Alle elementari mi sembrava di essere l’unica a portarsi la mela per merenda. I miei amici, invece, avevano un arsenale di merendine, patatine e bibite – e io li invidiavo sempre molto. Mia madre mi proibiva le cosiddette “schifezze” e mi riempiva solo di cibi sani, tanta frutta, verdura e pesce.
All’epoca trovavo questo suo comportamento un’enorme ingiustizia, ma con gli anni ho capito il valore di questa sua educazione alimentare. E anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) concorda con mia madre.
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La dieta mediterranea è sempre stata indicata come una delle più salutari del mondo, e non lo dicono soltanto le riviste poco autorevoli che legge mia madre, ma anche diversi ricercatori. Si tratta di un’alimentazione a base di alimenti di origine vegetale, frutta, verdura, legumi, cereali integrali e sull’uso di grassi buoni provenienti dall’olio d’oliva.
Durante il Congresso Europeo sull’Obesità (ECO), che si sta svolgendo in questi giorni a Vienna, è stato sottolineato dal dott. João Breda, capo dell’ufficio europeo dell’OMS per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili, come i bambini dell’area mediterranea abbiano abbandonato le abitudini alimentari che caratterizzava il loro paese d’origine e come debbano al più presto riprendere a nutrirsi secondo la dieta mediterranea.
In Grecia, Italia e Spagna, il 42% dei ragazzi è in sovrappeso o obeso. Per le ragazze le percentuali sono del 38% in Grecia e Italia e del 41% in Spagna. I tassi più bassi di obesità si riscontrano in Svezia, dove però, attenzione, negli ultimi anni paradossalmente si ci si è avvicinati ad un’alimentazione più mediterranea. I dati provengono dall’indagine svolta tra il 2008 al 2017, che coinvolge 38 paesi dell’area europea.
I miei compagni che mangiavano schifezze non sono diventati obesi, da quanto ne so. Ma io sono più grata a mia mamma che mai.
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