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Il concerto di Bad Bunny per Apple a Milano è già nella storia

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“BeNiTo AnToNiO MaRtInEz OcAsIo / directamente del espacio” è da poco diventato uno dei miei versi preferiti del Conejo Malo. È tratto da “Yo le llego”, seconda traccia dell’album in coppia con J Balvin Oasis, uscito lo scorso 28 giugno. Rimane impresso perché Bad Bunny pronuncia il suo nome con una voce falsata, come se si trattasse di un meme. Mi piace pensare che lo faccia per sfottere stampa e giornalisti che ne fanno uso smodato, su articoli, interviste o contenuti di vario tipo. Touché. È vero però che qualcosa tra umorismo, genio, talento e personalità di Benito, deve effettivamente arrivare dallo spazio. Martedì 9 luglio, in piazza Liberty a Milano, in occasione di Up Next Live, l’ha più che dimostrato.

Up Next Live è la serie di concerti esclusivi di Apple Music, che vede come protagonisti 7 artisti selezionati dal programma Apple Music Up Next. Assieme al Conejo Malo, anche Daniel Caesar, Khalid, Ashley McBryde, King Princess, Lewis Capaldi e Jessie Reyez, i quali nelle prossime settimane saliranno sui palchi di 7 diversi Apple Store, in 7 città diverse. Ad aver reso speciale questa prima tappa della serie di eventi, è stata la potentissima energia sprigionata tra Benito e il pubblico raccolto nell’anfiteatro di piazza Liberty; un’intimità difficilmente replicabile altrove, considerato che è solito presentarsi in arene o palazzetti.

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“Toda mi gente feliz, que está contenta, que se pongan en pié, que se pongan en pié!”. Bad Bunny si protende verso il pubblico, seduto sulle gradinate dell’Apple Store di piazza Liberty, a Milano, invitando tutti ad alzarsi in piedi. La cornice è decisamente intima, per un artista del suo calibro. BB è nel mezzo di “Estamos bien”, il terapeutico inno alla resilienza che ha segnato l’estate 2018, e che ogni singolo presente, in quel momento, sta cantando con il cuore in mano. All’alzarci tutti in piedi, l’atmosfera si scalda ancora di più.

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Fotografia di Jim Nedd

Bad Bunny è un artista tutt’altro che emergente: in soli 3 anni è riuscito a fare la storia della musica in spagnolo, rendendola sempre più una costante nell’industria del pop internazionale. Assieme a colleghi come Ozuna e J Balvin, è una delle colonne portanti del genere urbano, termine ombrello per indicare l’insieme di trap en español, reggaeton e altri derivati. Solo nel 2018 la musica urbana è stata la più vista su YouTube, e su 10 video più visualizzati dell’anno, 8 erano di artisti urbani. Se oggi trap en español e urbano sono globali, e attirano come miele alle api i mercati di USA ed Europa, è anche per merito dell’artista portoricano, che a soli 25 anni ha rivoluzionato un’intera industria musicale. Oasis, con J Balvin, ha solo confermato l’enormità del fenomeno di cui entrambi gli artisti sono punte di diamante.

Tutto ciò che riguarda Benito è unico nel suo genere, proprio perché trascende la nozione stessa di genere. Il suo primo album X100PRE, uscito la vigilia di Natale 2018, è una moltitudine di riferimenti culturali, stili musicali, e input contenutistici che pochi, se non nessun altro nella scena, aveva mai racchiuso in un solo disco. D’altra parte, anche la componente visiva della sua figura è complementare alla sua musica; nell’ultimo anno le apparizioni pubbliche, video o social di BB l’hanno visto ritratto in outfit sgargianti, manicure impeccabile, e dettagli pensati per non passare inosservati. Non è mistero che, anzi, siano stati cruciali per il successo astronomico di cui è protagonista.

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La fotografia compare per gentile concessione di Apple.

Le innumerevoli conversazioni su eteronormatività, identità, fluidità di genere presenti nei suoi video—ricordiamo “Caro”—così come la ridefinizione di mascolinità, le dichiarate prese di posizione contro violenza sulle donne e omofobia, o a favore della body positivity, lasciano intendere una certa sensibilità verso queste tematiche, che è senza dubbio rassicurante. Una boccata d’aria in un’industria che, come ogni altra industria, è ancora oppressiva su più fronti. Come più volte ha specificato lui stesso, però, Benito resta un artista la cui priorità resta fare musica di qualità, e intrattenere al meglio i suoi fan. E le esibizioni live sono tra le occasioni migliori in cui è in grado di dimostrarlo.

Ho visto Bad Bunny dal vivo la prima volta, due anni fa, ai tempi “Tu no metes cabra”, “Krippy Kush” e “Soy Peor”, quando ancora veniva bookato in discoteche. Oggi il suo nome è diventato così immenso, e i numeri dei suoi show così alti, che il ristretto scenario dell’Apple Store di Milano ha suggestionato tutti fin da subito, lui compreso. Alternando brani di X100PRE—“Ni bien ni mal”, “200 MPH”, “Caro”, “Solo de mi”, “La Romana”—il suo primo, emblematico album uscito la scorsa vigilia di Natale, a featuring come “I Like It”, “Mia” o “Te boté”, fino alla hit dell’estate 2019 “Callaita”, el Conejo ha dato prova della sua immensa crescita artistica, rispetto ai primi tour internazionali, sia come performer, che come cantante. In 40 minuti circa di concerto, la sua voce non ha ceduto neanche mezzo secondo, e la carica che scaturiva da ogni suo movimento era fin troppo contagiosa. “Donde estan mis latinos?” chiede al suo pubblico, che nel frattempo si è riversato su di lui, in adorazione. Rispondiamo con un boato, Benito apprezza. Ce ne ricorderemo per un po’ di questo concerto, e speriamo anche lui.

Sonia è su Instagram.

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