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10 domande che hai sempre voluto fare a una ex amish

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Oggi Misty Griffin ha 37 anni, una laurea in infermieristica, un libro auto-pubblicato e una vita a Pasadena, in California. Ma fino ai 22 anni d’età ha fatto parte della comunità Amish, dove racconta di aver subito violenza sessuale da parte del vescovo con cui viveva. Questa è la sua esperienza personale di vita presso gli Amish del Vecchio Ordine, il gruppo più numeroso di discendenti dagli Amish Mennoniti.

VICE: Ciao Misty, cominciamo con una breve panoramica della tua storia. In che situazione famigliare sei cresciuta?
Misty: Sono stata cresciuta amish da mia madre e dal mio patrigno da quando avevo circa sei anni—erano molto violenti e costringevano me e mia sorella a vivere isolate in un ranch sulle montagne nella parte Nord dello stato di Washington. Il fatto che ci presentassimo come persone estremamente religiose faceva sì che la gente ci stesse lontana, cosa che andava a beneficio dei miei genitori.

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A 19 anni ho tentato di scappare dal ranch, ma mia sorella ed io siamo state prese e portate in una comunità molto chiusa e adottate in modo informale da due famiglie diverse. Siamo state battezzate e siamo entrate nella chiesa amish. Mia sorella e io credevamo al 100 percento che dovessimo essere amish, altrimenti saremmo andate all’inferno. Quando ho lasciato la comunità, anni dopo, lei non ha voluto seguirmi. Oggi è sposata e ha tre figli, ci scriviamo una lettera ogni tanto. Non ho alcun contatto con mia madre e il mio patrigno.

famiglia amish
Misty da adolescente con il patrigno e la sorella minore. Foto per sua gentile concessione.

Come e perché sei riuscita ad andartene?
Dopo circa tre anni di vita nella comunità amish, sono stata trasferita dalla famiglia a cui ero stata assegnata e sono stata mandata ad abitare con la famiglia del vescovo—il capo della chiesa e della comunità—in veste di domestica. Il vescovo e sua moglie avevano sette figli, tutti con meno di 12 anni. Non appena mi sono trasferita in casa sua, lui ha iniziato a violentarmi. Ho tenuto la bocca chiusa: se l’avessi denunciato, mi sarei presa parte della colpa. Ma dopo circa sei mesi ho iniziato a sospettare che molestasse anche sua figlia di 12 anni, dopo averlo visto una volta richiuderle in fretta il vestito. A quel punto ho deciso di rivolgermi alla polizia.

All’interno [di molte comunità amish], andare dalla polizia è malvisto. Ma se non li si denuncia, i colpevoli di violenza sessuale vengono esclusi dalle attività della comunità per un mese e mezzo, poi rientrano nella chiesa, e i bambini restano nelle stesse case. Quindi dovevo parlarne con la polizia—solo che quando ci sono andata mi hanno detto che non avevo abbastanza prove per una denuncia formale e un mese dopo lui si è trasferito in Canada con tutta la famiglia. Il detective mi ha detto che non c’era più niente da fare, perché non c’erano i documenti necessari.

Sono uscita dagli amish e ho passato i sette anni successivi a costruirmi una vita nuova. Ma continuavo a provare senso di colpa per non aver fatto abbastanza per i figli del vescovo. Finalmente, sette anni dopo, ho iniziato a scrivere un libro per parlare di pedofilia e abusi sessuali nelle comunità religiose più chiuse. Due anni dopo la pubblicazione, il vescovo è tornato negli USA e la figlia maggiore lo ha denunciato per abuso di minore in modo da salvare la sorella più piccola. Il detective a cui è stato affidato il caso stava casualmente leggendo il mio libro. Mi ha messo in contatto con i bambini e il vescovo è stato condannato a dieci anni di carcere per abuso sessuale su minori.

Quali sono stati i maggiori ostacoli quando volevi andartene?
Liberarmi dell’idea che sarei finita all’inferno. Gli Amish credono che se vieni battezzato nella loro chiesa e poi la lasci, andrai all’inferno. Quando hai creduto una cosa del genere per tutta la vita, non la superi nel giro di qualche giorno. Quindi anche se sapevo di star facendo la cosa giusta, ci sono stati momenti in cui ero sopraffatta dalla paura e mettevo in dubbio tutto.

La sfida più grande è stata che non sapevo come sopravvivere o comportarmi nel mondo esterno. Non sapevo come trovare un lavoro. Avevo un livello di istruzione pari alla terza elementare. È stato come essere teletrasportata dal XIX al XXI secolo—ho tenuto la testa alta, ma dentro ero terrorizzata.

Che cosa ti ha confuso di più del mondo esterno, e cosa ti ha stupita positivamente?
Quasi tutto mi sembrava strano. Per esempio, ho dovuto imparare a usare il deodorante. Trovavo molto strano strofinarmi quella cosa sotto le ascelle. L’avevo visto fare ma non capivo cosa fosse, credevo fosse profumo solido. Trovavo anche estremamente faticoso dover scegliere quali vestiti mettere ogni giorno. Nelle comunità amish più tradizionali, come quella da cui vengo io, ci sono solo due abiti da lavoro e una manciata di abiti da chiesa in vari colori.

Tutto sembrava rumoroso e spaventoso. Le luci elettriche mi facevano male agli occhi, le tenevo spente il più possibile. Anche l’asciugacapelli mi faceva paura, perché faceva troppo rumore. Mi sono sentita molto inadeguata per mesi.

Una delle cose più belle è stata smettere di sentirmi controllata, tenuta d’occhio in attesa che commettessi un errore per poterlo dire al pastore. Nel mondo esterno erano tutti gentili e mi incoraggiavano a essere me stessa, a differenza della comunità amish, dove la spinta è al conformismo totale. E poi mi è anche piaciuto tantissimo andare nei ristoranti e provare cibi diversi. Ma forse la cosa più bella in assoluto del mondo esterno è stata l’acqua corrente, sia calda che fredda. A volte mi stupisce ancora. Non c’era più bisogno di scaldare l’acqua sulla stufa a legna.

Misty in uniforme da infermiera
Misty oggi. Foto per sua gentile concessione.

Quanto conoscevi del mondo prima di lasciare gli Amish?
Quasi niente. Per diversi aspetti ne sapevo anche meno del giovane amish medio, perché avevo vissuto completamente isolata per gran parte della mia vita, a causa di mia madre e del mio patrigno. A me e mia sorella non era concesso avere amici o andare a scuola. Il mio unico contatto con il mondo esterno, allora, era quando andavo a comprare le provviste per il ranch o a vendere i nostri prodotti con loro.

Com’è stato il giorno in cui te ne sei andata?
Non ho detto addio a nessuno. Me ne sono andata una mattina presto—una coppia non amish mi ha accompagnato in auto a Seattle. Quando abbandoni gli amish, di solito nessuno ti dice addio. L’unica cosa che ti dicono è che andrai all’inferno. Ho notato che il vescovo e sua moglie mi guardavano dalla finestra. Nessuno cerca di fermarti fisicamente, ma non ti aiuta nemmeno. Vai via senza niente.

Sono andata a vivere vicino a Seattle. La sorella maggiore del mio patrigno mi ha accolto e mi ha dato un lavoro nel suo negozio di mobili. Non aveva nulla in comune con suo fratello, era una donna molto gentile e generosa. Mi ha dato una mano a entrare nella società moderna e a camminare sulle mie gambe.

Che cosa ti avevano detto del mondo esterno?
Che era pericoloso; che tutti ti volevano rapire, approfittarsi di te e usarti per il loro guadagno personale.

C’è qualcosa che ti mancava o che ti manca tuttora della tua vecchia comunità?
Mi sono sempre piaciuti i bambini. Mi giravano intorno, cercavano di aiutarmi o mi si arrampicavano addosso per darmi un abbraccio. Volevo molto bene a ognuno di loro e mi sono sentita molto triste e sola quando non ho più potuto vedere i loro faccini che mi sorridevano. Inoltre, ogni gruppo o chiesa molto chiusa porta un senso di appartenenza e di identità. In un certo senso facevo parte di una grande famiglia. Quando me ne sono andata, mi sono sentita come se non sapessi più chi ero.

Mi mancava anche il lavoro che conoscevo. Adoro coltivare l’orto, cucinare e fare il pane. Ma la mia cosa preferita era cucire le tipiche coperte amish per la signora che le rivendeva nel negozio. Ero considerata una delle sarte migliori, perché ero veloce e i miei punti erano piccoli e tutti uguali. Quando sono entrata nel mondo esterno, ho capito che avrei dovuto imparare nuovi lavori. Non c’erano offerte di lavoro per una sarta specializzata in coperte patchwork o per una pastaia.

C’era chi parlava di volersene andare? Erano curiosi nei confronti del mondo esterno?
Quelli che se ne vanno di solito sono giovani uomini celibi, anche se molti finiscono per tornare dopo un paio d’anni. Nelle comunità amish come la mia. gli adolescenti di solito devono essere battezzati a 17 anni, la stessa età in cui cominciano a frequentarsi e ad andare a fare proselitismo. Se non ubbidiscono alle regole della chiesa possono essere sottoposti a shunning, cioè esclusione. In questo caso non sarà loro permesso di frequentare possibili partner o di partecipare a situazioni sociali, cose fondamentali per un teenager. Quindi di solito cercano di evitarlo.

Nessuna giovane donna nella mia comunità ha mai detto di voler lasciare gli Amish. Nelle chiese più tradizionaliste, le giovani donne devono comportarsi in modo più retto degli uomini. Alcune ragazze parlavano di trucchi, ogni tanto, e provavano a immaginare come sarebbero state se si fossero potute truccare. Ma non si andava tanto più in là di così.

Capita che alcuni genitori continuino a vedere i figli fuoriusciti dalla comunità, contravvenendo alle regole dello shunning?
Nella mia chiesa c’erano due famiglie con una figlia che se n’era andata. Il fatto che fossero donne mi sorprendeva. Una sembrava essere semplicemente scappata, e nessuno sapeva che fine avesse fatto. L’altra era sposata quando se n’è andata. Lei e suo marito e i loro figli sono entrati a far parte di una chiesa amish-mennonita chiamata Amish del Nuovo Ordine. Quella chiesa permette ai suoi membri di avere auto, elettricità, telefoni e acqua corrente, anche se si vestono comunque come amish. Sono stati comunque isolati perché gli Amish non considerano gli Amish-Mennoniti veri Amish.

Sono venuti in visita nella vecchia comunità, una volta, ma gli è stato permesso di fermarsi solo per poche ore. La consuetudine dice che se vieni escluso con lo shunning puoi tornare in visita solo ogni tot anni. E comunque devi mangiare a un tavolo separato. Funziona così in gran parte delle chiese amish, ma alcune delle più liberali hanno un tipo di shunning meno severo. So che di solito genitori e fratelli e sorelle non vogliono rispettare le regole, ma devono farlo, pena subire lo shunning a loro volta.

I libro di Misty, Tears of the Silenced: An Amish True Crime Memoir of Childhood Sexual Abuse, Brutal Betrayal and Ultimate Survival racconta la sua storia dentro e fuori la comunità Amish del Vecchio Ordine—e gli abusi che avrebbero luogo al suo interno.