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Cosa sappiamo finora sul ponte dell'autostrada crollato a Genova

Intorno a mezzogiorno un lungo tratto del ponte Morandi ha ceduto, coinvolgendo decine di veicoli.
Foto via Twitter.

Attenzione: questo post è in continuo aggiornamento.

Intorno a mezzogiorno di oggi, 14 agosto, un lungo tratto del ponte Morandi—sul quale passa l’autostrada A10—è crollato a Genova, dove stava piovendo a dirotto dalla prima mattina.

Il viadotto, inaugurato nel 1967 e sospeso a 45 metri dal suolo, sarebbe caduto per un cedimento strutturale all’altezza di via Perlasca e via Trenta. Nella voragine sarebbero precipitate almeno una trentina di veicoli, inclusi mezzi pesanti. La maggior parte del crollo ha interessato il greto del fiume Polvecera e i binari ferroviari.

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Al momento i soccorsi sono ancora in corso, e le informazioni ancora frammentarie. Per questo, abbiamo deciso di raccogliere quanto si sa finora.

IL BILANCIO DEI FERITI E DELLE VITTIME

Sul posto sono giunti Vigili del fuoco, ambulanze e forze dell’ordine, e sono in corso diversi tentativi di estrarre automobilisti e altre persone coinvolte dalle macerie.

Nei primi istanti dopo l'accaduto, il direttore del 118 di Genova ha dichiarato ad Adnkronos che "la dimensione è epocale, [ci sarebbero] decine di morti tra chi è precipitato dal viadotto e chi è rimasto incastrato sotto le macerie;” nel pomeriggio—quando si contavano già una ventina di vittime—il governatore della Liguria Giovanni Toti ha detto che questo numero sarebbe "aumentato sensibilmente." Al momento, sono 20 le vittime accertate secondo la Protezione Civile; secondo i soccorritori sarebbero almeno 35, e 14 i feriti—di cui sette molto gravi. Quattro persone sono state vive dalle auto coinvolte nel crollo.

Il direttore della Croce Rossa Francesco Rocca ha chiesto di lasciare libere le strade per non intralciare i soccorsi. Ha anche aggiunto che i curiosi possono "rimanere a casa."

Il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli ha scritto su Twitter che il crollo del ponte a Genova “si profila come immane tragedia” e ha fatto sapere di essere in procinto di recarsi sul posto insieme al viceministro Edoardo Rixi.

LE CAUSE DEL CROLLO

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Non esiste ancora la ragione ufficiale del crollo del ponte.

Autostrade per l'Italia, in una nota, ha comunicato che "erano in corso lavori di consolidamento della soletta del viadotto e che, come da progetto, era stato installato un carro-ponte per consentire lo svolgimento delle attività di manutenzione. […] Le cause del crollo saranno oggetto di approfondita analisi non appena sarà possibile accedere in sicurezza ai luoghi."

Per Massimo Mariani, componente del Consiglio nazionale degli ingegneri (Cni), a Genova si è verificato "il crollo strutturale di un pilone, un'eventualità assolutamente imprevedibile" sul quale non avrebbe inciso il maltempo. Mariani ha spiegato che il ponte "è stato sottoposto a tante sollecitazioni. Queste strutture ardite, opere importanti di ingegneria, hanno bisogno di un'attenzione continua. Quanto accaduto non è certo dovuto a un difetto di origine, ma a quello che in gergo tecnico si chiama 'rottura di fatica'."

LE CRITICHE AL PONTE MORANDI

Il ponte è uno dei simboli di Genova, da sempre oggetto di commenti e discussioni.

Sui social, in queste ore, sta girando molto un’intervista all’ingegner Antonio Brencich, docente esperto di strutture in cemento armato dell’università di Genova. Parlando all’emittente locale Primocanale nel 2016, Brencich aveva definito il ponte un “fallimento di ingegneria," aggiungendo che “non esiste che dopo trent’anni un’opera abbia già subito tanti lavori di manutenzione.”

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In un altro articolo pubblicato su Ingegneri.info—sempre nel 2016, che cita a sua volta l’ingegner Brencich—si legge che “fin dai primi decenni il ponte è stato oggetto di manutenzioni profonde (fessurazione e degrado del calcestruzzo, nonché creep dell’impalcato) con costi continui che fanno prevedere che tra non molti anni i costi di manutenzione supereranno i costi di ricostruzione del ponte: a quel punto sarà giunto il momento di demolire il ponte e ricostruirlo.”

IL FALSO NUMERO VERDE DELLA PROTEZIONE CIVILE

Da qualche ora sui social circola un presunto numero verde per chiedere informazioni sul crollo del ponte. La protezione civile ha tuttavia smentito che si tratti di un suo numero.