Essere single, a volte, è davvero dura. Certo, ci sono lati incredibilmente positivi—puoi andare in vacanza dove ti pare e non devi costantemente rassicurare qualcuno su quanto sia “bravo” a fare il dj. Ma oggi viviamo in una cultura che esalta le relazioni romantiche fino all’estremo, e stare da soli può fare più male di quello che dovrebbe. Nei casi peggiori, il fatto di essere single può portare con sé una sensazione di mancanza, un disperato bisogno di qualcosa che non c’è. Come un dolore, un’esigenza imprescindibile, o qualsiasi altra sensazione fisica collegata al bisogno. Ci siamo passati tutti, no?
A prescindere da questi momenti difficili, però, essere single è un momento importante, e un passaggio fondamentale per ognuno di noi. Vivere la nostra vita al di fuori di un legame sentimentale ci aiuta a capire noi stessi, a stabilire chi siamo e a crescere. Mentre il femminismo più blando e diffuso predica “l’amore per noi stesse,” la società continua a martellarci con questa ostinata ossessione per la famiglia tradizionale, suggerendo implicitamente che ci sia qualcosa di sbagliato nell’essere single e nello scegliere di stare da soli, in particolare per le donne.
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Anche la musica pop, che per molti versi rispecchia i timori più diffusi nella cultura contemporanea, sembra occuparsi costantemente di relazioni di coppia: è impossibile negare che le canzoni parlino tutte di amore e di sesso. Nel frattempo, però, insieme al tormentone dell’empowerment femminista, l’amore per se stessi è diventato uno dei temi più dibattuti dalla comunità pop. Proprio venerdì Carly Rae Jepsen ha pubblicato “Party for One,” un pezzo allegro e trascinante che parla di poco altro oltre alla masturbazione. Eppure capita che questo processo di auto-celebrazione risulti vuoto, quasi un tentativo disperato di aggrapparsi al trend del momento piuttosto che il desiderio di alimentare un dialogo sano e genuino su chi sceglie di essere se stesso.
Per fortuna, sabato sera tutto questo è un po’ cambiato quando Ariana Grande—dopo la recente rottura con il suo promesso sposo e attore Pete Davidson e la scomparsa prematura di Mac Miller, con cui è stata precedentemente legata—ha pubblicato “thank u, next”. La canzone parla di relazioni finite ma, come ha spiegato lei su Twitter, “senza lamentele…senza accuse…solo amore, gratitudine, accettazione, onestà, perdono…. e crescita.” Nel testo Grande dimentica la retorica classica della canzone carica di odio per l’ex e si concentra sulle cose che ha imparato da ogni relazione: “amore, pazienza e dolore”, dice.
Grande chiama i suoi ex per nome: Big Sean (“Pensavo sarei finita con lui ma non eravamo fatti l’uno per l’altra”), Ricky Alvarez, Pete Davidson (“Mi sono quasi sposata / E sono così grata per Pete”) e proprio Mac Miller (“Vorrei poter dire grazie a Malcolm / Perché era un angelo”). “thank u, next” si rivela così una mossa indovinata, saggia e consapevole, nonostante l’esagerata dose di sofferenza e traumi che la vita ha già riservato alla cantante, seppur giovanissima. Più che affrontare le ultime due relazioni finite, la sensazione è che “thank u, next” parli della scelta di Ariana Grande di stare da sola. La seconda strofa della canzone fa così:
“Ho incontrato qualcun altro,
una persona con cui riesco a parlare.
Dicono che cambi troppo spesso,
ma questa volta durerà,
perché il suo nome è Ari,
e con lei sto davvero bene.”
Proprio perché conosciamo le sue vicende personali, il pezzo suona decisamente reale. Per quanto non sia sempre necessario rispecchiarsi nell’arte che consumiamo, sentire una delle più grandi pop star del momento parlare di solitudine fa davvero bene. Nelle parole di “thank u, next,” essere single diventa una possibilità allettante, il che è davvero raro nella musica pop e nella cultura mainstream in generale.
Quando sei single ti sembra sempre che ti manchi qualcosa. Non c’è quell’intimità, quel supporto profondo e reciproco. A volte ti sembra di essere uno spettatore inerme, mentre guardi le coppie intorno a te vivere l’unica vita possibile, piena e soddisfacente. Eppure, se ci concentriamo solo sui lati negativi rischiamo di perdere di vista tutte le cose positive che il fatto di stare da soli porta con sé, ed è proprio questo che Grande vuole sottolineare con questo brano. Parla del “tempo [che passa] con gli amici” e della sua relazione con la madre, e soprattutto di quello che ha imparato stando con se stessa. Parla in terza persona, ma in realtà parla proprio di se stessa: “Lei mi ha insegnato l’amore / Mi ha insegnato la pazienza / Come gestire il dolore / Sono cose straordinarie.”
Allo stesso tempo, il brano suggerisce che Grande sia pronta a fare un passo verso qualcosa di nuovo. Quella virgola nel titolo ci fa capire l’importanza di questo momento di riflessione. E soprattutto, il testo della canzone suggerisce che quel qualcosa di nuovo non debba per forza essere un’altra persona. È vero, essere single non è semplice e di sicuro sentirsi rifiutato non piace a nessuno, ma questa canzone è lì per ricordarci che non dobbiamo necessariamente sfruttare le nostre energie per celebrare e far crescere qualcun altro quando siamo ancora intenti a migliorare noi stessi. Quel “next” può significare di tutto, qualsiasi cosa succeda ora, essere aperti a una nuova fase, alla scoperta di quello che possiamo diventare. “thank u, next” è un invito a lasciare entrare la vita, e in un panorama stracolmo di romanticismo e relazioni a due, la voce di Ariana Grande risuona potente e necessaria.
Una versione di questo articolo è comparsa originariamente su Noisey UK.
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