Cultura

Giovani italiani che viaggiano da soli spiegano perché lo fanno

Se hai sempre desiderato di organizzare un viaggio in solitaria, qui troverai un po' di consigli e ispirazione.
Claudia Floresta
Catania, IT
viaggiare-soli

Credo che in molti almeno una volta nella vita si siano ritrovati a fantasticare pensando di partire per un viaggio in solitaria. Per qualcuno può essere il Cammino di Santiago, per altri la Grande Muraglia, o se siete come me, la Lapponia durante il periodo natalizio. 

A conferma di ciò, tra il 2016 e il 2019 le ricerche su Google inerenti ai viaggi in solitaria sono aumentate del 131 percento rispetto agli anni precedenti. E facendo un balzo in avanti al 2020, non solo il 25 percento degli intervistati pensava di programmare un viaggio in solitaria ma una persona su sei ne aveva già svolto uno.  

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Anche per questo, ho contattato cinque persone appassionate di viaggi solitari per parlare di cosa le spinge a partire senza nessuno accanto.

Martina Cardarelli, 24 anni - Parma
Parla dei suoi viaggi in solitaria sul suo account TikTok

viaggiare da soli

 “Una delle cose che più mi piace del viaggiare da sola è che ti permette di capire il vero potenziale che hai. Prima di cominciare ero convinta di non saper fare tante cose: parlare bene inglese, socializzare con persone sconosciute, raccontarmi sui social. Convinzioni che mi sono portata dietro anche dopo il mio primo viaggio da sola—un weekend a Londra inizialmente pensato per due, col mio ex—e che mi avevano persuasa del fatto che questo modo di viaggiare non facesse al caso mio.

Ripensandoci avevo solo paura di stare da sola, ma una volta superata questa mia insicurezza ho fatto un tour in giro per l’Europa, visitato l’Islanda—e tutte quelle cose che prima mi spaventavano sono diventate un’opportunità.

Durante i miei primi viaggi da sola mi tranquillizzava molto fare itinerari super organizzati—compresi bus da prendere e altri tragitti da fare—perché mi faceva sentire meno spaesata e riduceva al minimo la possibilità di tempi morti e imprevisti. Adesso, invece, mi piace anche poter decidere giorno per giorno.

Una cosa a cui invece continuo a fare attenzione sono tutte quelle piccole accortezze che prendo per sentirmi al sicuro: prendere ostelli in zone centrali, avvisare la reception dei miei orari di ritorno, informare la security dell’aeroporto che sono da sola quando passo la notte lì e più in generale tenere aggiornata la mia famiglia sui miei spostamenti. Questo non significa aspettarsi sempre il peggio, anche perché volendo mi è capitato più spesso di sentirmi non al sicuro vicino casa che non durante un viaggio in solitaria.

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Ci sono però dei consigli che mi sento di dare: il primo è di non strafare. Meglio cominciare con un fine settimana piuttosto che lanciarsi subito in esperienze più impegnative. Il secondo è non aver paura di parlare con gli altri. Da persona timida ho sempre avuto il timore di poter dar fastidio, di attaccare bottone con un’altra persona che si trovava in ostello con me. Mi ha aiutato molto entrare nell’ottica che la persona che abbiamo di fronte potrebbe essere anche più timida di noi, quindi perché non provare?”

Leandro Mancino,  32 anni - Roma
Psicoterapeuta

viaggiare da soli

“Dopo aver sperimentato qualche piccola gita fuori porta da solo—festival, concerti, weekend in città italiane—nell’estate 2018 ho deciso di prendere un traghetto Napoli-Palermo e visitare la Sicilia in scooter. Venticinque giorni dopo avevo terminato il mio tour e scoperto che viaggiare da soli non solo si poteva fare, ma che soprattutto ero in grado di farlo. Dopo si è aggiunto il Marocco, poi Cuba e la California. 

Mi piace viaggiare in solitaria soprattutto perché ti dà la possibilità di essere completamente libero, flessibile e indipendente: nessun obbligo di meta, tempo di permanenza o prenotazioni con mesi di anticipo. E soprattutto di ritrovarti davanti a scenari inaspettati. In California, sulla Route 15 direzione Las Vegas, mi sono ritrovato davanti ad un’opera, 7 magic mountains di Rondinone, nonché copertina di Terra di Vasco Brondi, uno dei miei album preferiti. Non avevo idea si trovasse lì, eppure mi sono sentito subito a casa in un posto lontano.

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Ammetto, però, che viaggiare in solitaria non ha sempre e solo lati positivi. Sul lato economico è pessima come decisione, perché il mondo non è fatto per una sola persona, quindi capita spesso di dover pagare tutto molto di più. Inoltre in alcune situazioni particolari–durante le festività o quando si hanno lunghe tratte da percorrere—la solitudine può essere difficile da gestire. In quei casi cerco di riempire gli spazi vuoti col lavoro, conoscendo persone tramite i social o parlando con la mia famiglia.

Per noi italiani viaggiare in solitaria è quasi inconcepibile, e in generale non è per tutti: molti preferiscono viaggiare in compagnia e si trovano meglio così. Viaggiare ti insegna ad affrontare l’ignoto, in certi casi le tue paure, a sviluppare il problem solving, e farlo in solitaria sicuramente ti da molte più occasioni di farlo.”

Mattia Calzavara, 26 anni - Padova
Viaggiatore zaino in spalla

viaggiare da soli

“La storia dei miei viaggi in solitaria è cominciata nel 2018. Ero partito per un interrail di tre settimane in giro per l’Europa da solo perché mi andava di provare un’esperienza diversa dal canonico viaggio estivo a Ibiza. Quell’esperienza mi è piaciuta così tanto che ho lasciato il lavoro e con i soldi messi da parte ho cominciato a viaggiare in giro per il mondo. Obiettivo: arrivare dall’Italia in Australia via terra, senza aerei. Ho visitato la Russia, la Mongolia, passato il confine con la Cina, e con un treno sono arrivato in Tibet. Dopo aver visitato anche il Nepal e l’India sono però dovuto tornare a casa, a causa dell’emergenza Covid.

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Ero tornato alla vita che facevo prima, ma dopo un anno ho sentito di nuovo il bisogno di partire. Mi sono licenziato di nuovo e in questo momento vivo così, in viaggio. Mi mantengo grazie ai soldi che ho messo da parte quando vivevo in Italia, tramite esperienze con Workaway, e valutando giorno per giorno se rimanere in un paese o spostarmi.

In generale, il mio obiettivo è riuscire a entrare davvero in contatto con la cultura del posto: scoprire le usanze, i cibi, la storia, le leggi in vigore e spesso utilizzo il Couchsurfing proprio per questo motivo. Così su paesi che nella narrazione occidentale sono visti in modo negativo ho avuto anche modo di ricredermi.

È per questo che consiglio a tutti di provare. L’idea di viaggiare da soli può fare davvero molta paura, perché non ci si sente mai davvero pronti finché non la si fa. Non mi sentivo pronto neanche io: pensavo troppo a quello che lasciavo perché non sapevo quante cose meravigliose avrei trovato. L’ho realizzato qualche mese dopo, guardando l’alba sorgere sul Nilo.”

Alessia Piperno, 29 anni - Roma
Freelance in viaggio dal 2016

viaggiare da soli

“Quello che mi piace di più del viaggiare in solitaria è che si riescono a percepire meglio le cose. Non avere una persona che ti accompagna ti permette non solo di essere più aperta nei confronti degli altri, ma anche più attenta a ciò che ti circonda e alle sensazioni che ti provoca.

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Una delle mie più grandi certezze è il fatto che viaggiare da sola mi abbia cambiata. Ero partita per l’Australia nel 2016—principalmente mossa dalla noia e dalla voglia di provare una nuova esperienza–ed è stato in quel periodo che ho capito che avrei vissuto viaggiando così.

Ho cominciato alternando lavoro e viaggi nei paesi che volevo visitare, e adesso sono una freelance che lavora da remoto e organizza viaggi in solitaria per il mondo in completa libertà.

Ho scoperto parti di me che non sapevo di avere—come l’essere coraggiosa, ad esempio—e anche quando credo di avere già tanta esperienza capisco che c’è sempre qualcosa di nuovo da affrontare.

L’esempio lampante è l’esperienza che ho vissuto recentemente in Pakistan. È lì che ho capito che spesso ci fa più paura immaginare che le cose accadano piuttosto che affrontarle nel momento in cui ci capitano davvero. 

Volevo noleggiare una moto e inizialmente ho temporeggiato pensando a tutte le cose negative che sarebbero potute accadermi. Alla fine, sono successe tutte. Ho persino avuto un piccolo incidente mentre mi trovavo in un parco naturale. Sono caduta con la moto in una strada da cui non passava nessuno, ma per fortuna un signore mi ha soccorso e, dopo avermi portata in ospedale, lui e la moglie mi hanno ospitata e accudita come una figlia finché non mi sono ripresa.”

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Valerio Pagliazzo, 27 anni - Catania
Odontoiatra 

viaggiare da soli

“Quando mi capitava di andare a trovare amici fuori sede mi ritrovavo spesso da solo a prendere i mezzi e muovermi in giro per la città: quei momenti in solitudine avevano assunto un ruolo quasi fondamentale nelle mie esperienze di viaggio.

Per questo, ho iniziato ad organizzare anche viaggi completamente da solo. Ho visitato perlopiù città italiane come Firenze, Bologna e Torino, perché sono città che ho amato anche durante i viaggi in gruppo, ma sono riuscito a visitare anche parte della Germania—Amburgo e Osnabrück—e ho presto in programma di fare altre esperienze all’estero.

So che può parere strana la mia scelta di visitare da solo delle città che ho già visto in compagnia, ma credo sia un ottimo modo per cominciare ad abituarsi ad un’esperienza così nuova e diversa. Hai la possibilità di recuperare tutte le cose che non hai visto perché magari non interessavano alle persone con cui eri partito, e in più ti sentirai in un posto che comunque ti sembra familiare e non completamente sconosciuto.  Credo sia un buon esercizio, a ‘livello facile,’ per sviluppare le proprie capacità organizzative e il proprio senso di responsabilità oltre che un modo per conoscere tante persone nuove. 

Sempre meglio però, anche in questi casi, partire organizzati. Indispensabili per me sono le cuffie: ti aiutano a riempire i momenti in cui il silenzio può essere particolarmente difficile da gestire. Soprattutto, poi, è importante portarsi dietro almeno un power bank. Il cellulare è il mezzo che ti permette di essere completamente autonomo, meglio non rischiare di avere la batteria scarica nel momento sbagliato.”