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Come evitare truffe e fregature quando cerchi una camera in affitto

Prima regola: non tirate fuori soldi per qualcosa che non avete mai visto.
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Foto dell'autrice, rielaborazione grafica di Juta.

La prima volta che sono andata a vivere da sola, a 18 anni, non sono stata io ad aver trovato casa, ma è stata la casa a trovare me. È successo tramite un elaborato giro di parenti che avevano amiche che avevano ex coinquiline che a loro volta avevano un posto libero in doppia, come la canzone della Fiera dell'Est ma in versione studentessa fuorisede. “È perfetto!,” mi ero detta, e con grande disinvoltura avevo bloccato il mio posto in doppia—io, che sono figlia unica e dormivo con la luce accesa—in un appartamento che non avevo ancora visto, con gente che non conoscevo, in una città in cui ero stata tipo due volte nella vita. YOLO!

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Nei successivi 12 anni, e quasi altrettante camere e case in affitto diverse, ho rimpianto più volte il non potermi affidare nuovamente a quel sistema. Perché ogni studente o giovane lavoratore, prima o poi, deve fare i conti con la spietata realtà del tardo capitalismo immobiliare.

Se anche voi vi siete ritrovati a passare in rassegna decine di annunci, a sognare cosa avreste potuto fare coi soldi della caparra se questa vi fosse stata restituita, o a scongiurare di essere ammessi a una visita-provino per convincere degli sconosciuti che effettivamente siete la persona che vostra madre si immagina siate, sappiate che non siete soli—e che i consigli qua sotto potrebbero esservi utili.

NON TIRATE FUORI SOLDI PER QUALCOSA CHE NON AVETE NEMMENO VISTO

Un classico che non tramonta mai: ci sono le foto di un appartamento che sembra uscito dalle pagine di Architectural Digest, in una delle zone più ambite della città; c’è un proprietario che ci tiene proprio ad affittarlo a un prezzo stracciato, a qualcuno tipo te, ma si trova all’estero; l’unico modo per ricevere le chiavi e visitare la casa sarebbe versare un cospicuo anticipo, “come garanzia.” In alcune versioni più sofisticate, vengono tirati in ballo anche nomi di aziende che non c’entrano nulla—tipo AirBnb, che non è un’agenzia immobiliare e non si occupa certamente di organizzare le visite di potenziali inquilini—sfruttandone la popolarità e la reputazione per dare una parvenza di serietà all’intera faccenda. Che è invece una truffa.

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A partire dal prezzo fuori mercato (e, spesso, dall’assenza di un numero di telefono da contattare), i campanelli d’allarme qui sono tanti ma, in generale, il principio è di non pagare per qualcosa che non avete visto di persona—e che, se sembra troppo bello per essere vero, probabilmente lo è. Se avete trovato un annuncio per una stanza interessante, concordate una visita con il proprietario, l’inquilino o l’agenzia. Altre cose di cui sincerarsi in questa fase: il numero esatto di inquilini, le condizioni della camera, della casa e degli elettrodomestici, eventuali regole o spese condominiali, durata della locazione, caparra. Tutte cose che poi si vorranno vedere scritte, nero su bianco, su un contratto d’affitto (detto anche di locazione).

“Spesso, [quando] c’è una truffa, anche al telefono insistono dicendo: ‘Guardi, ho già sentito tante persone per fermare l’immobile mi deve già mandare la caparra’,” dice Isabella Tulipano, della rete immobiliare Solo Affitti. “Prima di aver visto l’immobile e aver conosciuto la persona che lo propone non lasciare assolutamente soldi e non firmare alcun tipo di accordo.”

NON TUTTI I PAGAMENTI SONO UGUALI

Richiedere un pagamento in contanti non è illegale ma un po’ losco effettivamente sì, e bisogna fare attenzione a non rimanere fregati. “[È successo che qualcuno] faccia vedere un appartamento che non è nemmeno disponibile per l’affitto, perché magari è in vendita, si faccia dare dei contanti per poi dire che non sono stati dati,” racconta Gian Battista Baccarini, presidente della Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali. Quindi, nel caso vi venga richiesto di versare una cifra in contanti (una caparra, un deposito, ma anche il canone d’affitto) è importante che venga sempre rilasciata una ricevuta che attesti correttamente il pagamento. “[Il contante] è sicuramente da escludere come modalità di garanzia, a meno che non si consegni il denaro direttamente al proprietario, alla presenza di un testimone, in virtù di un contratto sottoscritto che attesta di aver ricevuto questi soldi,” spiega Baccarini. Evitate anche di ricaricare carte prepagate o di trasferire i soldi tramite agenzie tipo Western Union o MoneyGram, i metodi di pagamento tracciabili più comuni sono il bonifico e l’assegno—ma anche PayPal offre qualche tutela.

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Soprattutto, non vergognatevi di chiedere per che cosa state effettivamente pagando: una caparra? Un deposito? Una mensilità anticipata? La provvigione dell’agenzia immobiliare? Qualsiasi cifra deve avere una giustificazione, e deve venire registrata.

NON DATE PER SCONTATO CHE LA GENTE SIA CHI DICE DI ESSERE

Il presunto proprietario di un immobile dovrebbe avere come minimo le chiavi per farvelo visitare e della documentazione per confermarlo: dati catastali, attestati di conformità degli impianti, o certificazione di prestazione energetica—che, tra l’altro, è obbligatoria nel contratto. Internet ci dà una mano con ricerche e verifiche: esistono forum, gruppi Facebook e siti dove vengono segnalati i nominativi utilizzati in varie truffe immobiliari. Per chi ha invece bisogno di qualche suggerimento un po’ più old school, può essere utile controllare il nome sul campanello/citofono dell’appartamento e parlare con eventuali portieri, amministratori di condominio o ex-inquilini.

Se invece stiamo trattando con un agente immobiliare di cui non sappiamo se fidarci, è possibile controllare se sia regolarmente abilitato alla professione—ovvero iscritto nell’apposita sezione del Rea alla camera di commercio. “Gli agenti immobiliari professionali hanno il tesserino di riconoscimento,” spiega Baccarini di FIAIP, “o comunque [si può fare] una telefonata o andare alla camera di commercio per verificare che quella persona sia iscritta regolarmente.” Avere a che fare con un agente immobiliare regolare, ovvero che ha dimostrato di possedere determinati requisiti professionali, personali e morali, dovrebbe essere già una sorta di garanzia. “Quando [gli agenti] non hanno la sede, o si appoggiano a studi legali o pseudo tali o presso uffici dove non c’è insegna, dove non si vede una struttura fissa, [non è buon segno],” dice Baccarini.

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FIRMARE IL CONTRATTO NON È ABBASTANZA

Un affitto in nero può portare a grossi problemi e sanzioni sia per il proprietario che per l’inquilino—che, in questo caso, è sì libero di lasciare la casa quando vuole, ma non ha praticamente diritti. E impedisce anche l’accesso a tutta una serie di agevolazioni fiscali, sia per gli studenti che per i lavoratori, che sono forse più convenienti di quanto si possa risparmiare sul canone mensile senza contratto. Ma com’è fatto un contratto e quando è valido?

In generale ne esistono di varie tipologie, per l’affitto: a canone libero, in cui più o meno si può inserire di tutto; e a canone concordato—tra cui quello per studenti universitari—che deve essere attestato da associazioni di categoria, verificando che il prezzo dell’affitto segua le disposizioni territoriali, e che le clausole inserite rispettino la legge. Indistintamente, comunque, tutti i contratti devono contenere una data di inizio e una di fine, e la durata è stabilita per legge, a seconda della tipologia.

Ma, attenzione, accordarsi e firmare un foglio di carta non basta. “Il contratto deve essere sottoscritto e registrato—questa è la cosa fondamentale—ovvero depositato all’agenzia delle entrate,” spiega Francesco Rienzi, segretario del Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari di Bologna. “La proprietà è obbligata a registrarlo entro 30 giorni o dalla data di decorrenza del contratto o dalla data di sottoscrizione del contratto.” La registrazione andrebbe poi consegnata all’inquilino, che però può comunque fare una verifica attraverso il proprio codice fiscale all’agenzia delle entrate. “È buona norma,” dice Rienzi. “Anche perché se il contratto non è registrato, io non ho diritto a nulla, nemmeno alle agevolazioni fiscali.” Praticamente, come essere in nero.

Se avete rispettato tutti questi passaggi e nella stanza che vorreste prendere in affitto non ci sono chiazze di muffa dietro l'armadio (ricordatevi di controllare!), bene: avete superato il primo scoglio. Prossimamente affronteremo altri aspetti di questa incredibile avventura.