Ciò che più mi affascina, di ogni città italiana, sono i confini. Quei punti in cui il centro non è ancora tale, pur non potendo definirsi periferia. Di solito, queste zone-limite corrispondono alle porte d’accesso che, assieme a una cinta muraria, stabilivano la separazione tra ciò che era centro abitato e ciò che non lo era.Street food invernale d’inizio Novecento, oggi quasi del tutto scomparso per due motivi. Da un lato le norme igieniche; dall’altro l'appeal degli innumerevoli altri prodotti del cibo di strada napoletano, come le pizze fritte.
Il brodo di polpo. Tutte le foto di Cristina Russo
Il brodo di polpo di ‘O Mericano
Tra friggitorie e pizzerie sempre più spinte in direzione “gourmet”, è diventato impossibile reperire piatti come questi. Per trovarle bisogna spingersi fino a oltre le mura, nella zona di confine.
'O Mericano
Addo’ figlio ‘e Carlucciello
Figlio 'e Carlucciello
È pronto ‘o mangià
Questa trattoria l’abbiamo rilevata nel 2010. Prima eravamo anche noi ambulanti. Vendevamo pesce e broro ‘e purpo in strada, come tutti qui in zona. Poi ci cacciarono via perché dovevano costruire un palazzo.
È pronto 'o mangià
‘A figlia d’’o Luciano
‘A figlia d’’o Luciano