di sensori, pensato per prevenire gli attacchi provenienti dall'esterno dell'atmosfera. Per di più, completamente segreto. Dopo tutto, lo spionaggio è importante, ma sviluppare una propria capacità di difesa senza che nessuno lo sappia, offre un vantaggio strategico, soprattutto se i russi o i cinesi decidono di identificare tutti i vostri satelliti di intelligence.

In alternativa, l'X-37B possiede tutt'altro scopo e l'esercito vuole solo testare la potenza della sua navetta così da tenerla a portata di mano per ogni evenienza, come spiegato nell'articolo di Space.com. Per lo meno, questa opzione può soddisfare anche i complottisti. Nel frattempo, l'X-37B continuerà il suo allegro volo spaziale, tornando sulla terra quando vorrà e, probabilmente, nessuno si interrogherà si farà nessuna domanda rispetto al suo anno sabbatico in orbita.