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Cose concrete che puoi fare per aiutare i tuoi ristoranti preferiti a sopravvivere

Come salvare ristoranti chiusura

Andare a pranzo non aiuta solo a sopravvivere da un punto di vista economico. Aiuta i ristoratori a sopravvivere anche da un punto di vista psicologico

Diciamolo: era difficile scontentare tutti più di.così. Con la chiusura alle 18 di tutte le attività ristorative – bar, gelaterie, pasticcerie e ristoranti-, la sola possibilità di delivery e apertura a pranzo, purtroppo, non salveranno un settore profondamente in crisi. Settore che nel 2020, secondo fonti FIPE, ha perso più di 37 miliardi e ha avuto un calo netto del -40%.

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È difficile non empatizzare con i ristoratori: questa chiusura ‘a metà’ – senza contare le chiusure totali in zona arancione o rossa – impedisce alla maggior parte dei ristoranti di lavorare, taglia oltre la metà del loro fatturato e di fatto condanna numerose attività a morte certa. “Non voglio fare della protesta inutile ma si poteva fare meglio. Incentivare i controlli ad esempio. Analizzare le varie tipologie di locale. Non si può fare di tutta un’erba un fascio,” commenta Eugenio Boer di Bu:r a Milano. “E invece così ci sono le metropolitane piene di gente ammassata e i ristoranti chiusi. Stanno distruggendo tutto, bloccando un meccanismo di cui fanno parte anche contadini, allevatori, artigiani.”

Abbiamo parlato anche con Matteo Musacci, socio e restaurant manager di Apelle a Ferrara, e presidente dei giovani imprenditore Fipe: “Dieci giorni fa come Fipe avevamo fatto delle richieste come credito di imposta dell’affitto,
contributo a fondo perduto e cassa integrazione in deroga. Ma le avevamo fatte a settore aperto. Di fatto l’intero comparto ristorativo è già in lockdown.”

E noi, come clienti, gente che ama i ristoranti e non li vuole vedere scomparire, cosa possiamo fare, almeno finché le cose non cambiano nuovamente?

Vai a pranzo o a merenda

Se i tuoi orari lavorativi te lo permettono, vai a pranzo al ristorante. Se durante la settimana ti è impossibile prenota già per sabato o domenica. Quale momento migliore per sdoganare il day drinking e dimenticare le schiscette tristi? “Andare a pranzo non aiuta solo a sopravvivere da un punto di vista economico,” spiega Matteo Musacci. “Aiuta i ristoratori a sopravvivere anche da un punto di vista psicologico. È un momento drammatico e reinventarsi è fondamentale. Da ieri noi di Apelle abbiamo deciso che proporremo un afternoon cocktail sabato e domenica pomeriggio. Ci farà guadagnare come prima? No. Ma faremo sapere ai nostri clienti che ci siamo. Non ci faremo vincere dalla disperazione.”

Se puoi incentiva il delivery la sera

Non te la senti di uscire per andare al ristorante o comunque di uscire per attività non necessarie? Gran parte dei ristoranti ha ricominciato o ricomincerà a breve con il delivery. Ti sembra un inquietante déjà vu a marzo 2020? Anche a noi. Anche se non fanno delivery, chiedi loro se hanno intenzione comunque di fare piatti da asporto: se sono vicino casa vai a prenderli tu stesso, così aiuti il ristorante e tu ti fai anche una passeggiata. A Milano c’è la piattaforma Sergio, per esempio, che fa proprio questo.

Fai la spesa al ristorante

Molti ristoranti vendono vini della loro cantina, prodotti di piccoli artigiani da cui si riforniscono come conserve, marmellata o sottoli, pasta fresca fatta da loro, eccetera. Alcuni, vedi Erba Brusca a Milano, hanno organizzato anche delle vere e proprie box con verdura e frutta del proprio orto, ed è sicuramente una scelta che aiuta i ristoranti ed è al tempo stesso sostenibile. Le lunghe file al supemercato possono attendere.

Comportati bene

Se vai al ristorante a pranzo fai di tutto per non metterli in difficoltà: prenota sempre, metti la mascherina quando ti alzi dal tavolo, quando arrivi igienizzati le mani senza che ti sia chiesto. Rispetta le distanze con i tuoi compagni di tavolo.

Paga senza contanti

Banale ma utile: se possibile paga con carte di credito o app come Satispay.

Rispetta gli orari

Se già prima era fondamentale presentarsi puntuale al ristorante, avvertire in caso di ritardo e mai, MAI, fare un no show, ora lo diventa ancora di più.

Vattene a casa

Dai il buon esempio. Dimostra che i ristoranti NON sono luoghi di assembramento indisciplinato e possibili vettori di contagio. Non fermarti troppo a lungo a chiacchierare o a fumare una sigaretta fuori dal ristorante.

Parla del tuo ristorante preferito agli amici

Posta le foto del tuo ristorante del cuore su Instagram o sugli altri social network, parla dei piatti che ti piacciono di più, invita i tuoi amici a pranzo – certo non più di 6 al tavolo ricorda.

“Noi ci abbiamo sempre messo e ci metteremo sempre tutto l’entusiasmo del mondo,” conclude Eugenio Boer. “Apriamo a pranzo e da mercoledì riprendiamo con il nostro delivery, continuando a stare attentissimi alle misure di igiene e distanziamento sociale, come abbiamo sempre fatto. Non voglio costringere nessun cliente ad andare al ristorante se non se la sente. Ma noi siamo qui e non ce ne andiamo.”

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