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Sono andato al raduno dei single milanesi all'Esselunga di Viale Papiniano

Per qualche motivo, il supermercato di Viale Papiniano a Milano è noto come punto d'incontro dei single della città. Sono andato all'evento nato su Facebook per farmi un'idea del livello di tristezza.
Vincenzo Ligresti
Milan, IT
esselunga

Tutte le foto di Vincenzo Ligresti.

Se vi capita di incappare in discorsi su Milano e relazioni e non avete voglia di applicarvi, basta inframezzare tra voi e il vostro interlocutore asserzioni dalle accezioni identiche e riproposte sempre in maniera differente. Ridotte all'essenziale, queste frasi da reiterare sono due—una seria ma non troppo impegnativa, l'altra scherzosa e potenziale punto fermo. Eccole qua, da dire poi come vi pare. 1. Trovare una persona in questa città è tanto facile quanto perderla 2. Menomale che c'è l'Esselunga di Viale Papiniano, che lì almeno si attracca sicuro.

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A chi non fosse di Milano basterà sapere che esiste una leggenda che fa del supermercato, più o meno dalla metà degli anni Novanta in poi, il corrispettivo di un bar portuale in cui i single della città accorrono per tentare di accoppiarsi. Per rendersi conto di quanto sia diffusa la storia sull'Esselunga di Viale Papiniano basta dare un'occhiata su Internet, tra articoli che parlano del "codice dell'ananas" e chi, ad aprile scorso, si chiedeva dove si sarebbero spostati i single in previsione della temporanea chiusura del supermercato per lavori. Il fatto che a quanto pare Milano sia una città piena di single, poi, fa tutto il resto.

Questi assiomi popolari li ho dovuti imparare in fretta appena trasferitomi, ma almeno per me lo stratagemma dell'Esselunga di Viale Papiniano è stato utilizzato esclusivamente come perifrasi per dire che, insomma, mi ero rotto di parlare d'amore.

Almeno fino a ieri, quando dalla redazione mi hanno spedito lì. Io ero felice, perché quando esci dall'ufficio prima sei felice per definizione. Il mio permesso comunque era stato accordato per un motivo ben specifico: partecipare al Raduno di single all'Esselunga di Viale Papiniano. L'evento, nato su Facebook, aveva raggiunto in pochi giorni circa 2600 partecipanti e 7000 interessati—numeri notevoli per un supermercato di quartiere—e incitava la gente "ad andare allo scoperto e cercare la propria anima gemella," richiamando alla mente altre iniziative legate a single e supermercati e facendo al tempo stesso leva sul mito di Viale Papiniano. Il mio compito, dunque, era testarne di persona la veridicità e possibilmente replicare l'entusiasmo di Repubblica, che ancora prima del suo effettivo inizio scriveva di "clienti impazziti per l'evento."

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Quando ho iniziato a intravedere da lontano l'insegna del supermercato, mi sono preoccupato subito: di gente fuori non ce n'era. L'evento iniziava alla 17 e finiva alle 21, ed ero puntuale. Non sapevo cosa avrei trovato di preciso, e del resto i commenti sul wall dell'evento non promettevano benissimo: "Visto che ci lavoravo, un consiglio: in Ortofrutta c'è un botto di patata," scriveva uno, mentre tale Ivan diceva, "Il solo pensiero di trovare l'anima gemella mi terrorizzava e sono andato in Ripamonti."

Dato che tanto prima o poi la spesa l'avrei dovuta fare comunque—non bevevo da giorni, acqua del rubinetto a parte (ma mi fa un po' senso)—sono entrato, e varcata la soglia una miriade di flash ha riacceso le mie speranze.

Gloria, Gaia e i giornalisti.

Mi ero preoccupato per nulla: nel primo reparto—quello ortofrutticolo—accerchiate da giornalisti e cocuzze c'erano la creatrice dell'evento Gloria e la coinquilina Gaia. Dopo aver spiegato a due o tre che mi braccavano col microfono che ero lì come elemento super partes, sono riuscito ad arrivare alle pioniere di un sistema che a breve metterà probabilmente in crisi i PR del globo.

Gloria è stata fin da subito molto disponibile, e mi ha spiegato: "Ero a casa a crogiolarmi e siccome questi eventi vanno tanto ne ho pensato uno che potesse funzionare e, oltre ogni previsione, è andato." Claudia invece mi ha spiegato che da più di un anno entrambe sono single "ma della vita privata non se ne parla," che entrambe hanno studiato comunicazione e bazzicano nella pubblicità.

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Altri giornalisti.

Mentre iniziavo a pensare che non fossero proprio delle sprovvedute, un signore sulla cinquantina mi ha chiesto per quale testata scrivessi. L'etichetta che indossava illustrava chiaramente che era dell'ufficio stampa della catena di supermercati. A quella vista mi sono incupito, ma l'addetto mi ha assicurato che l'evento "non era per nulla preparato." Ho un po' insistito con le supposizioni, ma ho smesso quando un tizio si è intromesso per dire, "Be' comunque che culo, un sacco di pubblicità gratis," e se n'è andato.

Uno dei miei obiettivi—oltre a indagare sulla riuscita dell'appuntamento e le possibilità di marketing di un'iniziativa del genere—era di capire chi sarebbe andato lì e se alla fine avrebbe trovato l'anima gemella. Dalla mia linea dell'orizzonte, però, sbucavano solo teste di giornalisti e signore ignare della portata storica dell'evento a cui stavano partecipando.

Tra i surgelati e gli alcolici, però, mi ha incuriosito il cestino completamente vuoto di due ragazze. Adriana ed Elisabetta sono state discrete, non hanno voluto dirmi nulla sul loro conto, solo che erano sorelle e di "Milano Milano." Per poi aggiungere, "Ad essere oneste, per arrivare qua abbiamo dovuto prendere la metro e il passante, in tutto sono dieci fermate. Ma non si sa mai, le cose te le devi andare a cercare tu."

Elisabetta e Adriana.

Appena con Adriana e Elisabetta ci siamo salutati, un ragazzo mi ha chiesto di presentargliele. Credo che la loro conversazione sia durata sì e no una ventina di secondi. Dopo le introduzioni, il ragazzo ha fatto un commento di quelli che di solito si dicono quando uno schermo ti separa anni luce, e la conversazione si conclude lo stesso. Alla fine ho ribeccato le ragazze in giro. Tranne che per del pane, il loro cestino era ancora vuoto.

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William.

Subito dopo ho incontrato William, un ragazzo passato giusto a curiosare e­—nel frattempo—prendere due birre. "Speravo di rimediare un appuntamento stasera oltre alle birre, ma c'è un alto tasso di eterosessualità. E non è facile trovare qualcuno. L'amore è complicato, è tipo un mattone. Puoi costruirci una casa o farci annegare un corpo morto."

È stato allora, mentre riflettevo sulla crudeltà della vita insieme a William, che mi sono ricordato della mia seconda missione al supermercato: l'acqua.

Claudia.

Ormai era trascorso più della metà del tempo, e mentre mi dirigevo al reparto dell'acqua ho incontrato Claudia. Lei la spesa la stava facendo per davvero, ma quando—dopo essermi accertato che fosse lì anche per l'evento—le ho chiesto se aveva almeno scambiato un numero la sua risposta è stata negativa. "Ho parlato per un po' con un ragazzo. Mi ha chiesto ripetutamente di abbracciarlo e io ho sempre detto di no. Alla fine, dopo avermi domandato 'Sai che succede se mi abbracci?', ha tirato fuori un salame dal carrello e lo ha scosso per aria. I suoi amici hanno riso, io pure. Però dopo me ne sono andata."

Andrea.

Quando Andrea—un ragazzo che aveva riempito il suo carrello a caso—mi ha detto che avrebbe passato la notte con "Federica la mano amica", ho avvertito una sensazione, quella delle mie prospettive che andavano a schiantarsi contro gli sportelli del reparto surgelati. Fino ad averne la definitiva conferma. Alla vista di Gloria (l'organizzatrice) con un ragazzo che la stava "aiutando a fare la spesa," mi sono congratulato con loro per niente: mi hanno detto che sì, si sarebbero visti, ma "per nulla di serio."

Per me l'evento è finito lì, e con questo risultato: un centinaio di persone era andato a Papiniano a cercare l'amore e ci aveva trovato i giornalisti—a cui bastavano anche tre persone e un ravanello per creare una gallery fotografica. Per quanto mi riguarda, prima di uscire ho pagato 15 euro per quattro tocchi di sushi e un fustino d'acqua. Ecco perché non faccio mai la spesa a stomaco vuoto: non la so fare. E, tra l'altro, non so nemmeno di preciso cos'è l'amore e di certo non l'ho scoperto all'Esselunga—a quanto pare, anche a chiedere, non c'aveva le idee chiare nessuno.

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