I greci non si arrendono

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I greci non si arrendono

E finché possono scendere in piazza, non hanno intenzione di andare altrove. Foto dall'ultimo sciopero generale di Atene.

Un paio di anni fa, nel maggio 2010, stavo seduta tavanti alla piccola tv che eravamo riusciti a fare installare nell'ufficio di Atene. Circondata dai miei colleghi, seguivamo le ultime notizie sull'attentato a un edificio della banca Marfin di Via Stadiou. Nessuno stava lavorando. In effetti, i componenti del mio dipartimento erano tra i pochi presenti, essendo quello il primo giorno di una lunga serie di scioperi.

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Diversi mesi dopo, nell'ottobre 2011, ero su un volo da Londra ad Atene insieme a tre giornalisti di VICE per seguire i due giorni di sciopero nazionale da includere nella nostra serie Teenage Riot. Faceva caldo, la gente era infuriata e io ero una stagista di VICE alla disperata ricerca di un posto in redazione. Ho trascorso due giorni tra pietre, nuvole di lacrimogeni e comunisti bardati di tutto punto.

Ma ora sono stufa. Ieri la Grecia ha assistito a un'altro sciopero nazionale, molto simile a quello che avevamo ripreso lo scorso anno. Faceva caldo per essere ottobre inoltrato, migliaia si erano riuniti in piazza Syntagma per manifestare contro l'austerity e i lacrimogeni volavano sopra le nostre teste. Un uomo ha perso la vita.

So che tutto ciò dovrebbe farmi arrabbiare, ma non riesco a non sentirmi depressa e confusa. Sono passati tre anni dall'attentato alla banca Marfin, e nel frattempo mi sono trasferita a Londra, poi di nuovo ad Atene e viceversa, ho cambiato due lavori, qualche fidanzato e ho partecipato a troppi matrimoni.

Ma il posto da cui vengo non è cambiato di una virgola. In Grecia tutto brucia, poi viene ricostruito e poi brucia di nuovo. Ogni anno, poco prima dell'approvazione delle misure di austerity, la gente ha l'impressione che le cose stiano per cambiare, che l'economia riprenderà a funzionare, per poi ritrovarsi qualche giorno dopo più povera di prima, con un movimento come Alba Dorata dotato di un peso sempre maggiore.

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Finirà tutto questo un giorno? La protesta (ovvero: la rivolta) è veramente la migliore strategia per il cambiamento?

Fuggita da Londra poco prima che le cose si mettessero veramente male, sento di aver difficilmente il diritto di poter giudicare una situazione con cui entro in contatto solo a Natale e durante le vacanze estive. Così ieri ho chiamato il mio amico Petros, che invece di starsene in un ufficio a lamentarsi della pioggia ieri è sceso in piazza.

VICE: Allora: è morto un uomo, e più o meno un anno fa è successo lo stesso.
Petros: È vero, ma la persona di oggi è morta per un arresto cardiaco durante la manifestazione, prima che venissero lanciati i lacrimogeni. Che è ciò che ha causato la morte dell’altro manifestante, lo scorso anno. Non che renda le cose migliori. Anche perché entrambi erano membri del PAME.

Quello che mi ha veramente turbato l’anno scorso è stato il fatto che sebbene il primo giorno dello sciopero il PAME (il fronte comunista) stesse protestando al nostro fianco, nelle 24 ore successive si sono scagliati contro di noi. 
La questione con il PAME è che hanno sempre fatto le proprie manifestazioni, in tempi completamente separati dal resto della popolazione. Quindi, quando l’anno scorso hanno annunciato che si sarebbero uniti a noi, tutti erano sorpresi. Poi però, dopo quello che è successo, hanno fatto dietro front e dichiarato che sarebbe tornati ai vecchi metodi, ovvero incontrarsi prima di tutti noi, marciare fino al parlamento e proseguire oltre.

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Membri del PAME in corteo.

Quindi si autocensurano. Che cosa mi dici degli elementi di estrema destra, qual è la presenza di Alba dorata alle manifestazioni in questi giorni?
Non c'è, o per lo meno non in modo evidente. Saranno sicuramente presenti elementi di estrema destra, ma il sentimento più diffuso è ampiamente liberale. Infatti ieri molti slogan erano contro Alba Dorata, o legavano Alba Dorata alla polizia. I miei due preferiti sono “Uniamoci e mandiamo via a calci i nazisti dal parlamento” e “Attenzione, attenzione, membri di Alba dorata in uniforme”.

Divertente. Oh, e già che ne parli, come si è comportata la polizia in questi giorni?
In modo dittatoriale. Il loro utilizzo di sostane chimiche è incontrollabile e completamente ingiustificato, e non farmi cominciare con la violenza fisica. Uno sarebbe portato a pensare che si siano comportati bene dopo il modo in cui sono stati pubblicamente condannati per le immagini comparse sui media e la storia di torture a danno di un gruppo di anarchici pubblicata sul Guardian.

Che cosa diresti dovendo comparare l’affluenza con quella dello sciopero dell’anno scorso?
A livello numerico è stata certamente minore, e anche le rivolte sono state più leggere. Tutto è finito per le quattro del pomeriggio, mentre l’anno scorso si è proseguito fino alla sera. È stata bruciata l’intera città.

Diresti che è perché le persone si stanno annoiando o si stanno stancando?
Per niente. Le persone sono sotto pressione, ma le loro rivendicazioni rimangono forti. Non sono per niente annoiati; al contrario, direi che stanno risparmiando energie per quando verranno votate le nuove misure a novembre.

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Nelle ultime ore sui social network si è diffusa la notizia del pestaggio di un 15enne da parte della polizia. Secondo alcuni il giovane sarebbe morto, mentre altri sostengono che la notizia sia stata gonfiata. Dal momento che non trovo riscontri sulla stampa ufficiale, sono portata a propendere per la seconda versione. Ma se c’è qualcosa che ho imparato in questi tre anni, è che non bisogna mai fidarsi dei media greci. 

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