Le proteste della Primavera Araba del 2011 hanno portato venti di speranza in tutto il Medio Oriente, ma allo stesso tempo cambi di regime e nuove repressioni. Ciò che emerge oggi, però, è che a oltre cinque anni di distanza l’aspettativa di vita in diversi paesi come Libia e Siria è diminuita in maniera significativa.
Secondo un nuovo studio dell’Università di Washington, che ha analizzato i dati degli ultimi 23 anni fino al 2013, i siriani vivrebbero in media circa sei anni in meno rispetto a prima della guerra civile.
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In Libia, paese al centro di un sanguinoso conflitto interno dalla caduta di Muammar Gheddafi nel 2011, gli uomini avrebbero ‘perso’ in media circa nove anni di vita, contro i sei delle donne — malL’aspettativa di vita è scesa di tre mesi anche in Egitto, Tunisia e Yemen.
“Il nostro studio mostra che la regione orientale del Mediterraneo sta attraversando una fase cruciale per la salute,” si legge nel sommario della ricerca. “Le proteste arabe e le guerre che le hanno seguite, insieme alla crescita e all’invecchiamento della popolazione, avranno un forte impatto sulla salute e sulle risorse della regione.”
In Siria, dove il conflitto attuale ha finora ucciso 400mila persone e costretto milioni di altre a ricorrere ad aiuti umanitari, la guerra è stata citata come un “fattore importante” per la perdita di anni di aspettativa di vita.
I nuovi numeri annullano i passi in avanti che il Medio Oriente aveva compiuto di recente in termini di salute pubblica: prima del declino di questi mesi, Egitto, Siria, Libia e Yemen avevano visto le proprie aspettative di vita aumentare di circa cinque anni, tra il 1990 e il 2010.
La Siria aveva ridotto il tasso di mortalità infantile di circa il 6 per cento ogni anno fino al 2010: indice che adesso è in continuo aumento, facendo crollare la Siria al livello dei paesi dell’Africa sub-Sahariana.
In generale, il Medio Oriente ha visto la propria aspettativa di vita crescere di 71 anni fino al 2013: gli autori dello studio, però, riportano che la devastazione dei paesi coinvolti nelle guerre degli ultimi anni rischia di vanificare totalmente questi progressi.
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