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Politică

Perché il taglio dei vitalizi non è affatto una misura rivoluzionaria

Per il M5S è una vittoria storica, per gli italiani è un risparmio di 70 centesimi l'anno.

C’è un argomento con cui il MoVimento 5 Stelle ci martella incessantemente da anni e che sembra essere l’unico scopo della sua esistenza politica. È stato il centro della sua propaganda fin da quando è nato e una delle ragioni del suo successo negli ultimi anni: sto parlando della lotta contro i privilegi della Casta e in particolare dell’abolizione dei vitalizi per gli ex parlamentari.

Tecnicamente, i vitalizi sono già stati aboliti. I parlamentari non li maturano più dal 2011, quando una riforma voluta dal governo Monti li ha sostituiti con una pensione calcolata con il metodo contributivo, e gli unici ad averli ancora sono gli ex parlamentari che li hanno maturati prima di quella data.

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Oggi che il M5S è al governo, quello dell’abolizione dei vitalizi è uno dei pochi temi che può agitare per cercare di non farsi completamente schiacciare dalla Lega. E non a caso è tornato d’attualità nelle ultime ore: il Presidente della Camera Roberto Fico ha presentato infatti una delibera per il "superamento dei vitalizi" degli ex deputati scrivendo che “è un tema su cui ci siamo concentrati da tempo ed è tra i principali obiettivi della legislatura.”

Il Blog delle Stelle ha parlato di “un giorno storico per tutti gli italiani” e di “una vittoria che ci riempie di grande emozioni e che dedichiamo a tutti voi che avete sempre creduto nel MoVimento,” e il Facebook grillino è andato in totale visibilio.

Nonostante l’enfasi e la potenza propagandistica dell’argomento, però, gli ex parlamentari che hanno diritto a un vitalizio sono circa 2600 in totale tra Camera e Senato. Di questi 2600 vitalizi, la delibera di Fico andrebbe a colpirne 1405: 1338 sarebbero ricalcolati col metodo contributivo (e diminuirebbero) mentre gli altri 67 non verrebbero toccati.

Stando a quanto riporta Il Fatto Quotidiano, 786 ex parlamentari dovrebbero subire una riduzione tra il 20 e il 50 percento mentre altri 11 ex parlamentari ne subirebbero una più massiccia, dal 50 all’82 percento. I più penalizzati sarebbero quelli che hanno passato meno tempo in Parlamento. Sarebbe comunque previsto un “vitalizio minimo” di 980 euro al mese per chi ha fatto una sola legislatura e i vitalizi di reversibilità concessi alle vedove di ex parlamentari non verrebbero toccati. Gli ex parlamentari condannati in via definitiva invece sarebbero privati del vitalizio.

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Stando a dati dell’INPS, la spesa annua per i vitalizi si aggira sui 200 milioni di euro. Se la delibera venisse approvata (verrà votata alla Camera tra il 9 e il 13 luglio) il risparmio dovrebbe essere di circa 40 milioni di euro all'anno (se si considera un solo ramo del Parlamento), o di 80 milioni in tutto. Si tratta davvero di briciole rispetto al bilancio dello Stato, in cui la spesa pubblica supera gli 850 miliardi di euro all’anno—l'incidenza sarebbe dunque dello 0,01 percento. Ma, appunto, è un tema che ha una forte valenza simbolica.

Dopo l’annuncio di Fico è arrivata la reazione della presidente del Senato Elisabetta Casellati, che ha detto di auspicare “soluzioni condivise” sul taglio dei vitalizi ed espresso “perplessità sul fatto di poter incidere sui diritti acquisiti” di “persone che magari oggi possono avere anche un’età rilevante e che si trovano improvvisamente ad avere uno stipendio magari inferiore al reddito di cittadinanza.”

Sono arrivate critiche anche da Antonello Falomi, presidente dell’Associazione ex parlamentari. “Ci batteremo in tutte le sedi per impedire che questo obbrobrio costituzionale venga perpetrato,” ha detto Falomi, secondo cui il taglio dei vitalizi è “una gigantesca presa in giro degli italiani, a cui si sta vendendo merce propagandistica avariata.” Lo stesso ha anche definito la delibera di Fico “un monumento alla illegalità costituzionale,” perché applica retroattivamente il metodo contributivo introdotto da una legge del 1996 a persone andate in pensione prima che quella legge venisse promulgata.

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L’Associazione degli ex parlamentari ha inoltre inviato all’Ufficio di presidenza della Camera una diffida a non approvare la delibera, paventando un’azione legale per danni contro Fico e tutti i membri dell’Ufficio di presidenza. “Ho visto che c’è già chi sta minacciando,” ha replicato Di Maio, “ma noi a queste minacce siamo abituati dagli ultimi sei anni. Quelli sono privilegi rubati, non diritti acquisiti.”

Il punto però è un altro: il taglio dei vitalizi è una cosa che andrebbe benissimo come misura marginale (alcuni casi di erogazione dei vitalizi sono effettivamente odiosi), fatta insieme ad altre misure mirate alla ridistribuzione della ricchezza. Ma da sola, sbandierata come rivoluzionaria misura anti-casta, è pura propaganda.

Per chi non ha un vitalizio, è un risparmio di 70 centesimi l'anno. In pratica, Roberto Fico offrirebbe un caffè a tutti gli italiani (alle macchinette però, non al bar).

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