Praticamente tutti a un certo punto dobbiamo andare a vivere con degli estranei—a meno che i tuoi non ti abbiano comprato un monolocalino in centro per l’università, o che tu sia una di quelle persone che amano talmente tanto la convenienza di vivere con la mamma da non trovare un motivo per andarsene. Che non è necessariamente una brutta cosa.
Convivere con altra gente può essere incredibilmente divertente e gratificante. Soprattutto se stai con amici o persone con cui riesci a co-abitare facilmente, che rendono piacevole il pensiero di tornare a casa a fine giornata e non un viaggio dritto all’inferno. In più, se come me ami passare intere settimane chiuso a casa a ricablare prese elettriche e a perderti nei buchi neri di Reddit, ha l’ulteriore vantaggio di costringerti a socializzare in modo da non perdere completamente la testa.
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Detto questo, ci sono ovviamente molti svantaggi a vivere sospeso in uno stato di infantilizzazione permanente, dal quale l’unica via di fuga è “sposarsi” o “trasferirsi a Lisbona.”
Eccone alcuni:
Aspettare il tuo turno per il bagno/la doccia
Non c’è esperienza più umiliante che starsene, a vent’anni suonati, appollaiati sul bordo del letto con le cosce serrate, facendo respiri profondi e controllati, e la porta socchiusa in modo da poter sentire quando la doccia smette di scorrere—il tutto mentre trattieni la cacca. Sono le 8:13 di mattina e qualcuno ha scelto questo momento per farsi un trattamento districante ai capelli. Di conseguenza, dovrai fare tardi a lavoro (di nuovo) o subire l’umiliazione di cagare nel bagno del cucinino, che è a) senza finestre, e b) così piccolo che le ginocchia strusciano contro la porta.
La prima cosa che sacrifichi quando vai a vivere con altre persone è la possibilità di cacare, cucinare e lavare ogni volta che ne hai bisogno. Questo succede anche quando vivi con la tua famiglia, con la differenza che lì c’è figura autoritaria (la mamma) che centralizza le dinamiche di potere evitando che l’intero equilibrio della casa venga a mancare. Questo ruolo semplicemente non può esistere tra tre o più adulti nella stessa fascia di età. Non esiste un’orbita affidabile in una casa in comune, solo il caos casuale dello spazio profondo.
Lunghe conversazioni sulla carta igienica nella chat Whatsapp
Tutti in quella chat di gruppo hanno più di vent’anni. Basta comprare la confezione da nove rotoli del discount così ci possiamo pulire il culo, e smettiamola.
‘Cercare di fare piano’ quando fai sesso
Mettiamo che tu abbia tra i 18 e i 50 anni: questi sono o gli anni più caldi o più disperati della tua vita; dopo anni di esperienze minime o in gran parte tragiche, finalmente incontri qualcuno che sa come farti avere un orgasmo (per lui: prostatico), tirandoti fuori versi dal profondo prima che tu abbia il tempo di soffocarli. Ecco, immagina quando la cosa verrà accolta con un messaggio sul “casino della notte scorsa” o con battute fatte a voce troppo alta o troppo spesso per essere davvero battute, e non ammissioni di risentimento.
La maggior parte delle persone, al sentire qualcuno che fa sesso, non pensa: “Fanno sesso, buon per loro!” Sentono qualcuno fare sesso e pensano: “Loro fanno sesso, perché non lo sto facendo io?” Sono andata a scuola dalle suore e ho trascorso i primi 18 anni della mia vita in una villetta a schiera con il muro di camera attaccato a quello i miei genitori, lasciami vivere un attimo, Andrea.
Quando la tua stanza si trova proprio sotto a quella di chi scopa come un elefante in preda a una crisi
Detto ciò, questa è una delle peggiori situazioni in cui ritrovarsi. Dopo una lunga giornata di profonda solitudine dettata dalle condizioni isolanti del capitalismo, l’ultima cosa che vuoi sentire è qualcuno che hai incontrato a una lezione di diritto privato darci dentro.
I convenevoli con le persone con cui sono andati a letto i tuoi coinquilini
È importante che, in quanto adulto indipendente, tu abbia la libertà di passeggiare nella tua cucina e farti un caffè la domenica mattina senza essere obbligato a fare quattro chiacchiere con un poeta e il suo piercing al sopracciglio fluorescente.
Non poter ordinare la quantità di cibo da asporto che vorresti
Potresti pensare che qualcuno che sta considerando di spendere 20 euro per il menù famiglia alla rosticceria per la terza sera consecutiva non abbia la capacità di vergognarsi del giudizio altrui che giunge quando l’uomo delle consegne bussa alla porta, e lui/lei corre fuori dalla sua stanza con indosso i pantaloni del pigiama e la maglia del giorno, mentre la pila di scatole vuote cresce sempre più alta accanto alla raccolta differenziata. E invece.
Tornare a casa tardi, con tutta la stanchezza della giornata addosso, e trovare i coinquilini che fanno festa
All’inizio, ti andava bene—era anche divertente. Un’immagine perfetta di libertà e possibilità! Ora hai quasi 30 anni e fai fatica a bere una birra grande più di una volta al mese perché non hai il fisico e tutti i soldi che spendevi in droga e alcol ora li spendi dallo psicologo.
Tuttavia, se varchi la porta dopo un mercoledì particolarmente stancante e trovi il tuo coinquilino e i suoi tre amici in piena modalità festino… che fai, dici di no? Hai 30 anni e vivi con persone che hanno Twitter da quando ne avevano 14, ovviamente ti accomodi e ti rovini la settimana.
Non avere nessun tipo di controllo sui tuoi spazi
L’unica cosa veramente difficile della convivenza è il fatto che la struttura della tua vita è fondamentalmente alla mercé degli altri—una cosa che va necessariamente provata. È impossibile avere controllo completo sul tuo ambiente, indipendentemente da quale sia. La probabilità che i tuoi vicini siano rumorosi e/o dei coglioni è probabilmente più alta, e ci sono ancora meno cose che tu possa farci. Tutti devono fare i conti con un livello base di disagio. Viviamo, come si dice, in una società.
Ma condividere una casa è come un lavoro o della biancheria intima in latex: più a lungo ci stai, più costrittivo comincia a sembrare. Pochissimi umani hanno la forza mentale per durare fino a tre decenni in un ambiente di vita basato su concessioni senza finire con infuriarsi per uno scolapiatti, che è la principale forza trainante dietro alle giovani coppie che vanno a vivere insieme dopo quattro mesi, quando quello che vorrebbero veramente è vivere da soli.
La benedizione e la maledizione del vivere da soli è che tutto diventa colpa tua. Se finisci per contorcerti nello squallore, a fumare come una ciminiera da un nido di contenitori per cibo d’asporto e fazzoletti appallottolati, almeno il tuo orgoglio non può mandarti un messaggio dicendo “possiamo prenderci tutti un minuto per sistemare la questione spazzatura stasera per favore sta diventando ridicolo.”
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