Siamo nel bel mezzo della terza stagione di Rick & Morty: che ne pensiamo?
Attenzione: questo articolo contiene spoiler minori sulla terza stagione di Rick and Morty
Pochi di voi sanno che esiste un video dei creatori di Rick and Morty in cui Marty McFly lecca le palle del dottor Emmett Brown, azione che nello sketch rappresenta l'unico requisito assoluto che consente ai due di viaggiare nel tempo. È tutto vero.
Se gli unici termini nell'affermazione precedente ai quali non siete abituati sono "Rick" e "Morty" significa che negli ultimi 2 anni avete vissuto dentro una grotta in fondo all'oceano e non conoscete la serie sci-fi/comedy/horror di Adult Swim iniziata nel 2015 che, specialmente dalla terza e più recente stagione, in onda a partire dallo scorso luglio, sta finalmente riscuotendo un enorme successo anche in Italia.
Rick and Morty è sempre stato caratterizzato da una fortissima impronta sci-fi, da una graffiante vena comica ma soprattutto dalla presenza di alcuni concetti e contenuti piuttosto profondi, che in più di un episodio si pongono l'obiettivo di mettere in relazione scienza e filosofia.
Può sembrare forse troppo pretenzioso, ma tutti i fan della serie — compreso il sottoscritto — sarebbero pronti a mettere mano sul fuoco in difesa di questa definizione e alla fine della seconda stagione è diventato del tutto chiaro che Rick and Morty non è soltanto Futurama con i rutti: ad ogni situazione fuori di testa è sempre collegata una riflessione sulle regole di quel mondo/universo in particolare, in maniera praticamente mai fine a se stessa.
Immagine via YouTube
Alla fine della seconda stagione, la fanbase della serie era ormai decisamente solida e tutti aspettavano ansiosamente e soprattutto con enormi speranze la terza: la prima puntata è andata in onda in maniera del tutto inattesa il primo aprile 2017, colpendo spettatori e critica per la scelta di approfondire la figura di Rick come dittatore/patriarca/problema principale di questa stagione.
Se in precedenza Rick and Morty aveva sembrato cercare gli spunti per le sue riflessioni al di fuori dei propri personaggi, con questa stagione sembra proprio che l'approccio stia diventando molto più intimo e psicanalitico.
Una delle conseguenze di questo nuovo approccio riguarda proprio la maggiore rilevanza che è stata data a una serie di dinamiche formanti di quella che potremmo definire una "linea narrativa orizzontale" — cioè che attraversa come un sottofondo tutti gli episodi — e che nelle stagioni precedenti sembrava mancare; fino a questo momento, la famiglia Smith sembrava per lo più avere problemi a là Griffin — tendenzialmente intercambiabili e che non portavano a un'evoluzione in senso proprio i singoli caratteri.
Questa scelta non è necessariamente positiva: sin dai primi episodi si avverte una certa ridondanza di temi nelle questioni legate al peso che Rick ha sugli Smith e sul conseguente divorzio della figlia dal marito Jerry. La ricerca di una linea orizzontale è un percorso che un'altra serie di animazione celeberrima, South Park, ha già fatto nel corso degli ultimi anni e del quale si è in qualche modo pentita — vedi i recenti quanto inattesi risvolti dell'ultima stagione in seguito alla costruzione di una storyline imperniata sulle elezioni presidenziali americane del 2016.
La popolarità non esclude necessariamente la qualità
Paradossalmente, ciò che ha generato più successo per la serie e che, allo stesso tempo, ha rischiato di penalizzarla è l'enorme ampliamento del bacino d'utenza subìto.Potremmo stare ore a raccontare quanto erano belle le prime puntate della nostra serie preferita, prima che cominciassero tutti a guardarla, o quanto era bello il primo disco di questo o quell'artista prima che si sputtanasse; è anche vero che, indipendentemente da quante persone guardino una serie, è sempre possibile che questa non abbassi la qualità delle puntate e continui a sfornare ottimo materiale. La popolarità non esclude necessariamente la qualità, insomma.
A meno che, e speriamo non diventi questo il caso, non si cerchi di "venire incontro" ai gusti del pubblico o di utilizzare alcune dinamiche o personaggi che si sa che vanno più a genio rispetto ad altre — una politica volgarmente detta "fanservice," di cui è stata accusata, per esempio, la produzione dell'ultima stagione di Game of Thrones.
Per questo motivo, nella nuova stagione, episodi come quello di Pickle Rick risultano più scarichi per quanto riguarda la qualità di scrittura o la vena puramente creativa dell'universo sci-fi di Rick and Morty ma sono allo stesso tempo tra i più apprezzati dal pubblico, grazie alla presenza di un elemento di forte presa o particolarmente divertente che traina tutto l'episodio. Difatti, i fan più sensibili ai giochi pirotecnici non si sono attardati ad andare in visibilio per questo apparentemente semplice gimmick.
"Wow, un t-tatuaggio di Pickle Rick? Ottima idea ragazzi, come dite? Hanno fatto anche un remix Dubstep dell'episodio? No, non voglio saperne nien- ok, ok, grazie mille…"
Proprio la puntata in cui Rick si trasforma in un cetriolo, però, esemplifica la forte propensione di cui parlavo all'inizio per una chiave più intimista e analitica rispetto ai problemi dei personaggi. Nell'episodio ha un ruolo importantissimo la seduta di terapia che la famiglia svolge insieme e che scende subito al nocciolo del problema: Rick.
L'analista spiega senza troppi giri di parole tutta la malattia all'interno del rapporto di Rick con sua figlia e di come questo si rifletta su tutto il nucleo famigliare.
Allo stesso tempo, di fronte a questa importante ricerca psicologica, il parallelismo con l'avventura vissuta da (Pickle) Rick fa fatica ad apparire plausibile: pur essendo un trionfo per gli occhi, non serve a veicolare l'ingombro della tematica centrale, ma si pone invece in un contrasto tale da risultare completamente vuota.
Ciò che lascia perplessi è esattamente questa incongruenza: come si può amare una serie come Rick and Morty solo per la sua spettacolarità separando quell'agglomerato di filosofia e di attenta analisi dei personaggi che la rende speciale agli occhi di molti dei suoi fan?
Malgrado tutto, comunque, è possibile affermare che questa stagione non abbia ancora lasciato delusi: le idee geniali ci sono e, per quanto riguarda le problematiche emerse con l'aumento della popolarità stanno venendo gestite egregiamente, senza finire a svendere la serie a facili piroette narrative. Il fatto che idee sovversive o folli trovino ancora spazio nell'universo della serie è degno di riconoscimento e coraggioso, che ci consente di digerire facilmente anche gli ammiccamenti al grande pubblico.