Fra tutti i prodotti alimentari disponibili in commercio, i pesci e i frutti di mare sono quelli soggetti a più regolamentazioni, nonché quelli su cui più di 11 milioni di persone al mondo fanno affidamento come fonte primaria di sostentamento. Ad esempio negli Stati Uniti il 91% dei prodotti ittici consumati è importato dall'estero, e solo il 2% viene ispezionato dall’FDA (la Food and Drug Administration, l’Agenzia per gli Alimenti e i Medicinali).
Così come molti altri prodotti venduti negli Stati Uniti e in molte parti d'Europa, anche la provenienza dei pesci è spesso dubbia e difficile da rintracciare. Questo, di conseguenza, rende estremamente complicato il lavoro del consumatore responsabile che ama selezionare cibi freschi, naturali e sostenibili, senza ritrovarsi involontariamente a sostenere le condizioni di schiavitù di alcuni pescatori in India, lo sfruttamento minorile che porta bambini vietnamiti ad aggiungere sostanze chimiche varie ai gamberetti, o i pirati del Mar Mediterraneo dediti alla pesca di tonni fuori stagione.
E queste sono solo alcune delle pratiche terrificanti (ma consentite), in atto fin da quando Moby Dick era solo un’idea nella mente di Herman Melville.
Moltissime operazioni commerciali riguardanti l’industria ittica hanno chiuso un occhio su questi (e altri) segreti sporchi. Dopotutto, una buona fetta del profitto stesso di questo settore è basato sul mistero. Tuttavia, sempre più venditori di pesce (me compresa), abbracciano una mentalità completamente diversa. Crediamo fermamente che i clienti meritino trasparenza e verità, e che attraverso esse possano disporre di pieno potere decisionale circa le proprie scelte d’acquisto. Per questo, qui troverete alcuni dei miei consigli per riconoscere il pesce migliore, che non nuoce né alla salute di voi che lo mangiate, né a quella di chi lo alleva e fa in modo ve lo ritroviate in tavola.
Moltissime operazioni commerciali riguardanti l’industria ittica hanno chiuso un occhio su questi (e altri) segreti sporchi. Dopotutto, una buona fetta del profitto stesso di questo settore è basato sul mistero. Tuttavia, sempre più venditori di pesce (me compresa), abbracciano una mentalità completamente diversa. Crediamo fermamente che i clienti meritino trasparenza e verità, e che attraverso esse possano disporre di pieno potere decisionale circa le proprie scelte d’acquisto. Per questo, qui troverete alcuni dei miei consigli per riconoscere il pesce migliore, che non nuoce né alla salute di voi che lo mangiate, né a quella di chi lo alleva e fa in modo ve lo ritroviate in tavola.
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Il sangue è rosso, non marrone
Il pesce sa di mare, non di altro
Andate a caccia di roba buona (e naturale)
“Surgelato” non è conseguentemente sinonimo di “cattivo”
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Comprate solo pesce locale e di stagione
Andate a pescare!
Se è buono non è economico; se è economico non è buono
Quest’articolo è originariamente apparso su MUNCHIES nel giugno del 2016