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Promesse dell'oratorio e zarri senza speranza: un'analisi della rosa italiana ai prossimi Europei

Ieri sera Antonio Conte ha finalmente sciolto ogni riserva sui 23 giocatori che partiranno per l'Europeo. Dalla maglia numero 10 di Thiago Motta all'assenza di alcuni pupilli dei tifosi, per molti è l'Italia più scarsa di sempre: è davvero così?

Tutte le foto via Facebook.

Non molto tempo fa

leggevo un post di VICE UK sulla loro nazionale. Mi ero entusiasmato per l'entusiasmo di chi a sua volta lo scriveva, un entusiasmo che l'autore riteneva quasi d'obbligo perché l'Inghilterra parte quasi sempre come una delle favorite. Ha classe, è affascinante, la Premier è uno dei campionati con più appeal al mondo. Come dargli torto? Così immaginandomelo tutto euforico nel suo ufficio, ho invece pensato alla nostra di Nazionale, che è l'esatto opposto. Volenti o nolenti alla fine tra i favoriti ci siamo anche noi, per un fatto di blasone e storia, ma ogni anno arriviamo lì con le divise più brutte, la squadra più male assortita e un campionato sempre meno attraente alle spalle. E nonostante la costante auto-critica, penso che oggi nessun italiano senta più il dovere di tifare per la nazionale italiana. Ma nelle competizioni per nazionali, nonostante le estati degli anni pari siano sempre e di gran lunga superiori a quelle degli anni dispari, non puoi scegliere. Puoi essere attratto e simpatizzare per tutte le squadre che vuoi, eppure alla fine la tua squadra è una e una sola. Una sorta di condanna. Poche ore dopo la partita con la Scozia, credo che "condanna" sia la parola più corretta per definire il dover tifare Italia in questi Europei. Visibilmente scoraggiato, ho quindi provato a esorcizzare la paura seguendo le convocazioni di Antonio Conte, pere capire se effettivamente questa sia la peggiore selezione Nazionale italiana di sempre—come sembra a giudicare dai social (e dal fatto che a presentare la rosa ufficiale ieri sera sia stata Antonella Clerici). Il modo migliore per farlo era ovviamente tramite un'analisi profondissima e per lo più priva di dettagli tecnici. GIANLUIGI BUFFON Iniziare con Buffon è qualcosa che fa davvero male. Sarebbe come avere i primi ricordi dell'Inter nel 2010, innamorarsene e trovarsi costretti a tifare anche la squadra che è ora, sperando che si torni a qualcosa di lontanamente simile. Per cui non mi sento di soffermarmi troppo su Gianluigi per non soffrire ancora. FEDERICO MARCHETTI Marchetti mi piace perché solitamente gioca con una fascia nei capelli ed ero convinto l'avrebbe avuta anche nella foto. In fondo, in una specie di trasposizione oggetto-feticcio, Marchetti è quella fascia brutta e pelosetta che si mette per tenere i capelli lontani dagli occhi. Spero pertanto inquadrino la panchina molto spesso affinché io veda altrettanto spesso quella fascetta (che è anche un modo carino per dire che spero che Marchetti resti seduto in panchina per tutta la durata della competizione).

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SALVATORE SIRIGU Qualche giorno fa leggevo sulla Gazzetta una delle tante voci di mercato per far galvanizzare noi allocchi. Questa voce di mercato dava Sirigu vicinissimo all'Inter, la mia squadra, che storicamente dà pochissimo apporto alla Nazionale. Per cui mi sono esaltato all'idea di un Sirigu come Toldo nel 2000, underrated ma che poi ci fa sognare. Poi Handanovic ha rinnovato, Sirigu si è allontanto, io ho pianto.

GIORGIO CHIELLINI-LEONARDO BONUCCI-ANDREA BARZAGLI Ho cercato per delle ore di commentare Chiellini, Bonucci e Barzagli singolarmente, ma la realtà è che è impossibile. Spero vivamente che giochino in branco durante le partite, e che anche a referto risultino come una cosa sola, un'entità unica, un unico blocco organico—come i moduli che compongono Megazord nei Power Rangers—fatto di pettorali testosteronici, consigli motivazionali di Alberto Ferrarini e gibbosità nasali da record. ANGELO OGBONNA Al di là del nome, che potrebbe essere ripetuto da tutta la squadra come rito propiziatorio o come urlo di battaglia (provate a urlare ANGELOGBONNA e ditemi se non risulta spaventoso), di Angelo Ogbonna non c'è molto da dire. In ogni caso non mi ricordavo dove avesse giocato quest'anno, ho così chiesto al mio vicino di scrivania di rinfrescarmi la memoria e in tutta risposta ho ottenuto un "Boh, ma quest'anno l'ho visto in una puntata del programma di Pio e Amedeo." Convocazione meritata, quindi.

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DANIELE RUGANI

Rugani è il mio difensore preferito perché riflette un po' tutti noi, pertanto volevo dire qualcosa su di lui nonostante sia tra le riserve e nell'immagine sopra il suo nome sia così piccolo che per leggerlo devo fare ogni volta la stessa faccia che ha Bonucci nella foto. Ogni volta, dopo aver letto il nome ed essermi reso conto che c'è sempre scritto Rugani, sono tentato dal darmi una sberla. Invece adotto nuovamente la faccia che ha Bonucci nella foto. Perché su di lui non ci sarà niente da dire, ma quanti usi disagiati ha quella faccia.

Tornando a Rugani: è molto giovane e inesperto, ha appena scoperto la droga e non può farne a meno. Per lui la droga sono i cartellini gialli, per noi le canne, ma la differenza è davvero poca.

FEDERICO BERNARDESCHI Bernardeschi è il prototipo di calciatore moderno per il semplice fatto che è uscito da un talent show. Laddove hanno fallito i Campioni di Ciccio Graziani lui è riuscito. In lui c'è quindi un mix di nostalgia per la defunta MTV che lo ha fatto conoscere al grande pubblico, e anti-nostalgia, essendo un arrogante 22enne.

THIAGO MOTTA Ho cercato a lungo qualcosa di simpatico da dire su Thiago Motta. Poi ho pensato bastasse dire che sulle spalle porterà il numero 10. Thiago Motta. 10. No in realtà ripensandoci è giusto così, Thiago M10tta vero top player. STEFANO STURARO "Juve, sarò il tuo Gattuso." Un giocatore che dichiara questo non può che essere eretto a miglior giocatore di tutta la selezione. Fanculo i vostri miti dai piedi eleganti e la classe sopraffina, il paradigma di Stefano Sturaro è Gattuso e pertanto lo vorrei titolare inamovibile. Il fatto stesso che in foto la sua faccia sembri malamente photoshoppata e incollata un po' al contrario fa pensare che lì sotto ci sia effettivamente Gattuso. MATTIA DE SCIGLIO Mattia ha la faccia da bravo ragazzo. Di quello che lascia ai senatori il posto migliore a tavola senza lamentarsi, che porta le borracce e che ti permette di usare il suo lungo collo in un paragrafo a lui dedicato perché tutti sanno cosa si dice dei ragazzi col lungo collo. Unire questo alla necessità di una quota Milan dà un senso alla sua presenza nei 23. DANIELE DE ROSSI Lui è un po' il Principe Carlo del campionato italiano. Non si può non empatizzare con DDR: da lustri ormai è Capitan Futuro ma il Futuro non arriva mai. Per cui almeno in Nazionale, dove Totti non c'è, il Principe può sentirsi un po' più re. MATTEO DARMIAN Matteo Darmian è la versione cool di Mattia De Sciglio, lungo collo compreso. Ha tutta quell'aura da bravo ragazzo che al campetto dell'oratorio veniva scelto dopo gli zarri che a dieci anni avevano già le basette ma poi dimostrava più talento di tutti. Menzione d'onore poi sopratutto per il fatto che nonostante sia riuscito a fare carriera, non è diventato zarro a sua volta.

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STEPHAN EL SHAARAWY Un attimo di silenzio, per favore. Mi immagino in questo momento il dolore di Stephan in ritiro, unico vero tamarro in una nazionale di anonimi. Senza un Balotelli qualsiasi Elsha potrà dare solo il 20 percento del suo potenziale. Con chi farà le penne sui booster nel riscaldamento? Sto per scoppiare in lacrime. ALESSANDRO FLORENZI "Voglio ammazzà i dragoni. M'è presa 'sta scimmia: i dragoni, le vallate, i maghi, tutt 'ste cose qua… Voglio ammazzà tutti. Dì quello che te pare, io voglio ammazzà i dragoni." Più penso ad Alessandro Florenzi, più penso quanto sarebbe bello se il discorso pre-partita di un ipotetico match contro il Galles fosse tenuto da lui. Semifinale Italia-Galles, palla a Florenzi, gol, e abbraccio a qualche nonna in tribuna. EMANUELE GIACCHERINI Giaccheriño è qui per una sfilza infinita di motivi, tra cui la fedeltà. Il motivo principale, che nessuno svela, è però che in realtà Emanuele Giaccherini è Alessandro Florenzi da grande. E chi non vorrebbe avere due Alessandro Florenzi in squadra? MARCO PAROLO Il suo è un ruolo molto delicato, quello di colui che dovrà fare in modo che l'Italia recuperi dalla peggior situazione possibile, è praticamente l'attacco finale, il pulsante reject, l'ultimo disperato tentativo di salvare la nave. Era in lizza con Poli per il posto, ed entrambi non sarebbero serviti a niente. Quindi meglio prendere quello con la fisionomia del tizio che alle verifiche di matematica del liceo era l'unico a ricordarsi di portare la calcolatrice. Quello che oggi lavora nel reparto marketing della tua azienda, e che è l'unico a ricordarsi di non rivolgerti la parola. ANTONIO CANDREVA Antonio Candreva è la quota hipster della Nazionale. Mi immagino la sua sofferenza a dover rinunciare alle tipiche attività tardopomeridiane dei quartieri romani, ma sono sicuro saprà trovare il giusto Pigneto anche a Parigi e dintorni.

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EDER CITADIN MARTINS Di Eder Citadin Martins ricorderemo essenzialmente tre cose: Eder, Citadin e Martins. Prima di tutto perché "Martins" mi ricorda un altro attaccante dell'Inter che faceva le capriole mentre lui non sembra neppure in grado di fare uno scatto. Poi per Citadin, che fondamentalmente è uno di quei nomi bellissimi che ti spingono a comprare un giocatore a PES nella sezione "occasioni" e farlo diventare il perno della squadra anche se a tecnica ha "21". Infine per Edèr che diventerà Èder per tutta l'estate come Amaurì divenne Amauri in seguito alla convocazione in Nazionale. CIRO IMMOBILE - LORENZO INSIGNE Sono commosso dall'idea di rivedere Immobile e Insigne vicini, insieme, per così tanto tempo (almeno tre partite, molto ravvicinate). Farsi prendere dalla nostalgia è sempre sbagliato, ma già immagino i selfie ignoranti a torso nudo che si faranno nel ritiro e posteranno su Instagram, e a come dovranno comunicare con il personale francese, e già sogno. GRAZIANO PELLÈ Graziano Pellè è un giocatore elegantissimo e uno dei pochi convocati i cui baffi riescono a congiungersi con la barba (segno di un corretto sviluppo delle ghiandole pilifere e motivo di vanto presso ogni barbiere dell'hinterland milanese). In più, come Darmian, ha il fascino di giocare all'estero.

Ha la sola sfortuna di essere capitato in un periodo storico in cui le prime punte classiche non sono molto apprezzate—altrimenti avrebbe potuto avere anche lui una canzone dedicata piena di rime con roba da mangiare.

SIMONE ZAZA Simone quest'anno ha avuto molta pazienza. Quindi pazienza se non giocherà, lui attenderà paziente, con un po' di presunzione, e l'arroganza di essere consapevoli del proprio valore. D'altronde lui è un artista, proprio come Andrea Pazienza. Quindi Simone: abbi pazienza. MODI DI MIGLIORARE LA SQUADRA CONVOCARE SOLO ESTERNI Gli Europei 2016, qualora non andassero come sotto sotto speriamo vadano, verranno ricordati come quelli in cui Antonio Conte ha lottato per creare una nuova classe sociale, quella degli esterni. Non so se in questo Europeo sarebbe stato possibile, forse è troppo presto per una rivoluzione di tale portata, ma sarebbe stata interessante una rosa di soli esterni, per non solo dare dignità, ma elevare questa classe sociale. Qualche hint: Padoin, Berardi, Antonelli, D'Ambrosio, Santon, Pasqual… CONVOCARE I FIGLI DI QUELLI FORTI Se convocassimo Christian Totti e Christian Maldini sarebbe fighissimo perché venderemmo un sacco di magliette con scritto Totti e Maldini. Dovremmo fare una grossa campagna marketing in cui si dice che all'Europeo ci sono anche Totti e Maldini, incutere timore negli altri e rivelare solo alla fine che sono i figli. È L'ITALIA PEGGIORE DI SEMPRE? Sì, forse sì. Ma per la prima volta possiamo tifare una Nazionale oggettivamente e deliberatamente scarsa e non c'è soddisfazione più grande. Arriveremo tra le prime quattro.

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